Golden Dawn: Power Plant

Dome alba 6

“L’alba dorata accarezza i fiori del deserto del Texas.” (ranofornace) ranina picciina

 

Golden Dawn-Evolution

golden 1C’è eroismo, abnegazione e frustrazione, spesso… per tanti gruppi sconosciuti. Perché l’incomprensione, il disinteresse al successo o altre vicissitudini hanno frenato l’ascesa alla notorietà; perché va a finire che a costo di seguire le proprie inclinazioni, si firma anche la propria “condanna”: “Fare prima di tutto, musica per la musica e non per piacere al pubblico”.

Ovunque si prova sondare realtà e contesti culturali d’interesse storico, si compiono anche atti di giustizia, ricambiati da nuove piacevoli emozioni verso quelle espressioni “minori” e dimenticate o mai considerate. Ed è per questo che noi, musicofili incalliti, stupiti da un indicibile fascino per  il nuovo e presi da una insaziabile curiosità per l’accaduto, ci dimeniamo in questo grande calderone che è la musica popolare e troviamo lungo le pieghe della sua storia, anche i segni di un timido passaggio. Ma è gradito ed arricchente fare certi incontri; veri e propri piaceri dell’ascolto.

Golden Dawn-Starvation

golden 3“Golden Dawn” erano un fenomeno locale nato nel 1966 ad Austin (Texas), nell’ambito delle compagini psichedeliche facenti a capo alla piccola casa discografica (oggi di culto) “International Artists” che raccoglieva gruppi quali “The 13th Floor Elevators”, “Red Crayola”, “Moving Sidewalks”, “Lost and Found”, ecc. Messi in piedi da un’idea di George Kinney (voce, chitarra, testi), reclutò Tom Ramsey (chitarra solista), Jimmy Bird (chitarra ritmica), Bill Hallmark (basso), Bobby Rector (batteria), un corpuscolo di giovani e sconosciuti cultori del “suono sudista”, sulla scia alternativa alla più specifica area californiana e cioè delle ventate armoniche westcoastiane ma intenti a cogliere l’armonia seguendo gli spunti trasgressivi trovati nella individuazioni sonore dei più autorevoli conterranei, “Red Crayola” e “The 13th Floor Elevators”.

golden colore 2Siamo nella terra dove è stato coniato per la prima volta in assoluto, il termine “psichedelico” nel 1966, in occasione del capolavoro degli “Elevators”, “The Psychedelic Sounds of The 13th Floor Elevators” e quindi la musica prodotta dall’uso smodato di droghe ha avuto qui il suo peso e prodotto i suoi effetti. I “Golden Dawn” hanno pubblicato un solo album nel 1968, dal titolo “Power Plant”; un lavoro che risente decisamente dell’influenza lisergica post-garage di “The13th Floor Elevators”, specie nell’uso della ritmica e del modo di cantare alla Roky Erickson. Quest’ultimo preso anche come modello di “follia creativa” più che comportamentale, dato i risvolti psichiatrici della sua dissennata esistenza.

Golden Dawn-My Time

golden kinney oggiDieci brani tutti originali per un lavoro ben fatto e piacevole. Apre “Evolution”, un inno enfatico, armato di sonagli alla Red Crayola che lo rendono eccentrico. L’arpeggio beat, “dondola” la ballata “This Way Please”, accompagna l’evanescenza coristica e il cantato “sgraziato” di Kinney per un classico trip ipnotico. La schitarrata garage di “Starvation” e una ballata ritmica e incalzante alla 13th floor…  con flessioni rollingstoniane. “I’ll be Around” è un rhythm & blues ancora all’insegna di Kinney, che alla maniera dell’amico d’infanzia e di scuola Erikson, ne coglie l’aspetto folle e surreale nel canto e nell’uso dell’armonica. “Seeing is Believing”, ballata country-folk che onora la terra sudista di suoni rurali fra canti, cori e ritmica di chitarre tipiche degli “elevators”.

Golden Dawn-Every Day

golden retro cover“My Time” è il brano più trascinante nello spirito della ballata garage-psichedelica, le ritmiche delle chitarre aprono a sentori byrdsiani con brucianti e distorte disgressione, flettono in sonorità apprese dai Red Crayola. “A Nice Surprise” mantiene il modello della ballata reiterata senza troppe divagazioni come anche il pop bislacco di “Every Day” che contiene piccoli accorgimenti effettistici come il “reverse”. La struttura di “Tell Me Why” è arricchita e stravolta ancora di “reverse”, nell’impostazione degli stilemi psichedelici del pop-mersey beatlesiano, nonché di sonorità alla “Chocolate Watch Band”. Chiude la delicata “Reaching Out To You”.

L’album, dalla bella e inconfondibile copertina dei funghetti e delle foglie colorate è piuttosto raro e ricercato in versione originale ed è stato più volte ristampato. “Power Plant”, ai suoi tempi avrebbe meritato maggiore successo ma non sempre tutto viene ripagato al momento, sono occorsi anni e anni di ricerca storica per dare la giusta collocazione e considerazione a questa piccola perla. Oggi è considerato un classico della psichedelia americana, opera di culto nel panorama cosiddetto “minore”.

Golden Dawn-Tell Me Whyrano 2

valutaz. ***

Pierdomenico Scardovi

 

 


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