L’ANARCHIA DELL’ASTA FLUVIALE

Se come da proclami, è realmente intenzione dell’Amministrazione far rispettare leggi e regolamenti, inizi anche a controllare ciò che la riguarda.

Da anni c’è un limbo in cui si opera allegramente senza che vi siano competenze e che resta qual è, solo per il disinteresse dei bellariesi e l’interesse di coloro a cui fa comodo che le cose restino come sono.

Quanto segue spiega come stanno realmente le cose.

L’asta fluviale fa parte del patrimonio pubblico e classificato come demanio idrico le cui competenze spettano alla Regione.

Nel caso specifico dell’asta fluviale del fiume Uso, questo bene è stato concesso dalla Regione Emilia Romagna – Giunta Regionale – Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa al Comune di Bellaria Igea Marina con Determinazione n. 004449 del 15.04.2003.

Il Comune di Bellaria Igea Marina, a seguito della concessione, ha approvato un regolamento sull’uso del tratto di canale fluviale compreso tra la via Ravenna e la proiezione del vecchio ponte demolito (ex strada provinciale litorale 45) con delibera del consiglio comunale n° 0000091 del 08.06.2005. (GIUNTA SCENNA)

Dai due atti risulta palese come nell’atto della Regione non sia prevista la subconcessione dell’aree, mentre nel regolamento comunale l’area fluviale non solo è stata subconcessa, ma non vengono neanche fatti rispettare le regole ed i divieti imposti.

Nell’Art. 18 di predetto regolamento si accennano ad alcuni divieti come:

  • Utilizzare le zone assegnate oltre il periodo di validità dell’atto autorizzativo;

  • effettuare prove d’elica e motore in qualsiasi orario;

  • effettuare operazioni di manutenzione;

  • sostare con qualsiasi mezzo sul marciapiede di via Uso che deve rimanete libero al traffico pedonale.

Alcune aree non vengono neanche usate per lo scopo a cui sono destinate, ovvero “destinate al transito alaggio rimessaggio e deposito di imbarcazioni da diporto e della piccola pesca”, in particolare l’area utilizzata dal cantiere Morri, dove vengono effettuati lavori di qualsiasi tipo a bordo delle unità (istallazione e manutenzioni motori saldature ecc ecc), che molte volte non rientrano nella categoria della piccola pesca/diporto.

Nel regolamento (art. 12) è anche previsto che in caso di sommersione, l’unità deve essere immediatamente recuperata dall’utente oppure si procederà d’ufficio, ma la storia dimostra che le imbarcazioni sommerse sono rimaste pericolosamente sommerse e recuperate (forse a spese della comunità) dietro qualche segnalazione ufficiale.

Oltretutto per anni lungo gli argini sono stati installati punti di ormeggio, quali anelli e catene, o anche scalette per superare l’ostacolo argine e salire a bordo delle unità, il tutto senza autorizzazione e senza i previsti collaudi strutturali e di sicurezza.

Ovviamente la Giunta Scenna avrà fatto un atto contrario agli obblighi previsti dalla concessione, pena la decadenza della stessa, ma l’attuale Amministrazione Ceccarelli ha comunque fatto finta che il problema non esista e non provvedendo al rilascio di una nuova subconcessione, scaduta nel 2010, ha di fatto “permesso” di far continuare a far utilizzare le aree in modo illegittimo .

Quindi, constatato che attualmente le aree dell’asta fluviale sono occupate senza titolo, poiché le relative autorizzazioni sono scadute “solo” nel 2010 e che le stesse aree non sono utilizzate come previsto dalla concessione, ci si chiede:

  • di chi è la responsabilità?

  • Quale autorità deve controllare e gestire questa area?

  • Ci sono stati introiti incassati per le subconcessioni?

  • Esiste qualche sanzione/denunce elevante in queste aree?

Questa è solo un’altra area abbandonata a se stessa del nostro comune.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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