Van Der Graaf Generator: Pawn Hearts

 

dome seppia“Il giorno non è più lui…

Alla deriva si decompongono

gli effetti dei sogni più luminosi.”             

ranofornace

 

Una nuova era senza nome era nata, per raccogliere  ogni eredità e proiettarla nel futuro… 

Van Der Graaf Generator-Lemmings (Including Cog)

Correva l’anno Domini 1971

van sder 2Il “progressive” era stato inventato da alcuni anni in Inghilterra, ma non poteva essere considerato un movimento unitario e neppure uno stile vero e proprio, ma una spinta innovativa, tuttavia certe coordinate ideali sicuramente si erano consolidate, tali da orientare  la musica su binari più ricchi ed espressivi. Innanzi tutto il progresso tecnologico dei mezzi di registrazione avevano subito un’evoluzione ragguardevole e la spazialità esile e incerta della psichedelica rockeggiante sessantina era stata surclassata definitivamente nel 1969 dalle sonorità piene e bilanciate di “In The Court Of The Crimson King”, che aprivano il campo ad un atteggiamento “più musicale” e compositivamente complesso.

Il sole della nuova alba si stava alzando dalla foresta oscura e tenebrosa degli incubi di “Ummagumma” e lasciava il posto nel 1970 alla “prosa musicale” della più grande epopea del rock, che prendeva forma cosciente nei guazzi pop di “Trespass”, “Atom Earth Mother”, nei fraseggi “sinfonici” di “Gentle Giant (same)” ed “Emerson Lake & Palmer (same)”. Tutto procedeva a gonfie vele, la forma più complessa della nuova “musica popolare”, spinta da una forza propulsiva sovrumana e da una creatività extraterrestre, dettava gli stilemi quasi ovunque, per mezzo dei suoi straordinari interpreti britannici. Nel 1970, King Crimson, Pink Floyd, Genesis, Yes, Gentle Giant ed Emerson Lake & Palmer costituivano l’ossatura su cui il “progressive” esprimeva la sua incommensurabile tecnica e riponeva sui vinili le illuminanti effusioni di una creatività altamente estetizzata, ma con loro molti altri gruppi più o meno defilati figuravano sulla scia d’onda, con le loro differenze e le loro similarità; uno fra tutti però mostrava i connotati di una forte personalità espressiva e tecnica creativa, i “Van Der Graaf Generator”, l’oscura “creatura strumentale” del genio cantore-filosofo Peter Hammill, che impostava l’arte musicale su direttive totalmente estranee al formalismo degli Yes ed Emerson Lake & Palmer, lontani dalla progettualità razionalistica dei King Crimson, dalla favolistica dei Genesis e dei Caravan, dalle riduzioni pata-jazzistiche dei Soft Machine  e dalle peripezie virtuosistiche dei Gentle Giant.

I VDGG misero a punto la saga visionaria dello psicodramma gotico-futurista in musica, che non fu più eguagliata da alcuno.

van der 6 suonanoI “Van Der Graaf Generator” sono stati nonostante la trascuratezza della scena maggiore inglese, una delle formazioni più importanti del verbo progressivo, l’importanza musicale all’interno del genere, ma non solo, è oggi ritenuta indubbia; erano  interpreti di un rock greve e solenne con derivazioni jazzistiche e sinfoniche, accomunate da un atteggiamento introspettivo di indole psichedelica. La struttura compositiva dei loro brani era articolata in veri e propri momenti/movimenti narrativi, collegati fra loro da sfumature o da stacchi perentori che variavano dimensionalmente per umore e sonorità. Ballate tenebrose e sepolcrali, giochi di ombre cariche di lugubri presagi e liricità visionaria, espansa nei percorsi tortuosi e cupi delle melodie.

Il gruppo capitanato dal genio Peter Hammill (voce, tastiere, piano, chitarra), comprendeva Hugh Banton (tastiere, basso, chitarra), Guy Evans (batteria), David Jackson (fiati).

van der 4

Poca luce fuoriesce dal viaggio di “Pawn Hearts”, ma un mondo intero di penombre.

L’Album “Pawn Hearts” è da considerarsi l’apice di tutto il progressive, una pietra miliare imprescindibile tralasciando la madre ufficiale “In The Court Of The Crimson King”, l’opera simbolo crimsoniana che per età, seminalità, perfezione e fascino estetico, è situata per diritto in cima alla vetta sacra del “genere”. Ma l’opera quarta del gruppo di Manchester,  rappresenta il punto di non ritorno nella completezza stilistica del progressive, dopodiché nulla ha più raggiunto tali altezze o profondità. Il progressive ha esplicato si, fantasia creativa, tecnica eccelsa, complessità compositiva  e sopratutto capacità narrativa nell’apprendimento della lezione classica, ma non ha superato la visionalità  insita nell’architettura musicale dei VDGG e sopratutto non ha avuto interpreti vocali come il leader del “generatore di corrente”. Il progressive si vestirà dopo il ’73  di apparati sonori sempre più pomposi e celebrativi che sfoceranno in “Yessongs” o nelle riproposte prevedibili del pop ritmato di “The Lamb Lies Down On Broadway”.

van der hammill 1L’opera solenne dei VDGG è costituita da due brani lunghissimi che coprono il lato 1 del disco e una sola suite nel lato 2, compongono l’escursione deformante spazio-temporale della mente visionaria di Peter Hammill, aiutata a turno in alcune parti del percorso musicale dall’appoggio creativo degli altri tre musicisti. “Pawn Hearts” è un viaggio prettamente spaziale, ma tutt’altro che etereo, atmosfere regresse nei meandri esistenziali e surreali del poeta Hammill che interpreta i suoi testi sinistri e ineluttabili con maestria vocale incomparabile, unica nella storia della musica rock.

Apre la prima mini suite “Lemmings (Including Cog)”, un lento incedere nella psichicità (aerofona), condensata da sonorità cacofoniche organistiche, su riff marcati dal sax di David Jackson, si attuano e mutano in virtù del simbolismo del tema assurdo e autodistruttivo dei “ratti” come esseri umani fautori del loro destino, apre ad atmosfere tenebrose e inquietanti, sospese da ansie ancestrali. La prima  facciata dell’lp è completata da “Man Erg”, dove il canto più rassicurante di Hammill, su un tappeto tastieristico cerimonioso condiviso da venature bucoliche occupa la prima parte, ma uno stacco netto strappa l’ascoltatore dalle morbidezze esaustive di un limbo epico e primitivo, per un riff graffiante e tortuoso di un organo distorto in sincope a tempo dispari, che scema verso ondeggi nuovamente tranquilli di fiati insinuanti, Hammill canta divinamente la sua poesia fatta di “angeli e demoni” che albergano la mente umana, ma tutto termina nuovamente in riff ossessivo e psicotrope.

van der coloreL’estremo fascino dell’entrata di “A Plague Of Lighthouse Keepers”, la mega suite della facciata B ripaga l’ascoltatore di ogni ostica sopportazione, il brano presenta tutte le qualità tipiche del “progressive”, strutturato come un romanzo dopo una breve introduzione ambientale, il bardo Hammill intraprende il suo aereo cammino negli anfratti umorali dell’estasi nichilista. Frasi, situazioni sonore e melodiche si alternano in un coacervo di emozioni grevi e angoscianti, dove  sentori di r&b su vestigia  di organo gotico marcate dal sax camaleontico di Jackson mantengono in superficie l’ascoltatore, ma intersecazioni armoniche e ritmiche frazionano i capitoli di una odissea esistenziale al limite dell’apocalisse. Cambi di livelli di profondità psichica accompagnano l’ascoltatore nel tragitto inaspettato dei misteri istintuali, illuminati da un organo austero e inesorabile proveniente da esplorazioni psichedeliche pinkfloydiane, decide l’ora della catastrofe. Affiorano a tratti boccate d’aria, subito stoppate da imprevedibili e caotici impeti sonori, infine il suono di un piano classicheggiante e di una onorificenza vocale del cantore Hammill volta all’empireo dei destini, porta alla conclusione del viaggio narrativo.

I “Van Der Graaf Generator” sono stati autori di una serie di album notevoli, specialmente i due precedenti a “Pawn Hearts” e cioè “H To He Who Am The Only One” e “The Least We Can Do Is Wave To Each Other” tutti due pubblicati nel 1970, ma hanno espresso cose molto interessanti anche dopo, mentre  Peter Hammill intraprendeva bilateralmente nel 1971 la carriera solista sfornando lavori pregevolissimi che testimoniano da quale mente usciva il mondo dei VDGG. Peter Hammill è e rimane ancora oggi uno dei pochissimi, se non l’unico musicista dell’era progressiva, fedele ai precetti del “genere” ad un livello qualitativo altissimo.

Allora lui è il genio

rano 2Allora è il capolavoro… imprescindibile se vorrete.

valutaz.***** (con lode)

Pierdomenico Scardovi

 

 


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