L’ARCHITETTO CRISTIAN GORI AL CONVEGNO NAZIONALE URBANISTI

I progetti dell’Asta fluviale e centro città, un esempio
a livello italiano

Anche l’architetto bellariese Cristian Gori, unico libero professionista, dello studio Cowoking, è stato ospite come relatore con i suoi progetti alla XIX conferenza nazionale della Società Italiana degli Urbanisti (SIU), svoltasi a Catania dal 16 al 18 giugno. Un convegno che ha visto i protagonisti (le eccellenze dell’urbanistica italiana) confrontarsi in workshop su proposte, teorie e progetti urbani.

Una vetrina di risonanza nazionale, con una carrellata di progetti che ha coinvolto i Dipartimenti di Urbanistica delle più prestigiose Università di Architettura e Ingegneria Italiane e straniere.

Tra i progetti illustrati, anche la proposta di riqualificazione dell’asta fluviale e del centro commerciale naturale, firmate dall’architetto Gori su incarico della Confesercenti.

Architetto Gori, ci racconti questa esperienza tra il gotha dell’urbanistica italiana.

«È stata un’esperienza particolarmente costruttiva e lusinghiera, a cui non è facile accedere.»

Quali sono gli aspetti che hanno destato l’attenzione di questi lavori?

«Il tema delle “centralità urbane” è stato particolarmente apprezzato. Oggigiorno all’interno della città costiera, dilatata a scala regionale, non ha più senso parlare di singole realtà municipali, o peggio ancora, di centro e periferia, concetti che appartengono al passato.»

Che cosa intende per centralità urbane?

«Per centralità si intende un ambito urbano capace di affermarsi per una specifica identità e funzione. Una polarità che deve sapersi relazionare sia alla scala urbana che geografica ed essere integrativa alle altre polarità. Questo a prescindere dalla sua collocazione territoriale.»

Quindi, sia il Centro commerciale naturale che l’asta fluviale, potrebbero assumere questo ruolo.

«Se si impostano adeguatamente certi progetti sì. Occorre capire che per rigenerare parti di città in declino, è necessario intraprendere dei progetti urbani attraverso i quali definire quegli elementi che consentono di affermare una polarità vitale. Questo concetto si potrebbe estendere anche ad altre parti del territorio attualmente critiche, come zona colonie, area aquabel-cagnona, area fornace ecc.»

Cosa sta cambiando rispetto al passato nell’urbanistica?

«La consapevolezza che occorre elaborare un “Piano Idea” per poter definire il piano urbanistico della città e servirsi del Progetto Urbano come strumento di ricomposizione del territorio. In futuro si dovrà operare sempre più sul tessuto esistente, quindi recuperare per rigenerare. Saranno sempre meno gli interventi di nuove espansioni. Questo implica concepire l’esercizio progettuale sempre più come un atto “esplorativo” di possibili potenzialità insediative sull’esistente.»

Come vede il luogo della contemporaneità nella città diffusa?

«Il luogo della contemporaneità sarà sempre più dilatato nel tempo e nello spazio, in virtù dell’interattività derivata dai nuovi sistemi informatici, sempre meno circoscritto fisicamente e sempre più plurimo e sequenziale. Più assimilabile ad un “percorso” all’interno del quale, non solo ci si muove, ma fa muovere, ed esprimere molteplici azioni sociali. Il futuro del territorio sarà sempre più impostato sulla capacità di individuare delle potenzialità insediative non disgiunte dalla sensibilità ecologica, ma soprattutto occorre capire come riadattare gli spazi fisici della città ai molteplici stili di vita della società contemporanea.»

-Queste tematiche intendono delineare i nuovi crismi dell’urbanistica contemporanea per rigenerare le città e il territorio. Un’altra vetrina di prestigio che onora le qualità professionali dell’architetto Cristian Gori, protagonista negli ultimi anni, con i suoi progetti per Bellaria Igea Marina, di pubblicazioni, conferenze internazionali, nonché l’assegnazione dell’Achiwement Award, uno dei premi più prestigiosi al mondo sui centri città, ottenuto a New York nel 2013.

È paradossale che una simile figura professionale, sia ignorata dalla Giunta Ceccarelli, che proprio in queste settimane si è vista bocciare il PSC, mettendo così definitivamente in evidenza tutta l’incompetenza nell’urbanistica dei suoi tecnici. Questo nonostante si potesse contare su professionisti invitati a relazionare tra le eccellenze del panorama nazionale.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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