I progetti dell’architetto Gori al convegno internazionale sul paesaggio agrario italiano

Tra i progetti provenienti da tutt’Italia anche i master plan dell’architetto Gori esposti in occasione del convegno internazionale sul Paesaggio Agrario Italiano. Una kermesse tenutasi a Gattatico (Reggio Emilia) presso la Biblioteca Archivio Emilio Sereni.

Architetto Gori, ci racconti di questa sua recente esperienza internazionale.

Un evento di rilievo nell’ambito della progettazione e riflessione sul Paesaggio, sempre utile e costruttiva.

Voi eravate presenti con alcuni suoi progetti?

Abbiamo raccolto ed esposto una serie di lavori attinenti il territorio rurale e periurbano di Bellaria Igea Marina, elaborati negli ultimi dieci anni, alcuni premiati con finanziamenti regionali. Dal progetto “Una campagna si…cura” che si poneva come principale obiettivo, oltre alla sicurezza, quello di contemplare un progetto unitario per tutto il territorio rurale . Un progetto per un “Museo diffuso della civiltà costiera” che intende evidenziare e valorizzare i segni storici e culturali del territorio, dalla falesia alla fornace. Progetti che evidenziano in primis una dimensione paesaggistica del nostro retro costa.

Mi spieghi subito di cosa parliamo quando citiamo la parola “paesaggio”.

È un termine difficile da definire, nonostante nel 2000 sia stata siglata a Firenze la Convenzione Europea del Paesaggio. Sinteticamente possiamo intende il paesaggio come espressione peculiare di un territorio, nelle sue caratteristiche naturali ed antropiche in virtù di come questo viene percepito dalle popolazioni. Un’interpretazione che fa discendere la dimensione del paesaggio ad un preciso riconoscimento culturale, associabile ad un contesto insediativo.

Quando nasce il concetto di Paesaggio?

Mi verrebbe da dire che è sempre esistito, ovvero è insito nella natura umana in quanto ambisce al valore della bellezza di un territorio. La concezione del paesaggio viene già esaltata in molti passaggi letterari del Petrarca nel ‘300. Il termine paesaggio, però, venne introdotto nel Rinascimento come modalità di rappresentazione pittorica, quale appunto le vedute panoramiche del territorio rurale raffigurate dai pittori fiamminghi. Ma le piramidi egizie che si stagliano sul deserto o l’acropoli di Atene, è fuori di dubbio che sono dei capolavori antecedenti e che esplicitano una loro dimensione paesaggistica.

Quindi, lei mi sta dicendo che anche nell’entroterra di Bellaria Igea Marina esiste un paesaggio.

Certamente. Il nostro contributo al convegno è stato proprio quello di far conoscere che esiste una dimensione paesaggistica a ridosso della costa romagnola, connotata da specifiche caratteristiche.

Da qui il termine “paesaggio agromarino”.

Il termine “agromarino” è un neologismo che mira ad identificare quell’ambito territoriale ibrido tra la fascia marina e quella agraria in prossimità della costa. Una definizione che abbiamo introdotto in occasione di un master promosso dalla Regione nel 2015. Ebbi modo di partecipare in quanto l’ambito di studio riguardava proprio la fascia retrocostiera tra Torre Pedrera e Bellaria.

Il nostro territorio rurale è stato spesso trascurato in passato rispetto alla fascia turistica, non crede debba trovare una sua identità?

Possiede già una sua identità, non occorre ricercarla, ma riconoscerla. Spesso abbiamo un’idea distorta del paesaggio, quale quella di identificarlo come una scorcio di presepe ideale, una porzione di territorio naturalistico dai tratti bucolici. Molti mirano a rivalorizzare il paesaggio puntando sulla creazione di parchi tematici. Noi Abbiamo alcuni patrimoni di pregio storico quali area castello Benelli o fornace, sui quali si potrebbero ipotizzare sviluppi simili. Se ne era parlato già in passato.

Presumo alluda al Parco della Musica.

Sì, anche se sulla realizzazione del Parco della Musica non vorrei sbagliarmi, ma credo non si arrivò mai a definire un vero e proprio progetto, quanto meno architettonico-urbano. Certo se si riuscisse a far partire interventi privati di strutture tematiche, vedi anche zona fornace, ben vengano, ma quando si parla di paesaggio è sempre bene ricordare tre aspetti.

Quali?

In primis che qualunque paesaggio è un contesto vivo e quindi mutevole. Questo implica un’attenzione alla sua visione unitaria come tipologia di paesaggio e alle relazioni tra le differenti tipologie.

Il secondo aspetto è quello di far sì che un paesaggio possa restituire la lettura delle tematiche di un territorio. Sono queste che ci restano impresse e ci descrivono la storia, i contenuti e la cultura di una specifica realtà geografica-urbana.

In ultimo la dimensione del paesaggio o dei paesaggi, come concezione, dovrebbero divenire in futuro un componente sempre più importante nelle linee guida di sviluppo dei piani urbanistici.

Conclusioni

Una importante vetrina per Bellaria Igea Marina, con spunti e riflessioni di livello che speriamo possano contribuire in futuro e dare seguito a nuovi processi migliorativi per la città e l’intero territorio costiero.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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