ASTA FLUVIALE: NON MANCA NEMMENO LA BARCA AFFONDATA

Nell’articolo “L’anarchia dell’asta fluviale”, si descriveva la singolare situazione in cui si trova il tratto del fiume Uso compreso tra via Ravenna e la proiezione del vecchio ponte demolito.

Era anche testualmente specificato che: «Nel regolamento (art. 12) è anche previsto che in caso di sommersione, l’unità deve essere immediatamente recuperata dall’utente oppure si procederà d’ufficio, ma la storia dimostra che le imbarcazioni sommerse sono rimaste pericolosamente sommerse e recuperate (forse a spese della comunità) dietro qualche segnalazione ufficiale».

Bene, cosa ci fa quindi quella barca affondata che da molto tempo ormai giace appoggiata alla melma del letto?  (foto in basso).

Di chi è? Perché non vorremmo che, considerato che il regolamento prescrive che l’imbarcazione affondata sia recuperata dall’utente, non ci si sia premurati di sapere di chi sono le barche ormeggiate, per poter, in caso di affondamento, non dover gravare sulla spesa pubblica per il recupero, e lo smaltimento.

Se poi, come risulta, il tratto fluviale in oggetto è dato (illegittimamente) in subconcessione, almeno sia il subconcessionario a censire le imbarcazioni ormeggiate, che non dovrebbero essere ormeggiate, ma in effetti lo sono. E’ per caso il Circolo diportisti il subconcessionario? Nel caso meglio che si diano una smossa, prima di incorrere in problemi.

E comunque muoviamoci, perché se con una piena la barca venisse trascinata dalla corrente e facesse danni alle imbarcazioni più a valle, chi dovrebbe risarcire questi danni?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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