IL SILENZIO DEI COLPEVOLI

Purtroppo sono sempre d’attualità le chiusure temporanee della balneazione in alcune spiagge del nostro Belpaese ma è sempre molto complicato capirne le ragioni anche perché ne informazione ne politica hanno il coraggio di affrontarle con chiarezza.

La principale causa dell’inquinamento fognario in mare è determinato dalla mancanza di un sistema fognario misto, in cui le acque chiare sono separate da quelle nere. Con la fognatura unica succede che ogni volta che piove abbondantemente, l’enorme quantità di acqua piovana aggiunta a quella dei liquami se condotta al depuratore creerebbe un “overflow” che lo sommergerebbe mandandolo in tilt.

Va aggiunto poi che nei decenni dell’urbanizzazione selvaggia, la nascita di numerosi quartieri nuovi, e la relativa realizzazione di una rete fognaria mista ha paradossalmente peggiorato la situazione perché quell’ulteriore aggiunta di acqua piovana immancabilmente va a collegarsi comunque alla rete fognaria unica aumentando così la portata dei liquami misti a pioggia che causano inevitabilmente maggiori aperture degli sforatori predisposti strutturalmente per non “allagare” il depuratore. In alcuni casi i liquami sfociano attraversando la spiaggia direttamente in mare (per esempio a Rimini) obbligando l’automatica chiusura temporanea della balneazione mentre nella maggioranza dei casi nei canali o nei fiumi dove le acque non essendo balneabili non creano nessuna chiusura ma ancor più importante nessun allarme per tutelare la salute pubblica nonostante il risultato, il pericolo, sia lo stesso visto che poi i fiumi sfociano in mare.

Ogni volta che poi dopo le piogge, dette acque fognarie sfociano, magari 10 giorni prima o dopo i già programmati prelievi delle acque di balneazione predisposte dall’autorità sanitaria competente a date fisse, si ottiene il risultato di avere acque pericolose senza attestarlo. Se s’imponessero le analisi il giorno seguente ogni pioggia, la balneazione italiana nei pressi di fiumi e canali sarebbe spesso chiusa, Rimini docet.

Ma perché si è spesso rimandata lo sdoppiamento dell’impianto fognario? Il motivo è politico. Inaugurare una strada con le fogne nuove oltre che usare ingenti risorse comunali sottratte ad opere più fascinose non porta grandi consensi elettorali, ne garantiscono infatti molto di più l’inaugurazione di un aeroporto, di un ponte, di un parcheggio multipiano, la nuova area fiera. Ma che senso ha avere un aeroporto che collega il Belpaese con tutte le capitali europee se poi quello che mostriamo ai turisti stranieri è un mare di merda?

A questo problema strutturale fognario però se ne aggiunge un altro non meno importante: l’omertà delle autorità predisposte alla tutela della salute pubblica che molto spesso non avvisano adeguatamente i turisti dei pericoli igienico sanitari. È, e non sarebbe, dovere dei sindaci che però a volte, privilegiano la tutela dell’economica turistica anziché quella della salute pubblica dei villeggianti, non rispettano l’iter legislativo che impone loro di mettere la cartellonistica sulla battigia. Spesso si passa la palla ai salvataggi chiedendo loro di issare la bandiera rossa in spiaggia oppure come avvenuto a Cervia, il sindaco incarica i bagnini nonostante abbiano logicamente un chiaro conflitto d’interesse. Succede così che le ordinanze sindacali a tutela della salute pubblica rimangono parzialmente applicate e chiuse nei cassetti all’insaputa delle persone che frequentano quelle spiagge.

La cultura omertosa a tutela degli interessi economici e non a difesa della salute pubblica si nutre però anche di un informazione, soprattutto locale, che invece disinforma, insabbia, confonde. Collocare strutturalmente il problema dell’impianto fognario unico dimostrerebbe la non eccezionalità del fenomeno ma bensì la regolarità. Di conseguenza si obbligherebbe politica e società civile informata ad affrontare il problema e per quei pochissimi, giornalisti, blogger, freelance che denunciano le criticità ambientali che minano la salute pubblica e la risorsa mare, scatta, da parte di amministrazioni comunali ed operatori turistici, l’immancabile accusa di denigratori professionisti della località turistica mentre al contempo buona parte dei restanti cittadini ignavi continuano ad accodarsi codardamente al silenzio dei colpevoli.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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