Gentle Giant: Acquiring The Taste

 

dome primo piano perone“Nella tecnica creativa del Gigante Gentile, tutto Il fascino della bellezza algebrica… e la forza evocativa dell’età dell’oro.” (ranofornace)ranina picciina

 

 

Gentle Giant-Pantagruel’s Nativity

gentle 1 coloreIl formalismo raggiunto dai “Gentle Giant” è forse unico nella storia del “progressive”, anche se qualcuno storcerebbe il naso perché troppo freddo, troppo asettico e poco trascinante emotivamente. Noi oggi non siamo della stessa idea. Osiamo invece dire che quello che raggiunsero i fratelli Shulman e compagni è stato un livello creativo-tecnico-musicale mai più superato in una forma così compatta e al tempo stesso variegata. La complessità compositiva dei loro brani è notevole, gli abbracci ai generi altrettanto. Musica classica e jazz, rock e folk, compressi lungo un’estensione narrativa sorprendente e innovativa, lungo una trama sonora-armonica-melodica fatta d’intrecci stilistici, impennate emozionali, contrappunti matematici e condensazioni estetiche originalissime che rasentano l’apice dell’umana capacità inventiva ed esecutiva e l’inumana estetica. Sembra che abbia detto tutto… no! I Gentle Giant sono questo ed altro… ed oltre.

gentle 6Line-up: Ray Shulman (basso, voce, cori, violino, tromba, chitarra acustica, flauto, percussioni); Derek Shulman (voce, cori, sassofono, basso, flauto, percussioni); Kerry Minnear (sintetizzatore, organo, pianoforte, cori, vibrafono, violoncello, oboe, percussioni); Gary Green (chitarra elettrica, voce, cori, chitarra acustica e 12 corde, flauto, percussioni); John Weathers (batteria, xilofono, percussioni). Praticamente abbiamo a che fare con polistrumentisti che hanno nell’alternanza, il potenziale di un’orchestra. Pochi altri esempi di si tanta capacità qualitativa nel suonare numerosi strumenti, troviamo negli ensemble di tutto il mondo ed il risultato si sente.

Gentle Giant-Acquiring The Taste

gentle 6 coloreIl grandissimo debutto nel 1970 con il loro omonimo, porta all’“acquisizione del gusto” espresso al suo massimo grado nel loro secondo album del 1971, “Acquiring The Taste“. Determinazione tecnica e  imprevedibilità creativa ne fanno del “Gigante Gentile” i cantori  dell’innovazione musicale del nuovo rock inglese, assieme a King Crimson, Colosseum, Van Der Graaf Generator, Emerson Lake & Palmer, Genesis e Yes. La complessità musicale espressa dalla sopraggiunta “Nuova Era” è stata un’esigenza inevitabile e desiderata, dopodiché l’idea stessa della musica popolare giovanile non sarà più la stessa. La ricerca maturata nel brodo primordiale della psichedelia sessantiana era fermentata  e marcita nella complessità strutturale del laboratorio prog in modalità fantasiose anche nei Moody Blues, Caravan, Curved Air e Camel a tal punto di raggiungere picchi eccentrici nei Soft Machine, Henry Cow, Gong, Kingdom Come e celebrativi nei tardo Genesis – Yes – Emerson, Lake & Palmer. “La favola crimsoniana emersa dai racconti oceanici, coccola la figlia della luna sopra una carovana di cammelli fantasmagorici, per giungere alla nursery piangente degli gnomi invisibili, lungo il bordo della rinascita e fra le arie curve dei miraggi del Paese Grigio e Rosa. Trova altresì un punto fermo nel suo lato oscuro sulla soglia del sogno e nel sorriso ammiccante del “Gigante Gentile”. L’epopea è in atto!…

Gentle Giant-Wreck

gentle 3Diciamo subito che “Acquiring The Taste” è un capolavoro e dobbiamo considerare l’anno in cui fu pubblicato (1971), con l’apporto delle sue innovazioni musicali, per capire l’importanza di questo disco. Troviamo anche loro opere forse più  “semplicemente” piacevoli, come il successivo e mirabile “Three Friends” vero capolavoro di hard-prog, ma gli spunti del primo album omonimo del 1970, trovano qui chiarezza e densità d’espressione fino al punto di definire, non senza una certa sospensione alla digeribilità di certe soluzioni, lo stile maturo dei Gentle Giant. Fluidità di scorrimento fra i generi e i ritmi, dalla classica al rock, con sorprendente sicurezza, mantenendo alta l’attenzione alla qualità estetica delle scelte armoniche; paragrafi e capitoli sonori conseguenti come in un saggio letterario, evolvono nella resa finale di un componimento musicale volto al futuro mantenendo ben saldi i piedi nella tradizione. E’ un album pervaso da un notevole cromatismo timbrico; la sintesi del classicismo con la modernità in chiave impeccabilmente “progressive”.

Gentle Giant-The Moon Is Down

gentle 4L’album apre al sintetizzatore in “Pantagruel’s Nativity”, immerso nel canto bucolico a cappella di un’indescrivibile inquietudine hard, echeggiano lontane ombre epiche e satiriche tra le colonne d’Ercole di fiati, cadenzati da riff monumentali. “Edge Of Twilight”, tra oboe, elettronica, vociferare e timpani da “ionizzazione” varesiana, si cala nella dimensione canterburyana della  “soffice macchina caravaniana”.  La narrazione di “The House, the Street, the Room”, ha la profondità dello spazio e del tempo nei suoi resoconti storici attraverso gli stili; vero e proprio trittico musicale. Il quintetto cameristico di L’intermezzo di “Acquiring The Taste”, è una sorta di trasposizione classica synth-etizzata dell’alba alchemica della “Third Ear Band”.

gentle 5Il tecnicismo colto di “Wreck”, sul riff del cantato piratesco di Derek Shulman, sconfina in aperture sinfoniche per incorrere in citazioni settecentesche al clavicembalo e naturalità di flauti bucolici medievaleggianti. I cori di “The Moon Is Down”, decantano sentori gregoriani fra scambi di vento sonoro che vanno dalla ballata folk al jazz. Divagazioni sperimentali weberiane nel classicismo cameristico ai violini di “Black Cat” con tanto di miagolio onomatopeico. L’estensione di “Plain Truth”, mostra la variegata ideazione musicale gentlegiantiana che oltrepassa gli stili, dall’hard-rock folkeggiante al rhythm-jazz, per prevedere con molto anticipo lo sviluppo di certe sonorità metal.

Gentle Giant-Black Cat

I “Gentle Giant” costituiscono uno dei capisaldi del “progressive” mondiale. Il resto della produzione gentlegiantiana prima e dopo questa “acquisizione del gusto” presenta una sfilza di storici capolavori. La loro gloriosa saga iniziata nel 1970  terminerà idealmente in “Free Hand” nel 1975, col brano “His Last Voyage” (neanche farlo a posta), che il sottoscritto definisce il loro testamento musicale. Immensi!

rano 2Valutaz.***** con lode

Pierdomenico Scardovi


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