IL CLAN DEI BORDONCHIESI

Alleluia,  alleluia! Un altro successo per il clan, altro posto occupato, altro stipendio incassato.

L’ormai famoso Don Enzo da Bordonchio, piazza un altro suo parrocchiano su una poltrona importante.

La notizia è semiufficiale: l’avvocato Roberto Turroni entra nel CDA di Fondazione Carim.

Naturalmente, quando c’è a disposizione un posto di prestigio come la presenza in Fondazione Cassa di Risparmio, si richiamano i vecchi leoni (anche se un po’ spelacchiati) come per l’appunto l’avv. Turroni. Pure lui tiene famiglia.

La “poltrona” era in quota al Comune di Bellaria I.M. spinto e fortissimamente voluto a quel posto da Enzo Ceccarelli, appartenente allo stesso clan.

Roberto Turroni, scuola democristiana, vecchio marpione della politica, entrato in CC giovanissimo sotto la tutela di Italo Lazzarini, è stato Assessore con Nando Fabbri e, appunto, con Lazzarini, vagando poi, come il suo mentore, per tutte le varie correnti politiche che più gli aggradavano, a seconda delle momentanee esigenze e convenienze.

Insomma: un uomo per tutte le stagioni.

Soffermiamoci sul clan della parrocchia: Enzo Ceccarelli, Sindaco; Corrado Monti, Presidente della Romagna Est; Roberto Mazzotti, ex Iccrea e prima in Romagna Est, in odore di prima cittadinanza; Ivan Monticelli, Consigliere detto “il pirata del ghetto”; Michele Neri Assessore; Loretta Scaroni, Assessore con marito di Bordonchio.

Monti-Monticelli, l’accoppiata tecnico/finanziaria che ha ereditato lo studio che fu di Lazzarini, che ancora oggi porta il suo nome e che va per la maggiore. Adesso il ritorno dell’Highlander Roberto Turroni. Tutti bordonchiesi Doc.

In pratica tutto il potere della città è concentrato per il 90% nelle mani del “Clan dei bordonchiesi”, non è un po’ troppo?

Si registra solo un fallimento… Monticelli non è stato eletto in Regione! C’è anche il cavalier servente: “Il Nuovo” nella figura del suo Direttore Emanuele Polverelli. Mentre il vecchio Direttore Claudio Monti, anche lui bordonchiese, è stato momentaneamente piazzato su una testata riminese. Un tempo fidato e ben pagato collaboratore di Scenna, salvo diventarne un suo acerrimo nemico subito dopo aver abbandonato il Comune.

Dimenticavamo la Madre Badessa, al secolo Marzia Domeniconi (a proposito, auguri, oggi è il suo compleanno). Non appartiene al clan, ma anche lei, guarda caso, di Bordonchio, di formazione pseudo social/repubblicana UIL, confluita in FI e poi in NCD, anche lei su una poltrona di Assessore.

Tutti, ripeto, fortissimamente tutti, sono “figli” di Lazzarini, introdotti al mondo politico e professionale dal buon Italo. Tutti devono la loro fortuna a lui, che al tempo, probabilmente, non immaginava di creare un tale “mostruoso” Gruppo di Potere, che ora, perso il pastore che lo disciplinava, sciama libero facendo ovunque danni.

Dove vogliamo arrivare Don Enzo? Alla Presidenza del Consiglio? O addirittura a quella della Repubblica? Non è che i suoi “nipotini” si sono montati un pochino la testa?

Disquisiamo: quando quella fascia politica centrale dominata da questi personaggi si sposta, determina (speriamo che lo si possa dire al passato “determinava”) la vincita dell’uno o dell’altro schieramento. È chiaro che questo concede un potere esagerato rispetto alla reale rappresentanza politica e sociale. È un potere d’interdizione, un potere che quando si esercita, non sempre conduce a risultati positivi.

Quando si è schierato con il centro sinistra, ha prodotto l’ultimo Prg che ne ha devastata la reputazione. Con il centro destra ha invece prodotto questo dominio del “kaiser“.

Quando i “venti di potere” vorticano per ingurgitare il dominio, qualcosa che non va c’è sempre. C’è qualcosa di deleterio nei vecchi ma collaudati metodi democristiani sulla spartizione del potere.

In tutto questo bailamme, questo giro di poltrone e di potere, cosa fa Forza Italia primo partito del CDX? Si mette alla finestra e porta voti alla causa del clan in cambio di un paio di posti di terzo livello, piazzando personaggi di quarto livello. Le teste pensanti rosicano, ma per ora stanno al gioco: perché?

Questa parrocchia, insieme al suo clan, è in grado di influenzare la società in modo pesantissimo, una parrocchia in grado di raccattare una notevole quantità di voti, circa un 13%, più che sufficienti per essere nella stanza dei bottoni. Ricordate Bettino Craxi che ebbe a dire: “con un 13% si possono fare grandi cose”?

Ma una parrocchia, non dovrebbe occuparsi delle anime dei suoi parrocchiani? Insomma il suo compito è spirituale non certo politico-economico, e di potere! E allora ci domandiamo: non è che Don Enzo abbia sbagliato carriera, oppure continui in proprio quel “potere temporale”, ufficialmente scomparso con Pio IX, ma mai realmente annullato?

Oggi,  14 luglio, è l’anniversario della rivoluzione francese, ci sarà mai la rivoluzione bellariese contro questo Ancien regime?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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