L’ARCHITETTO CRISTIAN GORI TRA I BIG DI BALNEARIA

Il progetto del Piano arenile, un esempio nazionale a Carrarafiera

Il master plan del piano arenile firmato dall’architetto Cristian Gori del Coworking Studio, è stato presentato alla fiera nazionale dei balneari in occasione della conferenza organizzata da Mondo Balneare lunedì 25 febbraio a Marina di Carrara.

Conferenza incentrata sul tema di come ripensare gli stabilimenti balneari del futuro, a fronte anche dei fenomeni di erosione che minacciano le coste italiane. Una Kermesse di eccellenze che ha visto tra i relatori i geologi Enzo Pranzini e Luca Sbrilli, esperti di studi sull’erosione costiera, Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente onlus, l’avvocato Luigi Roma, esperto in ambito giuridico balneare e l’architetto bellariese Cristian Gori. Una proposta di cui abbiamo avuto già modo di scrivere, che dovrebbe non solo inorgoglire Bellaria Igea Marina per venire annoverata come esempio a livello italiano, ma far riflettere i futuri amministratori sulla validità di questo progetto sponsorizzato dalla cooperativa Bar di Spiaggia.

Ci preme ricordare sinteticamente che l’idea progettuale è quella di concepire tutta la zona a mare della ferrovia come un woonerf marino fruibile prevalentemente in modo ciclopedonale (woonerf è un termine olandese che significa area condivisa), al fine di riqualificare in modo organico la fascia alberghiera, la passeggiata del lungomare e l’arenile. Il tutto sviluppando in modo organico attività private e spazi pubblici, affermando i 5 obiettivi prestazionali che caratterizzano il progetto: salubrità ambientale, sicurezza urbana, servizi, socialità, soggettività di caratterizzare da parte dei privati le proprie attività.

Ma l’aspetto più significativo, come ha precisato l’architetto Gori, «è quello di evidenziare quell’area su cui sono sorte le strutture balneari (bar, cabine, ristoranti, attività commerciali ecc.) come una specifica tipologia di spazio urbano. Una specifica fascia di spazio fisico espressione degli investimenti privati dei concessionari, che oltre ad aver svolto storicamente un ruolo di “filtro” tra la realtà urbanizzata delle strutture ricettive e la naturalezza dell’arenile ha reso possibile vivere l’arenile e la linea di costa.» Inoltre, sottolinea Gori, «come primo steep era necessario partire da un master plan per tradurre la riflessione concettuale nel suo modo di essere architettonico e urbano. Mettere il pensiero sottoforma della forma, al fine di configurare l’idea di progetto, come abbiamo sempre detto per comunicarla in primis, ma anche per verificarne la fattibilità. Una proposta organizzativa del nuovo arenile dotata di una flessibilità controllata, ovvero in grado di far emergere una unità conoscitiva alla scala paesaggistica e permettere contemporaneamente di caratterizzare i singoli interventi dei privati.»

Al di là degli aspetti progettuali, riteniamo non sarebbe male partire da un riconoscimento culturale verso questa specifica tipologia di spazio urbano mai trattata precedentemente come tale, che si distingue dal tessuto edilizio urbano e dall’arenile. Sarà proprio su questa esile (per quanto ci riguarda) “fascia di filtro” che si giocheranno i futuri destini del turismo balneare bellariese ed Igeano.

Un concetto che permette di vedere in modo diverso le realtà balneari italiane e dovrebbe indurre a riflettere sulla questione Bolkeistein per quanto riguarda l’annoso rinnovo del regime concessorio. Essendo di fatto la realtà costiera italiana in molti casi consolidata da situazioni simili, cioè caratterizzata all’interno di questa tipologia di spazio urbano da strutture che si sono affermate come luoghi. Luoghi, espressione di investimenti privati, nonché di valori antropologici e sociali che si sono affermati nel tempo. Ci auguriamo che questo concetto evidenziato nel masterplan dell’architetto Gori e preso ad esempio a livello nazionale, possa diventare il campo operativo dal punto di vista progettuale per riqualificare i nostri tratti costieri.

Resta invece anomala la disattenzione da parte dell’amministrazione verso questa proposta e su altri interessanti progetti che in questi anni sono stati avanzati. Sulle qualità professionali dell’architetto Cristian Gori ci siamo già pronunciati e non vogliamo dilungarci. Rinunciamo volentieri all’accusa di adulatori nei suoi confronti, in quanto parlano i suoi progetti spesso oggetto di convegni internazionali e di pubblicazioni, cosa che, comunque, dà sempre lustro a Bellaria Igea Marina.

Ciò che ci preme invece sottolineare (e lo diciamo per i futuri amministratori di qualunque colore politico essi siano) è la necessità da parte del palazzo di aprirsi verso la cittadinanza e soprattutto verso proposte progettuali di qualità. Il paese ha urgente bisogno di idee valide e fattibili, del confronto e di aprirsi al dialogo. Solo cosi si alimentano le riflessioni e si concretizzano poi le idee. Col sindaco uscente Enzo Ceccarelli, tutto questo non è avvenuto nonostante in campagna elettorale nel 2009 proclamasse il Kennedyano slogan: «non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi ma chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro paese». Tutto inutile, se poi si ostacolano e disprezzano i talenti e le qualità dei propri cittadini.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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