Spirit: Twelve Dreams of Dr. Sardonicus

 

dome buona 2 (2)“Spirito glorioso fra le pagine avvincenti della musica rock americana.” (ranofornace) ranina picciina

 

 

Spirit-“Prelude – Nothin’ to Hide”

spirit 2 La Bay Area dettava legge o quasi agli inizi del 1967. Il fermento floreale trasportato dalle folate di vento sognante del Pacifico, dilagava le sue acide spore con lunghe ondate provenienti dalla costa ovest nell’entroterra della grande città californiana,  sprigionando incantevoli stati d’amore e di libertà. Los Angeles, coglieva questo impeto rivoluzionario con varianti espressive, con tensione metodologica. Basta pensare a gente come Captain Beefheart, Kim Fowley, Ry Cooder o gruppi come Seeds, Electric Prunes, Byrds, Doors, Love, Canned Heat. La metropoli hollywoodiana, sede culturale e scientifica di prim’ordine, esprimeva nei suoi comprimari una variante interessantissima della “trippologia” hippie berkleyana. In questo clima di fermento e  ricchezza  espressiva, si inseriva con modesta notorietà, una band dalle doti tecniche e musicali stratosferiche: gli Spirit.

Spirit-Nature’s Way

spirit 1

Gli Spirit sono stati una delle band americane più talentuose in assoluto di tutto il panorama ’60-’70, senza mai eccedere in manierismi stilistici. Tutta la loro carriera riassunta nei tre fondamentali album: “Spirit” (1968), “The Family That Plays Together” (1969), “Twelve Dreams of Dr. Sardonicus” (1970), è stata contrassegnata dal buon gusto. Non solo, ma per la complessità di arrangiamenti e variazioni di stili, hanno impostato anzitempo e  in terra americana, l’avvento tutto inglese della composizione “progressive”. Si formarono nel 1967 per mano di Randy “California” Wolfe, un giovane chitarrista emulo e amico di Hendrix, assieme a Ed Cassidy,  un navigato batterista jazz, già nel ’65 con Ry Cooder, e poi con Thelonious Monk, Art Pepper, Cannonball Adderley e Gerry Mulligan, quindi il bassista Mark Andes, il chitarrista Jay Ferguson e il tastierista John Locke.

Spirit-Why Can’t Be Free

spirit 7Dall’elegante ed eclettico esordio “Spirit”, passando per l’apice del sofisticato e articolato “The Family That Plays Together”, fino ad approdare nel sintetico e melodico “Twelve Dreams of Dr. Sardonicus” (1970). Ed è su questo ultimo grande disco che voglio soffermarmi. Sono qui presenti tutti gli elementi dello stile Spirit: folk, west-coast, psichedelia, rhythm & blues, rock, jazz, pop. Ai puristi del gruppo, risulta essere il più debole dei tre lp, ma non mi vede d’accordo; questo lavoro, per il suono modernizzato appartiene a pieno titolo ai ’70, soffermandosi sull’aspetto strettamente musicale con poche suggestioni, al fine di superare la densa e surreale “psichicità” della seconda metà dei ’60. I generi appaiono ben fusi, equilibrati a tal punto da rendersi quasi indistinguibili, aiutati da un uso non comune dei cori, in una amalgama pressoché perfetta. Prima di occuparmi dei brani va detto che tutto gira intorno alla figura di Randy California, ovvero uno dei fulcri chitarristici del rock psichedelico americano a cavallo di fine ’60. Il suo stile appartiene all’evoluzione del modus operandi di Jimi Hendrix, nel senso che ne coglie l’aspetto più superficialmente sonoro e non l’animosa sfrontatezza.

Spirit-When I Touch You

spirit california 6La prima facciata apre con la chitarra acustica di “Prelude – Nothin’ to Hide”, un rhythm-pop effusivo ed evanescente con escursione chitarristica molto space-heavy di Randy California. La bellissima ballata folk-soul di “Nature’s Way”, fra canti e cori immaginifici ed estatici ci danno la dimensione della bellezza melodica di matrice lisergica. “Animal Zoo”, mantiene alto il livello di pertinenza degli arrangiamenti che si alternano in citazioni acustiche e ritmiche, che vanno dal rhythm & blues, heavy-rock, al country-boogie. La ricchezza effettistica di “Love Has Found a Way”, arrangiata al synth e vibrafono, ritmica in “reverse” psichedelica, canti imperiosi ed aperti, danno la misura della specializzazione pop raggiunta dal gruppo. La  soave ed ariosa “Why Can’t I Be Free?” alla chitarra acustica e cori, funge da breve citazione psichedelica. Chiude la facciata “Mr. Skin”, un rock-funky battuto e tirato, arricchito ai fiati e  blueseggiato all’elettrica.

Spirit-Street Worm

spirit 5“Space Child”, è un altro brano arrangiato al synth che si incrocia con le battute di pianoforte che  sfocia in jazz ed echeggia a naturalismi visivi. “When I Touch You” è un chiaro tributo hendrixiano alla “Electric Lady Land”, ma lo stile chitarristico di Randy California, mantiene una sua peculiarità di estrema quadratura, rispetto al maestro di Seattle, che si ricollega più alla manipolazione sonora di certa new wave. La notevole “Street Worm”, ricca, battuta, sostenuta e ariosa, è un rock-pop di desinenza speace-psych, che sfoggia un ottimo assolo fuzz di Randy California e una ritmica fantasiosa e tirata di Ed Cassidy. La ballata di chitarra acustica e piano “Life Has Just Begun”, articolata  da arpeggi e splendide voci weastcostiane, è uno dei brani più belli che interpreta al meglio lo Spirito del gruppo e del luogo. “Morning Will Come”, è un rock & roll glam-pop che scivola via senza tentennamenti con fiati e assolo di Wolf “California”. Chiude la malinconia di “Soldier”, un ballata al pianoforte densa e romantica, cantata con grande intensità dal primo cantante Jay Ferguson alla maniera di Gary Brooker, tanto per avere un referente inglese. Potrebbe essere stata firmata dai Procol Harum, anzi no… Questo brano  ha un’anima tutta americana.

Spirit-Life Has Just Begun

spirit 3Diciamo che nel complesso, in questo disco la melodia pop la spunta decisamente sull’andatura dei generi, cosa meno evidente nei due precedenti album (esclusa la banale parentesi di “Clear Spirit”), rimane comunque di un livello qualitativo altissimo all’insegna del buon gusto. L’originalità dello stile chitarristico di Randy California avrebbe meritato maggiore considerazione, e forse risulta poco evidente, perché la sua chitarra ipertecnica, ricercattisima nei suoni e controllata nelle impennate, (una specie di Robert Fripp del rock-blues, tanto per intenderci), è usata con diligente misura all’interno dell’economia dei brani. Ma con ciò, mister Wolf, va considerato un prototipo del moderno strumentista. Gli Spirit, come insieme, è quanto basta per una band che vede due musicisti di radice blues (California – Andes), due jazzisti ( Cassidy – Locke) e uno di formazione classica (Ferguson), per formare un cocktail dalle premesse musicali molto interessanti e promettenti. Per la storia invece rappresentano sicuramente uno degli apici, “senza se e senza ma” dell’oltre-psichedelia progressiva americana. Oggi, risultano meravigliosamente ascoltabili e senza cedimenti. Notevoli!

Spirit-Soldier

rano 2Valutazione *****

Pierdomenico Scardovi

 


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