A OGNUNO IL SUO

Caro Direttore,
innanzitutto ti ringrazio per aver pubblicato la convocazione dell’assemblea degli iscritti PD di giovedì 6 ottobre, aperta a tutti coloro che intendono dare il proprio contributo alla nostra discussione.
Nel leggere il tuo articolo “PD: morte di un partito” trovo, però, un susseguirsi di stereotipi e luoghi comuni che non hanno molto da spartire con il tentativo di capire cosa è successo il 25 settembre.
Se, come penso, ti riferisci al quadro nazionale (per quello locale ti invito a partecipare alla nostra assemblea), non credo proprio che la vittoria della Meloni sia merito di una supposta identità. Ma quale identità se ha cercato fino all’ultimo giorno di apparire ciò che non era fino al mese prima!
Non è molto difficile capire che, dopo Berlusconi, dopo Renzi, dopo Grillo e dopo Salvini, era arrivato il turno della Meloni per raccogliere il consenso degli italiani delusi dai partiti che non mantenevano le promesse o che, come il PD, si attestavano a difendere la democrazia, lo Stato, la Costituzione, l’economia e l’Europa mentre famiglie delle città del sud o delle periferie del nord dovevano ogni giorno mettere insieme il pranzo con la cena.
Sono invece d’accordo con te sul fatto che il PD deve anche essere disposto a perdere voti. È arrivato il momento, non più rinviabile, di capire chi siamo e chi vogliamo rappresentare. I risultati arriveranno, forse non subito. Ma le politiche dell’emergenza non hanno mai risolto i problemi strutturali e questo vale anche per il campo democratico e progressista.
Nerio Zanzini


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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