DI PROTEZIONISMO SI MUORE

Lettera al Direttore di Gianpiero Gori

Il nostro Tonino Guerra ricordava: Non affrontare il futuro senza conoscere la tua storia, le tue radici.
E’ bene che ognuno di noi rifletta sulla situazione astiosa che si è creata negli ultimi due anni fra l’amministrazione e 140 aziende di servizi turistici cittadine. Situazione che difficilmente porterà a risultati positivi per lo sviluppo della nostra città e benessere per i suoi cittadini.
Ho proposto quattro fotografie per ricordare CHI e come, con volontà e sacrifici, ha fortemente collaborato fra gli anni ’60 ai ’90 a rendere Bellaria Igea Marina fra le dieci spiagge più ricercate d’Italia e d’Europa.
Vi ricordo alcune date ed eventi disastrosi per la nostra spiaggia, punto centrale per l’ attrazione di turisti, essendo il nostro turismo prevalentemente fatto di Sole, Mare, Spiaggia.
Nel lontano 1954 una violenta mareggiata da Levante spazzò via l’intera spiaggia, compreso il lungomare Colombo, in alcuni punti l’acqua si spinse fino alle fondamenta di alcuni alberghi. Si verificò l’effetto subsidenza, il paese sprofondò di circa un metro. Il genio civile di Ravenna per proteggere l’abitato fermò l’acqua del mare con gabbie di ferro riempite di sassi per l’altezza di 2 metri. Su quei sassi i bagnini vi costruirono delle piattaforme in legno dove istallarono due tre file di ombrelloni che assieme ai giardini di case e alberghi, allora più lontani dal confine, anch’essi trasformati in spiaggia, si salvarono alcune stagioni.
Nel 1957 iniziò la costruzione delle scogliere, cominciando dal porto.
Non essendoci sabbia la risacca delle onde contro le gabbie, la spiaggia aveva difficoltà ad attaccare. I bagnini per fermare questa corrente erosiva pensarono di fermarla costruendo dei moli lunghi anche qualche decina di metri. I moli erano eretti con sacchi di iuta pieni di sabbia, oppure con assate. Videro molto presto i benefici, nella parte Sud del molo si formavano punte di sabbia abbastanza larghe da potervi installare altri ombrelloni. L’operazione riempimento dei sacchi avveniva al mattino verso le quattro per sfruttare le secche della bassa mare e in più ogni giorno si aggiungevano scariolate di sabbia. Ogni estate erano circa due tre mila i sacchi da riempire per ogni bagno.
Le scogliere furono ben fatte e ancor meglio posizionate e in pochi anni con l’aiuto della sabbia uscita dal nostro fiume Uso durante le fiumane invernali, la spiaggia prese forma e fra il 1959 e i primi anni ’60 si potevano mettere due file di tende e una di ombrelloni.
Nel 1963, l’Azienda di cura e soggiorno, concessionaria del demanio marittimo, pensò di ristrutturare i servizi di spiaggia e le vecchie cabine di legno furono sostituite con quelle in cemento preconpresso prefabbricate, con docce e servizi W.C. Gli stabilimenti cominciarono a prendere forma, ma ancora una volta la natura ci mise le corna. L’otto Giugno del 1964 un violento tornado proveniente da Nord distrusse tutto ciò che c’era sulla spiaggia, cabine e chioschi compreso. Il giorno dopo tutti gli operatori di spiaggia erano pronti di buon ora per recuperare il salvabile e nel giro di una settimana fu rimesso tutto al suo posto e anche quell’anno la stagione fu salvata, con grande gioia di tutti i cittadini, ma soprattutto degli albergatori che a fine stagione poterono pagare le loro rate del mutuo senza problemi.
Fine anni ’60 al 1983 fu un periodo felice per la nostra città, l’economia andava a gonfie vele. Si aprivano nuovi locali per il divertimento: dancing, discoteche, pizzerie,ristoranti, cinema, negozi di abbigliamento, bar, galoppatoi, campi tennis, parchi giochi, sulla spiaggia: traino sci, e tante nuove imbarcazioni da passeggio. La vita turistica nel nostro paese si protraeva per 24 ore al giorno con allegria e spensieratezza e a notte fonda in più delle volte si concludeva con un gran bagno collettivo.
Il benessere cresceva in tutte le famiglie, la valuta pregiata aiutava l’importazione italiana, tutti ne traevano benefici.
Tutto ciò comportava rinnovamento è adeguamento di tutte le strutture turistiche perché richieste dal nuovo mercato. I villeggianti sono diventati turisti e il mercato richiedeva nuove strutture, soprattutto pubbliche, che non sono mai arrivate, anzi sono retrocesse:
voglio elencarne alcune: la risistemazione delle scogliere come in origine (appiattimento) per potercisi sdraiare e prendere il sole, creare punti di svago come trampolini, acqua scivoli, ma sopra tutto rendere l’ascesa sugli scogli possibile senza immergersi nel fango o tagliarsi sulle pietre scivolose. Pensare ad una darsena per diportisti con nuova protezione per la foce del fiume che garantisca più tutela per le imbarcazioni che vi entrano e stazionano. Portare l’emissione dell’acqua durante le maree giornaliere o durante le fiumane più al largo possibile (qualità delle acque). Rendere la corrente del fiume più forte, al fine di avere meno secche, ma più sabbia da riporto per la nostra spiaggia (recupero della sabbia). Un’arena adeguata per gli spettacoli ed eventi che dia un piacevole e comodo ascolto e visibilità (non la solita piazza da mercato ambulante). La viabilità e i parcheggi auto tanto promessi e ancora inesistenti per la nostra necessità, con servizi di navetta (troppe auto sulle strade) e troppo vicine al mare. Nuove vie di trasferimento interno, alternative a quelle attuali. Favorire gli investimenti dei privati e premiare nuove idee.
Torniamo alla spiaggia e ai suoi operatori: bagnini, chioschisti, salvataggi, noleggiatori di barche. Nel 1984 abbiamo avuto la proliferazione delle alghe: rosse, verdi, marrone, con grande moria di pesce. Il cattivo odore per la decomposizione del pesce si sentiva fino oltre la statale adriatica, molti turisti sono scappati, ma anche in quel caso la stagione fu portata a buon fine per l’intervento di pulizia fatto dagli operatori di spiaggia. Nel 1989 la cosa si è ripetuta con le mucillagini, sempre con grandi interventi degli stessi operatori altra stagione salvata alla meno peggio. Parliamo delle tante mareggiate invernali che hanno continuamente danneggiato pavimentazioni, cabine e chioschi; pulendo e ripulendo e sistemando l’arenile ogni qual volta ce ne era la necessità, in tutti i mesi e le stagioni del anno. Questo per ricordare che l’arenile è una zona precaria e così sono le opere montate in quella zona. Ritengo non si possa parlare di abuso edilizio in un luogo dove ogni evento della natura possa demolire tutto in qualsiasi momento.
Le strutture sulla spiaggia sono nate per necessità, richieste dagli stessi turisti che la usano. Le pavimentazioni sono nate per agevolare gli anziani che hanno difficoltà con l’equilibrio, le pedane, prima più strette, poi allargate per coloro che arrivano con la sedia a rotelle e vogliono raggiungere il mare, i passeggini dei bambini, la nostra è una spiaggia per bambini da sempre. Le tettoie o tende dei bar servono solo per bere o rifocillarsi un po’ all’ombra. Niente di straordinario o ingombrante, tutto precario, come dice il codice della navigazione: in caso di necessità tutto deve sparire in 24 – 48 ore. Dovete spiegarmi perché una pianta in un vaso è abuso, fuori no. Forse le palme sono spuntate per cause naturali?
Alcuni dati di presenze di turisti: 1963, nuove cabine 1253628; 1964, tornado 1794501;1969, superamento due milioni di presenze, 2083806; 1983, massimo storico presenze, 3128404; 1984, alga rossa 2702306; 1988, ripercussioni alga rossa, 2419782; 1989, mucillagini mese Luglio 1291291; 2016, 2120000.
In conclusione: è mai possibile che con tutta questa partecipazione di cittadini per lo sviluppo di Bellaria Igea Marina, nel 2017 si debba arrivare al invio di una lettera diffida con scadenza in data 08/07/2017, per la richiesta di una garanzia fideiussoria con presenza notarile per la demolizione di precari abusi edilizi: vasi, piastre, piccole tettoie, campi da bocce sulla sabbia, giochi per bambini, qualche cabina, per la realizzazione di un nuovo piano di spiaggia che nessuno conosce o non ha potuto esprimere le sue esperienze per la realizzazione, anticipando in barba alla legge nazionale non ancora approvata, ma che chiede una proroga alla legge europea denominata Bolkestein fino al 2020, i nuovi bandi o evidenze pubbliche per le concessioni demaniali. Mi chiedo: perché tanta fretta? Io posso già immaginarlo, ma non mi aspettavo fosse fatto da una giunta di centro destra che si dichiara al occorrenza Liberale, qui di Liberale c’è ben poca cosa. Il liberalismo che conosco si batte per incentivare e premiare il merito, ma solo dei meritevoli, senza protezionismo. Bellaria Igea Marina sta morendo di protezionismo. Sono stupito che il signor Berlusconi, liberale dichiarato accetti queste condizioni e ancor più dei componenti di Forza Italia locali.
Nel Maggio del 2009, mese del insediamento della nuova maggioranza in consiglio comunale, la frase: Rivolteremo Bellaria Igea Marina come un calzino, si è ripetuta in ogni intervento con insistenza. Temo che quel calzino si sia infilato sulla testa di qualcuno e si sia latticizzato. Peccato, la città ha perso altri 10 anni di occasioni per crescere.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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