L’INTRALLAZZO: CHIESANOSTRA SRL

Ringraziamo per la collaborazione quei lettori che ci stimolano con i loro suggerimenti.  Continuiamo con la stesura della trama.

Per comodità, nel novellato (citazione dal lessico di un noto consigliere comunale…), da oggi attribuiremo nomi o pseudonimi ai protagonisti. Di conseguenza aggiorneremo con questi nomi anche le puntate precedenti.

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Anacleto (il protagonista) riceve le ultime rivelazioni da Golaprofonda (l’impiegato della banca), il quale comincia da lontano.

«Vedi Anacleto (ormai si danno del tu), tu non puoi immaginare il potere di questa banca. Devi sapere che è immischiata in ogni interesse della città. Fino a poco tempo fa decideva tutto un clan di persone, tutte legate, direttamente o indirettamente, a Comunione e Liberazione e alla parrocchia più grande della città. Tutto ha un fine molto preciso: il totale controllo degli affari – più o meno puliti – della città.» Anacleto rimane un po’ perplesso; Golaprofonda prosegue. «Questo è un discorso che riprenderemo più avanti, per ora sappi questo: tra un paio d’anni il controllo della banca sarà totalmente nelle mani della capogruppo; i soci lo sanno bene. Quello che non sanno è che non conteranno più nulla. La capogruppo potrà intervenire anche nel CDA della banca, in poche parole non sarà più una banca locale, ma solo una filiale. L’unico che ci guadagnerà qualcosa sarà l’attuale Presidente, che tra due anni lascerà l’incarico e diventerà consigliere nella stessa capogruppo. In pratica si è assicurato una carriera.»

Anacleto comincia a pensare che è stato un ingenuo. Si confida con un amico bagnino, il quale gli dice: «Guarda che, qui da noi, tutto viene deciso dalla chiesa, che è una specie di cupola. A parte alcune cose, tutto è sotto il regime di “chiesanostra”; banca inclusa.»

Tramite il suo amico bagnino, Anacleto scopre altre cose. Offerte scandalose per spiagge e alberghi da parte di un importatissimo e potentissimo politico di maggioranza, che voleva acquisirli per cifre irrisorie. Lo stesso politico ha ottenuto finanziamenti a fondo perduto per le sue attività e anche se non è chiaro come ci sia riuscito, forse tanti l’hanno intuito: il politico, guarda caso, è legatissimo alla chiesa.

Persino un’associazione non a scopo di lucro, molto legata al politico di cui sopra – scopre Anacleto – ha dei comportamenti alquanto strani. Uno è quello di indirizzare clienti ai ristoranti, ma al prezzo deciso da lei, e facendosi dare anche una mancetta, in nero ovviamente, per ogni cliente inviato…

Questa associazione è sempre in prima linea in ogni cosa che avviene in città, quasi possedesse un monopolio.

L’amico bagnino gli dice di non preoccuparsi se nel suo albergo ha qualcosa non completamente a norma, gli rivela infatti che il 90% degli alberghi della città non è in regola. «Se davvero si effettuassero dei controlli – gli dice – non si salverebbe nessuno.» E continua esortandolo a sporgere denuncia per le minacce subite. Ma Anacleto non si fida, ha paura per sé e la sua famiglia. Una cosa ha imparato: queste persone sono assai vendicative.

Infatti un altro amico albergatore gli ha raccontato che gli amici albergatori di quel politico lavorano senza problemi, al contrario quelli che gli si sono schierati contro, hanno addirittura perso clientela, faticano a far quadrare il bilancio e sono soggetti a continui controlli.

Anacleto sa anche altre cose. Alcuni investimenti del Comune (milioni di euro) sembrano essere indirizzati a favorire le attività di quel politico; addirittura una nuova strada. La cosa per cui rimane stupito, è che tutti stanno zitti, nessuno ne parla e nonostante alcuni esposti indirizzati alle autorità competenti, sembra non si muova nulla. Infatti non si ha notizia di alcuna indagine. Le cose – è strano – non sembrano minimamente interessare la Procura competente.

Anacleto pensa, «perché dovrei sporgere querela rischiando tutto quello che ho? Sì, è vero, la Magistratura e le forze dell’ordine esortano le persone a collaborare, ma poi non si vedono i risultati». Comincia a comprendere il significato del termine “omertà”. Ma mentre al sud se denunci il malaffare le autorità ti proteggono, qui succede che alla fine sei tu stesso a essere messo sotto accusa. I possibili reati sono tutti al limite della legalità, ci vuole più tempo per ottenere il risultato, ma alla fine tutto potrebbe risultare perfettamente legale. La Magistratura dovrebbe dimostrare che si tratta di organizzazioni simil mafiose, cosa non semplice, specialmente quando ci sono coperture politico-religiose. Guai, infatti, a toccare la chiesa.

Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti, è puramente casuale.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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