CASTELLI VERI E CASTELLI D’ARIA

-Si parla molto in questi giorni, del possibile nuovo Outlet che dovrebbe sorgere nei pressi della campagna di Bordonchio in pieno territorio rurale, in prossimità dell’unico castello ancora presente a Bellaria Igea Marina.

Può sembrare strano, e magari non tutti i nostri concittadini, molti dei quali venuti di recente ad abitarci, sono a conoscenza che sul nostro territorio furono presenti tre distinti castelli e tanto altro. Strutture sorte in epoche e luoghi diversi, testimonianza di sistemi insediativi che si sono succeduti e hanno determinato l’evoluzione storica del territorio di Bellaria Igea Marina.

Certo sono tanti e differenti gli elementi sui quali si “scrive”; il passaggio di antropizzazione storica di una comunità, e questo, forse, dovrebbe essere motivo di riflessione per intraprendere un approfondimento sulla conoscenza del nostro territorio. Conoscenza non facile d’acquisire per carenza di bibliografia e, più ancora, per un diffuso disinteresse da parte di chi questo territorio lo vive che rende difficile apprendere, anche a livello di semplice informazione turistica, certe nozioni.

Promuovere una riflessione, o meglio un percorso informativo, che consenta di introdursi, più che nel territorio della memoria, nelle memorie del territorio. ovvero cercare di individuare e segnalare adeguatamente, quei segni in qualità di manufatti o di ecofatti, ancora presenti sotto forma di permanenze dirette (ovvero visibili) o indirette (cioè solamente leggibili come profili di filigrana), che consentano di far comprendere i processi di sviluppo ed evoluzione della nostra realtà urbana e rurale.

In modo particolare, per restare nel territorio rurale, quei complessi edilizi ancora esistenti delle case coloniche rientranti nelle tenute dominate dai castelli, alle trame dei segni viari o dei seminativi delle coltivazioni che continuano da secoli ad esprimere una propria realtà paesaggistica.
In modo particolare ci preme ricordare come sul nostro territorio municipale siano stati presenti tre strutture castellane: la più antica, quella risalente indicativamente all’XI secolo, riguarda proprio l’ attuale castello a Bordonchio.

Ciò che si vede ora, conservato in ottimo stato, noto come castello Benelli, è solo una recente costruzione eretta nell’ottocento sulle fondamenta di un precedente castello costruito nel medioevo.
L’attuale complesso, abitato sino al dopoguerra, si affermava come polarità di controllo delle tenute agricole, struttura economica appartenente all’aristocrazia terriera, all’interno della quale erano presenti le case coloniche dove risiedeva la forza lavoro dell’intero latifondo agricolo.

Meno evidenti gli altri due complessi castellani, quello di Castellabate, in corrispondenza di quello che attualmente è stato trasformato in ristorante, andato distrutto durante l’ultima guerra.
Era un castello, di modeste dimensioni, che si affermava come polarità territoriale all’interno dei poderi di proprietà appartenenti al Clero sino al 1848, concesse successivamente al Conte Giuseppe Bennicelli. Un complesso castellano, il cui valore paesaggistico territoriale, veniva esaltato dal viale alberato che dalla campagna conduceva al mare in quella che oggi rappresenta la via Castellabate.

Il terzo castello è quello malatestiano, costruito nei pressi del fiume Uso, da cui il nome Castrum L’usi, una sorta di complesso inglobante l’attuale chiesa di Santa Margherita, una struttura fatta edificare nel corso del XIV secolo per volontà di Galeotto Malatesta, destinata a divenire nel XV secolo, un’importante dimora di svago della signoria riminese, al punto divenire sede di ospitalità del Papa Gregorio XII tra il 1412-14.
Di questo complesso, oltre alla chiesa, erano pervenute sino ai nostri giorni le fondamenta con le mura di recinzione adiacente la sponda sinistra del fiume.

Purtroppo, la porzione di tracciato murario del complesso è andata perduta a causa dei lavori di manutenzione idraulica fluviale svolti negli anni ’80 da insensibili burocrati.

Tre testimonianze presenti sul nostro territorio che hanno segnato il suo evolversi e che meriterebbero di essere per lo meno ricordate, in quanto hanno contribuito a determinare non solo la morfologia del paesaggio rurale, ma anche la struttura, ovvero l’organizzazione sociale di quello che rappresenta il processo storico della nostra comunità.

Da qui l’importanza di una conoscenza, da ri-costruire in un documento, come mappatura dei valori storici ed ambientali del territorio di Bellaria Igea Marina. Non solo per trasmettere ai posteri, ma per recuperare quei segni atavici che ci legano inscindibilmente, come comunità, al nostro rapporto con l’ambiente rurale.

Questo non significa cristallizzare il passato e mummificare il futuro, ma evitare di essere solo dei contemporanei, attratti dalle mode dei castelli d’aria che schiacciano sull’istantaneità del presente, precludendo ogni seria riflessione verso il futuro.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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