MERITOCRAZIA E ALTRO

Gentile Direttore,

vorrei pubblicasse alcune mie considerazioni su: il clientelismo, la meritocrazia e il nepotismo. -L’autore della lettera sottolinea che le considerazioni sono dirette alla politica di sinistra-.

La meritocrazia è, precisamente, “un sistema di valori che promuove l’eccellenza indipendentemente dalla provenienza di un individuo, elementi necessari per far nascere la classe dei meritevoli, al posto dell’aristocrazia, degli ereditieri di titoli”.

L’Italia di oggi non ha accettato la concorrenza e non assicura le pari opportunità per tutti.

Non ha accettato la concorrenza perché abituata a proteggere tutti i suoi vari gruppi d’interesse: dalla famiglia “alle organizzazioni federali di lobby di ogni tipo”.

In Italia c’è un forte divario fra ricchi e poveri, non compensato dalla possibilità di migliorare il proprio ceto di nascita: infatti, fra i paesi industrializzati, ha il più basso tasso di mobilità sociale.

Bisogna quindi lavorare sia sul fronte delle pari opportunità (scuole e università), sia sul campo della concorrenza e della leadership.

Il bacino potrebbe essere l’immigrazione, ma a oggi l’Italia non ha un’immigrazione particolarmente istruita.

Forse uno sforzo per portare più donne a posizioni di leadership, un’azione positiva sarebbe utile “non per le donne, ma per il paese”.

Esistono “cordate” di potere, e troppa cieca fedeltà ai padroni.

Meritocrazia è la parola “magica”, che sembra chiedere ai più capaci di liberare la società italiana dalle sue croniche aberrazioni. Se il merito fosse davvero riconosciuto, si dice, la nostra società si emanciperebbe liberandosi dai lacci del nepotismo e del clientelismo, un’organizzazione basata sull’abilità dimostrata, sul talento, piuttosto che su “ricchezza ereditata, relazioni familiari e clientelari, nepotismo, privilegi di classe, proprietà o altri decisivi storici di potere politico e posizione sociale”.

Per non essere privilegio truffaldino, il merito si deve sprigionare da una società nella quale a tutti dovrebbe essere concessa un´eguale possibilità di formarsi, dimostrare le proprie capacità, e accedere ai beni primari (diritti civili e diritti sociali essenziali), per partecipare alla gara della vita.

Purtroppo nella condizione in cui la nostra società si trova in questo momento, è davvero difficile che il riconoscimento del merito sia un fattore d’imparzialità o giustizia.

Lettera firmata


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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