OUTLET “ECOMOSTRO” DIVENTATO INCUBO

Le menti obnubilate dall’ambizione, vedono quello che non c’è          Yoosup Bhaat

Il possibile impatto commerciale, dell’Outlet per il paese, l’abbiamo ben sviscerato già da tempo, ed è stato molto ben ribadito dalla Consigliera Cristina Zanotti.

Le cronache del tempo futuro scriveranno cosi: lo scempio del territorio avvenuto 8 anni fa, ha dato i suoi frutti. Un cavalcavia costruito mai aperto e ormai abbandonato, tre svincoli fatti appositamente per l’Outlet mai entrati in funzione, il denaro promesso al Comune arrivato solo in parte. Per cercare d’incassare le ultime rate, garantite da una fidejussione di una società sanmarinese, il Comune ha dovuto aprire una causa legale, il cui esito è molto incerto.

La struttura mai finita del “magnifico” Outlet, abbandonata e in via di avanzata decomposizione, giace lì, come un animale feroce colpito a morte da una mannaia e non sembra in grado di rianimarsi. L’ecomostro è un cadavere, ricoperto di insetti, puzzolente, pieno di miasmi cancerogeni, impossibile da smantellare, impossibile da rimuovere, sta lì a rappresentare il fallimento delle maldestre azioni dell’Amministrazione, su cui è meglio stendere un velo pietoso, mentre la città è circondata dal sudario dei loro errori, e i cittadini devono subire per pagare quelle manie di grandezza.

Tutto questo vi pare esagerato? È quello che è successo e sta succedendo a 50 km da qui, a Faenza. Informatevi, andate a farci un giro se non vi fidate. Il “Lifestyle village le Perle” di Faenza, è stato un totale fallimento, iniziato nel 2008 e MAI terminato, passato di mano 4 volte, nessuno è mai stato in grado di finirlo.

Il sogno è svanito, tutte le promesse di incremento dell’economia i posti di lavoro, tutto finito in niente. E non è detto che se fosse stato terminato e aperto, quelle promesse sarebbero diventate realtà. Ci sarebbe dovuto essere un significativo indotto economico sul territorio (80.000.000 di investimenti), di risorse finanziarie per le amministrazioni per circa 5.000.000 di Euro (fra oneri di urbanizzazione, ICI condivisa e fondo di perequazione) da destinarsi allo sviluppo dei centri storici, niente di tutto ciò è avvenuto.

La sola cosa interessante era l’ICI, condivisa con altri comuni, per compensare i possibili effetti negativi sul territorio, che nel caso specifico stanno alla base delle posizioni negative espresse nell’ultimo periodo. Per politica tesa alla diminuzione dei potenziali elementi di conflittualità con il tessuto commerciale preesistente, proprio attraverso l’uso della perequazione e con lo scopo “alto” di rigenerare in primis il centro storico e la città di Faenza nel suo complesso, e non solo. Ma a Bellaria siamo più furbi… quei denari ce li terremmo tutti per noi…

Sarebbe questa “l’opportunità”, che l‘Assessore Neri e i consiglieri di maggioranza, Giorgetti, Medri, Berardi e Monticelli, ci hanno illustrato in Consiglio Comunale? Sarebbe questo l’andare verso il futuro?

Tutto questo potrebbe accadere anche qui a Bellaria Igea Marina. Qual è la solidità finanziaria della società proponente? Nessuno ne sa niente. Per ora tante parole, nessuna relazione finanziaria, nessun progetto di fattibilità, parole, parole, parole, soltanto parole…. come cantava Mina.

Come abbiamo già scritto tempo fa, tutto questo appare come una manovra elettorale, che appunto è fatta di parole, promesse e null’altro. Se mai si dovesse fare, l’Amministrazione si prenderà i meriti, in caso contrario, avranno la scusa che sono stati i “cattivi” a far fallire tutto!

Due domande: come potrà la regione autorizzare un altro Outlet a soli 50 km dal fallimento di Faenza? E in un territorio dove sono presenti altri 5 centri commerciali (le Befane, i Malatesta, Romagna Center, Ikea, e Mercatone, a solo 20 km di distanza tra loro)?

La foto rappresenta lo stato attuale dell’Outlet di Faenza.

faenza outlet

 


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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