Alleanze convenienti e valore del confronto

Caro Direttore,

il mio articolo “Vista corta e mano pesante” ha stimolato Onide Donati a un suo intervento dove esprime la sua rispettabile ma non condivisibile visione dell’alleanza PD-Bucci del 2019 (vedi articolo).

La riflessione, come lui la chiama, in realtà mi sembra la riproposizione di un teorema caro alla sinistra dei duri e puri: non si fanno alleanze con chi non si professa di sinistra e non si deve rinunciare al simbolo. Posizione legittima, ma questa analisi, seppur fatta con il senno del poi, tradisce un approccio che non mi convince. Presentarsi alle elezioni significa innanzitutto avere l’aspirazione di fare delle cose per la propria città, non considerare semplicemente che la vittoria si misuri esclusivamente con il premio, in termini di consiglieri, che si ottiene (comunque importante perché senza i numeri non si governa), e l’accordo di programma PD-Bucci mostrava un comune sentire. Poi, è vero, le cose non sono andate molto bene: Bucci ha preso i voti dei democratici e il giorno dopo ha praticamente detto a tutti di essere lui “el conquistador”.

Ma per dimostrare una supposta debolezza del PD nel reggere la partita, non vedo perché si debba arrivare a sostenere che il candidato c’era (tal Chiaiese da Imola) e che “avrebbe potuto essere guida e formatore di una nuova classe dirigente”. Acciderboli! Forse Onide non ha letto le dichiarazioni di questo luminare dopo le elezioni del 2019; perché solo così potrei comprendere la sua posizione. Non mi riferisco al giudizio sul “molto attrezzato” ma al suo modo di porsi: saccente, supponente e colonialista (politicamente parlando).

Ciò detto, e sottolineando che non conosco abbastanza il “candidato ideale” per andare oltre quella prima impressione che ho manifestato, sono sorpreso della forzatura con cui Donati si aggancia al mio articolo. È vero che ho parlato dei limiti dell’opposizione, PD compreso, ma la mia attenzione è rivolta all’opportunità di contrastare più decisamente un’amministrazione poco lungimirante, per usare un eufemismo. Ha ragione Mosconi quando, nel commentare, evidenzia che “i giudizi debbono essere rivolti principalmente alla qualità amministrativa che è veramente scarsa”.

Invece, a sinistra, c’è chi preferisce cogliere l’occasione per attaccare la sinistra che non è abbastanza di sinistra. Fra l’altro con un’analisi sulle convenienze elettoralistiche tutta da dimostrare (il PD da solo avrebbe portato a casa 3 consiglieri?).

Sul gruppo Facebook Belligea News il signor Marco De Maria ha commentato il mio articolo dicendo, sostanzialmente, che sono solo belle parole. Ecco, al di là del fatto che appare chiara la sua irritazione per l’attacco a questa amministrazione, io credo che il nostro commentatore non abbia tutti i torti quando dice che “questa giunta ha vinto succedendo la precedente e vincerà anche le prossime per articoli come questo”. Non ha tutti i torti, perché molti non amano approfondire e preferiscono tifare. Io, però, cerco di parlare alla ragione; a volte ci riesco, altre meno, ma continuo a provarci. D’altronde, mentre scrivo (non dietro una scrivania, signor De Maria, ma sul divano), vedo nel programma televisivo di Carlo Conti che nella classifica dei dischi più venduti nel 1980, “La puntura” di Pippo Franco era davanti ad “Another Brick In The Wall” dei Pink Floyd: che dire? Il mondo è bello perché è vario, come si diceva un tempo.

In sostanza, seppur collocandosi su posizioni diverse e contrapposte, i due critici che ho citato mi hanno spiegato perché a Bellaria Igea Marina vince la destra. Bontà loro. Il confronto è sicuramente sempre un valore. Io vorrei solo che la mia città fosse amministrata meglio.

Snoopy


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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