PIANO ARENILE: (PARTE SECONDA) UN PASTROCCHIO TRA IGNORANZA ED INCOMPETENZA

Come avevamo anticipato, proseguiamo con la seconda parte dell’articolo sul “pastrocchio” del Piano Arenile, con altre considerazioni.

Viene, infatti, da chiedersi se in questa presunta libertà di iniziativa, che l’Amministrazione va dicendo sugli indirizzi generali presenti nel fantomatico piano dell’arenile proposto, questi siano stati verificati in termini di fattibilità, perché a quanto sembra, queste direttive presenti nei documenti del piano, risulterebbero molto più restrittive e rigide di quanto raccontano gli amministratori.

Paradossalmente il piano potrebbe comportare la realizzazione, sia per i chioschisti, ma anche per i bagnini, di strutture meno efficienti e funzionali di quanto non lo siano ora.

In pratica, anziché rinnovare, con questo piano-farsa si investe per arretrare, in termini di qualità prestazionale ed efficienza funzionale, nelle strutture che dovrebbero rappresentare la spiaggia del futuro.

Ci chiediamo: bagnini e chioschisti, di questo, sono coscienti? I consiglieri di maggioranza, i dirigenti comunali e i liberi professionisti che operano nel settore, ne sono consapevoli? Il tutto a prescindere dalla questione Bolkeistein, che comunque resta al momento irrisolta, manifestandosi come un ulteriore ostacolo. Perchè anche qualora la questione Bolkeistein venisse risolta con un colpo di magia domani mattina, riaffermando agli attuali concessionari la titolarità per rimanere e quindi poter investire come operatori, a causa di questo piano-pastrocchio fatto dall’amministrazione, nessuno oggi sarebbe in grado di poterne dare seguito.

Ci chiediamo inoltre come sia possibile ipotizzare un bando da parte del comune per l’ assegnazione di aree che ricadono, per giunta, nell’ambito del demanio statale.

Ci chiediamo inoltre perché (a quanto sembra sulla base di eccellenti competenze la cosa sarebbe stata perseguibile), l’amministrazione abbia rifiutato la proposta della Coop Chioschisti, di elaborare insieme un Accordo di Programma per realizzare, almeno nel tratto di pertinenza comunale (da piazzale Kennedy a via Italia), una parte del nuovo arenile. Ci piacerebbe poi sapere e capire il perché di questa totale mancanza di dialogo e confronto tra gli operatori e l’Amministrazione.

Se si ha veramente intenzione di realizzare il Piano dell’Arenile, occorre prima definirne il progetto. I diretti interessati delle categorie economiche balneari che vivono ed operano in città queste cose dovrebbero saperle e prendere coscienza. Cosi come le figure professionali che operano nel campo della progettazione.

Viene inoltre da chiedersi quanto ci sia di vero su quello che va dicendo l’Amministrazione, riguardo a presunti elogi arrivati dagli enti della Sovrintendenza e dalla Regione. Siamo portati a credere che quanto riportato dai giornali, difficilmente trovi un riscontro oggettivo da parte di questi enti sul merito del lavoro svolto, essendo state pronunciate solo generiche linee di indirizzo. Troppo poco, a nostro avviso, per poter entrare nel merito, a differenza del progetto del Parco del mare, messo a punto per la riqualificazione del nuovo arenile e lungomare di Rimini sviluppato con tanto di planimetrie, prospetti e rendering fotorealistici.

Cosi come è legittimo chiedersi: come mai questi progetti tanto incensati dai nostri amministratori, se sono di cosi alta qualità progettuale come loro sostengono, non sono mai stati oggetto di pubblicazione nelle riviste specifiche di architettura o di illustrazione in convegni in materia urbanistica?

Basta con l’ignoranza dilagante che sta devastando Bellaria I.M. o peggio ancora, nascondere la testa con quell’atteggiamento accondiscendente fino al servilismo di bassa piaggeria verso il palazzo e chi lo abita pro tempore, con l’illusione che assecondando gli inquilini si possa ottenere qualche piccolo, miserabile vantaggio personale.

Qui è la città intera che sta sprofondando nel vuoto più assoluto.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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