UN ASILO SENZA PERMESSI

Cronache dal Consiglio Comunale di Bellaria Igea Marina.

Ormai non si sa se ridere o piangere: in città era stato aperto un asilo privato senza nessuna autorizzazione, in un capannone industriale, che tra parentesi, ha logicamente tutt’altra destinazione d’uso.

Com’è stato possibile? chi non ha controllato? chi ha girato le spalle facendo finta di niente? chi ha offerto coperture?

Andiamo all’inizio di questa storia. La segnalazione arriva ai 5 Stelle, ma come richiesta d’informazione se quell’asilo fosse sicuro; niente di più. A quel punto i 5S si accertano che l’asilo esista davvero; potrebbe essere una trappola politica. Accertata l’esistenza dell’asilo, vanno a chiedere lumi in Comune. Si rivolgono direttamente al Dirigente Ivan Cecchini, che nemmeno sa dell’esistenza di quell’asilo, che però è a tutti gli effetti in funzione con tanto di insegna “ NIDO DELLA CICOGNA” e si vedono bambini entrare e uscire.

Vengono chieste delucidazioni e in base a una serie di documentazioni si scopre che non esiste alcuna autorizzazione. Anzi, l‘AUSL, interpellata, rilascia un parere assolutamente negativo.

Ciò nonostante il privato apre ugualmente l’asilo in gennaio e pubblicizza apertamente l’evento, sia sul sito dedicato che sul profilo Facebook, che si fregia anche del like dell’Assessore nonché Vicesindaco Maggioli.

Se sia il Vicesindaco che il tecnico che ha avviato le pratiche per il cambio di destinazione, che è nientemeno che il Presidente del Consiglio ing. Filippo Giorgetti sapevano, è possibile che in comune nessun altro ne fosse a conoscenza?

Guarda caso, infatti, dopo una richiesta di accesso agli atti è immediatamente scattato un sopralluogo della Polizia Municipale che riscontrava l’assenza delle più elementari norme di sicurezza.

A questo punto ci si chiede come sia stato possibile si sia potuto aprire con tanta leggerezza. Può nascere il sospetto che si potesse contare su un tacito assenso. Cioè che chi gode di qualche “protezione” può permettersi cose agli altri assolutamente impossibili.

Il sospetto si acuisce assistendo alle reazioni della maggioranza che ha definito le più che lecite esposizioni dei consiglieri del MoVimento 5 Stelle «un attacco alla persona». Quale attacco alla persona può esserci se si chiede di far rispettare le regole? Ma i consiglieri comunali non sono pubblici ufficiali con il dovere del controllo? Devono diventare complici commettendo a loro volta un reato?

Quindi, se il tecnico non fosse stato Filippo Giorgetti ma un altro tecnico non impegnato in politica, l’ODG sarebbe andato bene e non avrebbero gridato a nessun “attacco alla persona”?

Molto probabilmente sarà l’Autorità Giudiziaria a verificare quali e quanti siano i reati che potranno essere ascritti ai responsabili di questa vicenda. Resta l’amara constatazione che ormai in questa città la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno si cerca di renderla più uguale.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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