SPIAGGE: L’OPINIONE DEI CHIOSCHISTI

COMUNICATO STAMPA

I concessionari dei bar di spiaggia sono circa 50. Tutti, sottolineo tutti, sono favorevoli ad un piano dell’arenile che valorizzi il bene principale di cui dispone Bellaria-Igea Marina. Lo sono per interesse diretto ovviamente; ma lo sono anche per il senso di appartenenza ad una comunità che ha nell’arenile una fonte complessiva di ricchezza.

Ritengo che i concessionari di spiaggia abbiano fatto, nel corso della loro lunga storia, buona imprenditoria nelle condizioni date. Hanno sempre saputo adeguare le loro attività alle richieste del turismo. Vogliono continuare ad essere un riferimento per l’economia cittadina in un mondo che cambia velocemente, con regole nazionali e soprattutto sovranazionali in profonda trasformazione.

Figurarsi, dunque, se non guardiamo con interesse e rispetto alle iniziative delle istituzioni e della politica. E però, voglio dirlo con franchezza, i concessionari dei bar di spiaggia colgono una certa sfasatura tra proposte e tempi delle istituzioni e richieste del mercato turistico.

Faccio un esempio: c’è una forte domanda di ristorazione – piccola ristorazione – sull’arenile. Rimini e Riccione si stanno orientando verso questo servizio. Perché Bellaria Igea Marina no? Perché possiamo offrire solo ed esclusivamente servizi che andavano bene per un modello turistico datato, basato sulla pensione completa?

Il piano dell’arenile che è stato presentato oramai molto tempo fa, ha parecchi limiti che riassumo in una espressione: è calato dall’alto, pensato secondo un modello che non prevede confronto con gli operatori di spiaggia. Almeno non lo ha previsto con i concessionari dei bar di spiaggia, le cui proposte non sono mai state tenute in considerazione.

Non sappiamo il perché, dal momento che l’attuazione del piano stesso ha bisogno anche delle nostre risorse. Quel che sappiamo, invece, è che se ci fosse stato un nostro coinvolgimento nella elaborazione dello strumento il risultato sarebbe migliore pur cogliendo, in alcune indicazioni del piano stesso, elementi di novità interessanti.

Vi invito a entrare nei nostri panni di imprenditori in questa fase di incertezza sul destino delle concessioni demaniali. L’orientamento del Comune è quello di mettere ad evidenza pubblica le circa 150 concessioni. Di farlo anche con rapidità, nonostante un quadro normativo ad oggi indecifrabile, e nonostante annunci che davano le concessioni messe ad evidenza nel 2017 e ora nel 2018.

Sinceramente riteniamo che 150 evidenze pubbliche su 150 lotti di arenile siano un azzardo che apre la strada ad un risultato incertissimo. Al contrario i concessionari hanno le professionalità, le risorse, la volontà per puntare alla gestione di poche macroaree, omogenee per caratteristiche, ove formulare proposte concrete di riqualificazione in un contradditorio con la pubblica amministrazione.

Abbiamo, in questo senso, una progettazione avanzata che, naturalmente, è a disposizione dell’Amministrazione comunale. Abbiamo, come chioschisti, preso anche l’iniziativa di un confronto con i bagnini che riteniamo possa dare buoni frutti.

In ogni caso vorremmo fosse chiaro che non chiediamo alla Pubblica Amministrazione un percorso privilegiato. Siamo consapevoli che, in prospettiva, le evidenze pubbliche non siano eludibili perché così vuole l’Europa con la Bolkestain, ma, ricordo, la direttiva deve essere recepita dal nostro ordinamento, e come e quando questo avverrà, non è ancora chiaro. La politica è in ritardo, il Parlamento procede con una difficoltà accentuatasi dopo il referendum del 4 dicembre.

L’orientamento, che pare condiviso, è comunque quello di una legge nazionale che attribuisca al concessionario che dovesse essere estromesso il riconoscimento dell’avviamento commerciale, il valore della sua professionalità e il valore dell’investimento. È ovvio che evidenze pubbliche fatte con un quadro normativo di questa natura sarebbero ben altra cosa dalle 150 evidenze che intende fare il Comune di Bellaria Igea Marina. Nel primo caso il concessionario estromesso godrebbe di importanti ammortizzatori economici, nel secondo dovrebbe unicamente smobilitare dall’arenile ai sensi dell’articolo 47 del codice della navigazione senza nulla in cambio. È uno scenario da incubo per chi ha messo risorse, fatica e il proprio destino in quelle attività. Ma è uno scenario da incubo anche per la Pubblica Amministrazione, che al di là delle sue intenzioni, potrebbe entrare in un rischiosissimo conflitto con i concessionari eventualmente estromessi. Siete sicuri di voler correre questo rischio? Siete sicuri che ne valga la pena?

Quel che diciamo all’Amministrazione comunale è di riflettere, di pensare alle conseguenze di 150 evidenze pubbliche da svolgersi in presenza di un quadro normativo insufficiente e penalizzante per gli attuali concessionari. Peraltro non siamo soli in questa richiesta. Intratteniamo rapporti costanti con l’Assessorato Regionale al Turismo e vi posso assicurare che la Regione Emilia-Romagna è del nostro stesso parere.

Riccardo Pazzaglia, Presidente

Cooperativa bar di Spiaggia

Bellaria-Igea Marina

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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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