QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DEL CENTRO CONGRESSI

Una storia molto particolare quella del Centro Congressi: è nata male e sta finendo peggio.

Se mai qualcuno avesse dei dubbi, diciamo che il Centro Congressi non avrebbe nemmeno potuto avviare la sua attività. Non è mai stato in regola, non ha mai ottenuto l’abitabilità, eppure è stato usato per decenni. Si sa che Veleno era un tipo singolare, nessun verbale lo avrebbe potuto fermare. Si sarebbe dovuto chiedere l’intervento della Magistratura, ma nessuno lo ha mai fatto, forse perché non ha ritenuto conveniente farlo.

Questo è il più lampante esempio delle cose fatte “alla bellariese” – tiriamo avanti, tanto nessuno ci fa niente, siamo intoccabili -. Tutto era funzionale all’economia della città, e per questo tutti sono stati zitti.

L’impero di Veleno si è poi sgretolato e dopo la sua morte gli eredi si sono trovati in mano alle banche. E fu così che spuntò un accordo con il Comune: uno scambio di volumi edificabili all’ex Aquabell, in cambio del centro congressi. In attesa che tutto si perfezionasse il Comune se lo sarebbe preso in comodato d’uso. E qui cominciano i guai: come fa una Pubblica Amministrazione a prendere in carico l’uso di un immobile non in regola e addirittura darlo in gestione come se niente fosse?

Nel frattempo avviene un secondo fatto: il ritiro della licenza e di conseguenza l’ordine di chiusura immediata del Rio Grande per irregolarità edilizie. Praticamente quello che si sta facendo adesso per il centro congressi, dove infatti vengono ordinate delle demolizioni.

Belligea allora denunciò immediatamente la disparità di trattamento tra il Rio Grande e il centro congressi, da sempre gravato da abusivismi, dei quali però il Comune si è accorto con inspiegabile e colpevole ritardo emettendo l’ordinanza di demolizione. A causa di articoli che trattavano questo argomento il sottoscritto venne querelato. I querelanti affermarono che era tutto in regola e «Belligea raccontava fantasiose notizie prive di ogni fondamento…»

Finalmente i consiglieri del M5S fecero gli accessi agli atti, sempre ottenendo risposte vaghe, finché riuscirono a farsi consegnare gli incartamenti giusti. Il Comune rispose che era tutto a posto e che mancava “solo” il certificato di abitabilità, ma semplicemente perché “non si trovava”… Poi, forse incalzati da qualcuno, mandarono l’ufficio controlli per eseguire delle verifiche. Queste, guarda caso, rilevarono diverse cose che non andavano, cose già a conoscenza del Comune dal 2012, il Comune stesso lo dichiara nell’ordine di demolizione. Si potrebbe parlare di omissione di atti d’ufficio, come si giustificano l’Amministrazione e il dirigente ing. Bonito?

Ancora una volta il Comune dichiarò che le attività al centro congressi potevano continuare… Improvvisamente arriva come un fulmine a ciel sereno l’ordine di demolizione. Ma non era tutto a posto?! Bonito si è svegliato tutto d’un colpo?

Comunque le attività al centro congressi proseguono, ed è questa la cosa più strana. Senza abitabilità e con un ordine di demolizione, l’ufficio licenze dovrebbe immediatamente ritirare la licenza. Proprio il Comune nell’ordinanza di demolizione dice:

«Le riscontrate difformità nell’esecuzione delle opere di urbanizzazione previste dalla richiamata concessione edilizia, facenti parte degli obblighi realizzativi previsti del Piano Particolareggiato convenzionato, approvato quale presupposto per la costruzione del Centro Congressi, ed altresì la mancata cessione all’ente pubblico delle medesime opere e delle relative aree d’insistenza, egualmente parte dei detti obblighi, danno complessivamente luogo alla fattispecie di costruzione realizzata in assenza di titolo abilitativo, stante la natura di pre-concessione edilizia che è propria dei piani urbanistici particolareggiati, in quanto preordinati alla esecuzione delle opere di urbanizzazione indispensabili all’armonico inserimento delle costruzioni nel contesto urbano».

Assenza di titolo abilitativo”, un passaggio chiave, perché significa che da sempre il centro congressi è totalmente abusivo. Stiamo a vedere cosa s’inventeranno per far continuare le attività al centro congressi. Di sicuro qualcuno farà domande, molte domande e vorrà risposte giuridicamente valide.

Per ora una domanda ce la poniamo noi: se la proprietà non sistemasse entro 90 giorni e il centro congressi diventasse un bene comunale, chi pagherà le spese per la sua sistemazione? I cittadini? Quindi per far utilizzare quella struttura a qualche decina di alberghi e per le festicciole comunali, saranno i cittadini a dover pagare? Senza poi considerare le spese di mantenimento.

Alla fine viene il sospetto che sia stato tutto preconfezionato per impossessarsi del centro congressi. Ma forse hanno fatto i conti senza l’oste: le banche! Quelle non mollano la presa… Probabilmente tutto questo immenso caos porrà fine al sogno ceccarelliano di nazionalizzare il centro congressi per poi asservirlo ai suoi amici albergatori. Siamo a Bellaria, cosa si poteva pretendere di più?

La colpa la daranno a Belligea, ai maledetti Komunisti e agli stramaledetti Grillini. Di certo non a se stessi. Questa maggioranza, nella sua interezza, è totalmente responsabile. Nessuno ha mai alzato la voce per opporsi, quindi la colpa è solo dei soprannominati. Ecco!

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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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