CHIOSCO, CHIOSCO DELLE MIE BRAME, SEI TU IL PIU’ BELLO DEL REAME?

“Cornuto! Disse il bue all’asino…”

Passerò a prendere le chiavi dei chioschi”. Questo andava dicendo il Sindaco Enzo Ceccarelli da un paio d’anni a questa parte. E spesso aggiungeva: “Guardate in casa vostra come siete messi.” Era il suo modo per lasciar intendere che i chioschi non erano in regola.

Bene, benissimo, anzi no, male, malissimo, visto che apprendiamo che fino a poco tempo fa il chiosco della famiglia Ceccarelli/Lazzarini non era in regola. Aveva abusi non sanabili. Il chiosco, infatti, aveva abusi a carattere edilizio e paesaggistico, non commessi dall’attuale proprietà, ma dai precedenti proprietari, dei quali erano comunque perfettamente a conoscenza.

E’ stato realizzato con forma diversa rispetto al progetto originale e aveva le pavimentazioni e una tenda non autorizzati, che ora, probabilmente, sono stati miracolosamente rimossi. Questo va detto per onestà, perché si devono raccontare i fatti come stanno senza condirli con favolette.

C’è però da considerare una cosa: con il fior fiore di geometri e ingegneri presenti nella sua corte (Maggioli, Giovanardi e Giorgetti), ci sembra strano che nessuno di questi si sia premurato di dare i giusti consigli per regolarizzare quegli abusi per tempo, cioè anni fa.

Il vero punto però è un altro: come può un Sindaco che si erge a Sacro Difensore della legalità, nonché integerrimo e inflessibile giustiziere di bagnini e chioschisti, non essere in regola? Questo significa che Sindaco e famiglia, durante il doppio mandato, per circa sette anni hanno esercitato un’attività non rispettando le normative. Chi mai poteva immaginarlo?

Avrebbe quindi fatto cosa giusta a guardare anche in casa sua, prima di puntare il dito contro gli altri. Altresì avrebbe dovuto lui stesso consegnare le chiavi del suo chiosco alle autorità competenti, visto che chiedeva le chiavi degli altri chioschi.

Anni e anni non in regola proprio da parte del Sindaco, roba da Repubblica delle banane. Cosa inammissibile perfino nel remoto Katanga (ci siamo informati).

C’è stato anche chi ha cercato di impedire che si venisse a sapere. Un certo dirigente, molto diligente con la propria Amministrazione, ha cercato di escogitare il modo per far diventare un semplicissimo accesso agli atti una questione di Stato, consegnandolo anche in ritardo dai tempi previsti per legge. Vero ing. Bonito?

Un Sindaco dai comportamenti non proprio consoni al suo ruolo e un dirigente che cerca di coprirlo, sono ancora degni di fiducia?

Non era molto più semplice dichiarare che lui stesso aveva dei piccoli abusi invece che cercare di far finta di niente? Un Sindaco dovrebbe essere un limpido esempio per la sua città. Questa brutta abitudine di nascondere la polvere sotto al tappeto è ora che finisca. Sembra che viviamo in una città molto “polverosa”.

Sollecitiamo con la massima cortesia i summenzionati soggetti a sporgere querela nei confronti del sottoscritto, qualora ritengano che quanto soprascritto non corrisponda a verità, così salteranno fuori tutte le carte e ci sarà da divertirsi.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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