King Crimson: In The Court Of The Crimson King

 

Dome alba 6“E’ la musica eroica che trascende la realtà fra le grida di un mondo in sfacelo. E’ la musica che si interpone…”

(ranofornace)ranina picciina

 

King Crimson-21st Century Schizoid Man

king 3

 

 

 

 

 

 

 

C’è ancora qualcosa da dire sui King Crimson e sui loro incredibili capolavori? Non penso, anzi si. “In The Court Of Crimson King” e “fratelli”, fanno parte della storia musicale del ‘900 e ci vorranno ancora molti anni prima che le loro meravigliose vibrazioni ormai lontanissime, possano non più muovere le corde della nostra sensibilità. Il primo album di “Sua Maestà” Robert Fripp, viene oggi considerato all’unanimità la “madre” ufficiale del genere “progressive”, almeno di quello maturo o cosiddetto “art-rock”, perché sappiamo che proto-forme di sublimità prog sono apparse già nel 1967 con il primo omonimo album dei Procol Harum assieme ai debutti di “Days Future Passed” dei Moody Blues  e “The Thoughts Of Emerlist Davjack” dei Nice e in più bisogna fare i conti con l’opera magna dei Colosseum, “Valentyne Suite” concepita in contemporanea e uscita un mese dopo l'”uomo schizoide”. Ma l’opera perfetta, coerente in tutto e per tutto, l’opera che ha regalato emozioni a non finire a intere generazioni, è e rimane quella forgiata nel 1969 nelle “officine del sogno” del Re Cremisi.

king cover interno

 

“In The Court Of The Crimson King” (Island 1969) fa parte dell’orgoglio culturale di un popolo, delle sue qualità musicali che io continuo ostinatamente a considerare una sembianza del primato della qualità estetica inteso come valore assoluto, riversata sulle forme del pop-rock, un primato che detiene l’Inghilterra, in quanto al suo confronto con tutte le forme di musicalità planetaria regge oggi più che mai senza tentennamenti mostrando la profonda raffinatezza. Una virtù musicale in possesso di pochi popoli, il perché di questo fatto si perde nella notte dei tempi e le strade non sono tutte casuali o quando si monta un mattone con ordine un architetto ha deciso prima la costruzione.

King Crimson-I Talk To The Wind

king 5Ma torniamo a noi. Il primo album dei King Crimson apre un’epopea poetica racchiusa fondamentalmente in tre atti: “In The Court Of The Crimson King” (1969)“In The Wake Of Poseidon” (1970), “Lizard” (1971). Ribadisco che il quarto lp “Island” (1971), apre una nuova fase di raffreddamento e di ricerca, maturata negli altrettanti capolavori  “Larks’ Tongues In Aspic” (1973), “Starles And Bible Black” (1974) e “Red” (1974).

king 2Il primo album è il super-capolavoro senza tempo, l’alcova dove cullare tutte le tensioni, nella sintesi catartica della dimensione onirica. La fiaba crimsoniana ci invita ad entrare, vestire i panni dei personaggi, percorrere gli spazi e assaporare le luci di un mondo confezionato a misura per i nostri desideri di fuga. La perdita di controllo del trip psichedelico ha qui trovato possesso dei propri mezzi nel formalismo sentimentale e decadente della melodia pop. La creatività guida il racconto, lo ripulisce dalle incognite di quella prima fase liberatoria per condensarsi in un linguaggio musicale nuovo, altamente controllato dalla ragione.

King Crimson-Epitaph

king frippIl frutto proibito della ricerca di Robert Fripp era maturato l’anno stesso sulla pianta pop-lisergica di “The Cheerful Insanity of Giles, Giles & Fripp” (Deram 1968) e nella sua appendice “The Brondesbury Road Tapes” (Vinyl Lovers 2009). Quindi… Robert Fripp (chitarra), Ian McDonald (flauto, sassofono, clarinetto, vibrafono, tastiere, mellotron, canto), Greg Lake (basso, canto), Michael Giles (batteria, percussioni, canto), Peter Sinfield (testi) sono chiamati dalla “storia” e dall’intuizione dello stesso “Re Robert”, a formare la prima spedizione nel sedicente regno “crimsoniano”.

king crimson cover 1Il rosso faccione è il manifesto… Il grido epocale al megafono di “21st Century Schizoid Man” (testo di Peter Sinfield), un brano strabiliante! Creatività, ricchezza, completezza, rigore, libertà e soprattutto coraggio… nella forte denuncia introduttiva  dinnanzi al dissesto del cervello dell’uomo moderno, come riflesso specchiato della nevrosi storico-sociale; dilaga nella metronomica parte strumentale “Mirrors” che si avvale di agganci free/jazz. Un brano frenetico e muscolare che ingloba tradizione e modernità segnando indelebilmente la storia musicale del secolo andato e dell’attuale.

King Crimson-Moonchild

“I Talk To The Wind” (testo di Peter Sinfield). Fa ingresso la voce estasiante di Greg Lake ed è la quiete dopo la tempesta, la riflessione dopo il dramma. Ma è notte prima dell’alba e le tenebre tutto avvolgono; le ombre accarezzate dalla luce di una luna cerulea, disegnano fantastiche movenze e fili di vento poetico che ci portano via fino all’evanescenza, in un luogo che solo lo spirito conosce. Il flauto e clarinetto svolazzano tra i titilli della batteria di Giles e con loro la sordità delle cose che non rimangono.

king fripp lake“Epitaph” (Testo di Peter Sinfield). Addentrati totalmente nella terra “Grigia e Rosa” del sogno tolkieniano occorre fare confessione, ricordarci che nulla rimane del nostro passato, che nulla è certo della sorte. Ed ecco la voce di Lake si cala nei resoconti di un amara consapevolezza. E’ la “confusione” scritta sulla pietra tombale come a indicare l’incomprensibilità dell’esistenza, mentre i desideri trasportati dalle ali del sogno, fuoriescono al sopraggiungere della sera della vita, per volare in cerca di approdo. Il tutto illuminato da un flebile e decadente lirismo.

king sinfield 2E il buio infonde “Moonchild” (testo di Peter Sinfield), una ballata alla luna ispirata dalla sua musa sorgiva. Le note extra-terrene della Gibson di Fripp sondano la profondità misteriosa dello spazio ed esprimono in questo brano tutta la estraniante dimensione del sogno che dalla fase iniziale (“The Dream”) del cantato di Lake sulla chitarra e mellotron di Fripp, si inoltra (“The Illusion”) nella selva timbrica di magiche e fugaci presenze, come ombre, come spettri animati dal fioco bagliore di una notte incantata. Con un gradiente estetico elevatissimo poche volte avvertito, mitologia e simbolismo si compenetrano per evadere e dissolversi nella più pura emozione.

king 5Infine, il manifesto filosofico di “The Court Of The Crimson King”, melodie di Ian McDonald, neanche farlo a posta testo di Peter Sinfield, include “The Return of the Fire Witch” e “The Dance of the Puppets”, è un brano grandioso! che chiude il primo capitolo della triplice saga reale. Descrizione del regno crimsoniano diretta dal maestoso tema coristico iniziale, in chiave “medioevale-gregoriana” di flauti e gocce frippiane. Mellotron violinistico  soprannaturale e arpeggio dispotico incoronano definitivamente la voce di Greg Lake. Il finale: “L’ultimo accenno melodico di fioco organetto scatena il colpo di coda del tema.”

King Crimson-The Court Of The Crimson King

Due le note. In primis l’espressività dela voce Di Greg Lake mai più eguagliata; secondo, i testi di Peter Sinfield che si aprono e sposano i contenuti emozionali del più grande capolavoro dell’era progressiva, a tutti gli altri va la lode per aver offerto (nel sacrificio) le proprie capacità tecniche e intuitive alle disposizioni di Robert Fripp. Mai più il verbo progressivo ha toccato vette così alte nei suoi dieci anni di vita, mai più si offrì con così tanto stupore alla dea bellezza! Oggi ne siamo ancora tutti riconoscenti.

Valutaz.***** con lode

Pierdomenico Scardoviranina picciina


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