CEKKARELLENSTEIN IN ARRIVO

Ci siamo, sta arrivando il giorno fatidico, echi di corridoio diffondono che i bandi saranno pronti per Giugno.

La “grandeur” ceccarelliana sta per deflagrare con tutta la sua potenza. Il Sindaco Enzo Ceccarelli si è messo in testa “un’idea meravigliosa”. In pratica vuole spiagge favolose, con grandi investimenti, coinvolgendo gli albergatori e i bagnini che si associano tra loro. Non ci sarà più spazio per il singolo piccolo concessionario, impossibilitato a sostenere investimenti di quella portata.

Il Sindaco, con il fondamentale aiuto del Super Dirigente dott. Cecchini, vuol essere il pioniere della Bolkestein. Ma è qui che nasce il problema; questa non è la Bolkestein, ma la Cekkarellenstein.

Questi bandi, che non si sa come possano anticipare sia la normativa Regionale che quella Nazionale, potrebbero appunto essere in contrasto con le normative che ancora devono essere definite.
Con molta probabilità nel 2020 si dovrà rifare tutto. Sembra di essere tornati alla famosa “autarchia” dei tempi del fascismo.

Si ha l’impressione che il dott. Cecchini voglia usare il nostro Comune come palestra amministrativa per farsi un nome a livello nazionale, anche in virtù della recente delibera che gli permetterebbe di assumere incarichi esterni e fare consulenze per altri comuni.

Torniamo alle favolose spiagge della Cekkarellenstein.
A tutti piacerebbero spiagge bellissime, ma c’è una serie di problemi diversi tra loro: il primo è che il dirigente della paesaggistica, a cui noi facciamo capo, vorrebbe insediamenti sul litorale ridotti al minimo, con il ritorno, a suo dire, delle dune naturali. Il secondo è di natura commerciale: a quali turisti affittiamo queste spiagge? Non certo alla clientela che negli ultimi anni frequenta la nostra città. Sono pochi, una decina al massimo, gli alberghi che possono vantare una discreta quota di clientela in grado di “spendere”.

Di certo abbiamo bisogno di crescere, ma non così in fretta come la Cekkarellenstein imporrebbe di fare. Tutta la città si dovrebbe adeguare al nuovo corso, specialmente gli albergatori.

Albergatori, che ricordiamolo, in molti casi hanno rovinato il nostro turismo andando dietro ai “guru”, che a un certo punto negli anni ’80 hanno cominciato a lavorare solo con i pullman delle Agenzie, abbassando i prezzi e, conseguentemente, il livello dei turisti, riempiendo gli alberghi di “nuovi barbari”, rinunciando alla clientela privata perché lavorare con le agenzie che riempivano le camere era molto più facile. Così facendo però, non solo hanno demolito la nostra immagine turistica, ma hanno messo in crisi altri operatori: negozi, bar e ristoranti. La cosa interessante è che questi malpionieristici guru, sono finiti tutti in malora… tutti!

Le crisi ci sono in qualsiasi settore economico, sono proprio un fattore inscindibile dell’economia. Il problema si pone quando la crisi non è soltanto “ciclica”, ma quando diventa “crisi di sistema” e la nostra “è”, una crisi di sistema.
Avere delle spiagge “favolose” con alle spalle alberghi non all’altezza, è come nascondere la polvere sotto al tappeto.
In tutto questo c’entrano sia la socialità, che l’urbanistica.
Ma questi temi saranno oggetto di altri articoli.

Facciamo un piccolo esempio: fino alla fine degli anni ’90, non si trovava un locale libero per aprire un’attività, pochi anni dopo, e fino ai nostri giorni, i locali liberi abbondano, ma nessuno li vuole più, affitti troppo alti, volume d’affari ridotto, turisti che non possono spendere, margini troppo bassi.
In tanti ci hanno provato, e altrettanti hanno dovuto chiudere.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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