Ultimate Spinach: Ultimate Spinach

 

dome darsena“Popeye mangiava spinaci non per fare i  muscoli

ma per ascoltare musica…” (ranofornace) ranina picciina

 

 

 

 

Ultimate Spinach-Ego Trip

ultimate band 1Dire che per almeno dall’inizio del 2000 ad oggi, la musica è da considerarsi ancora troppo giovane per essere consegnata definitivamente alla storia in quanto ancora in fase digestiva in un tempo culturale in atto, come invece è già definitivamente avvenuto per il resto scivolando all’indietro, equivale giustamente ad esaltarla per la freschezza e farla splendere in tutta la sua dirompente novità. Uno stato riservato ai “nuovi suoni” che non sappiamo come evolverà. Finora, per quanto mi riguarda ho sempre scavato nell’inesauribile miniera della seconda metà degli anni ’60 e poco più, affascinato dai preziosi reperti coperti dall’inesorabile crostone del tempo. Non mi sento di lasciarli marcire nella discarica, perché oggi è più facile perderli, perché troppo meritevoli di dignità artistica, dimenticare è come sminuire il valore e sprecare un cospicuo patrimonio.

ultimate band 3Questa musica è figlia di un’epoca dai mezzi tecnici di registrazione ancora giovani e dagli “stili datati” (oggi risulta anche interessante). Se invece cercate suoni accattivanti mega digitalizzati, se subite il fascino di forze sonore erogate da registrazioni sofisticate da dare in pasto ai vostri impianti affamati di watt, allora non potete trovare tutto ciò nella musica che vi propongo. O se anche cercate generi e sottogeneri sempre nuovi, sarebbe meglio a volte non perdersi troppo in catalogazioni esasperate e rispettare di più le qualità peculiari di una band che non fanno il “genere”, ma la identificano come la voce che possediamo rimanda ad ognuno di noi. In fondo lo facciamo un po’ tutti quello di ridurre le diversità in schemi, chi più chi meno. Preferirei per il momento far rientrare ancora la musica in pochi stili e in poche categorie, quelle che hanno fondato la musica rock della seconda metà del ‘900 e qui non mi prolungo per ragioni contestuali.

Ultimate Spinach-Ballad of the Hip Death Goddess

ultimate band 4Dicevo, la bellezza di queste registrazioni è sorretta da un contenuto musicale estremamente sintetico e dall’uso ancora spiccatamente “artigianale” della strumentazione. Un’altra di queste band, spogliata dalle leggi di mercato e consegnata alla storia, quella rivalutativa e non semplicemente revisionista sono gli “Ultimate Spinach”, americani di Boston di Ian Bruce-Douglas e Barbara Hudson, basati a San Francisco col loro primo eponimo album del 1968 per la MGM Records. Lavoro straordinario di psichedelia del “Bosstown Sound” dalle atmosfere morbide poco aggressive e dai notevoli picchi lisergici, dato il noto e reiterato esercizio ad assumere droghe, in particolare da parte del suo fantasioso fondatore Douglas, amico intimo del guru profeta dell’LSD Tymothy Leary. La particolarità di questo lavoro è che sembra dominato da forze misteriose fuoriuscite dal profondo, dettano le linee guida e i punti armonici in condensazioni musicali acidissime, per viaggi sensitivi nell’epidermide dell’interiorità ai confini della sobrietà della coscienza. L’uso costante dell’organo Farfisa in questo disco, come in altri album psichedelici del periodo, è più simile ad un’esperienza ipnotica come “Music Emporium” (link), che quella più tendenzialmente “superficiale” dei parenti territoriali “Beacon Street Union”. Basi cadenzate, acusticamente più solide e di grande suggestività, impresse soprattutto dalla timbrica catturante e “semplicemente sbalorditiva” della chitarra elettrica d’accompagnamento che ricordano Jefferson Airplane e Grateful Dead.

Ultimate Spinach-Your Head Is Reelin

ultimate ian douglasLine-up: Ian Bruce-Douglas (voce, chitarra elettrica, ch. acustica, ch.12 corde, tastiere, piano, sitar, vibrafono, theremin, registrazione), Barbara Hudson (voce, chitarra elettrica e acustica), Keith Lahteinen (voce, batteria, percussioni), Richard Nese (basso), Geoffrey Winthrop (voce, chitarra elettrica, ch. acustica, sitar), Ted Myers (voce, chitarra elettrica)

ultimate band colore 3Questo loro “same” è un dinosauro psichedelico composto di nove tracce, contengono capolavori come “Ego Trip”, composta dalla “cavia lisergica” Bruce-Douglas, sotto costante effetto di LSD. la strumentale “Sacrifice of the Moon” influenzata da Erik Satie, la meravigliosa e cadenzata “(Ballad of the) Hip Death Goddess” cantata da Barbara Hudson è un tipico mantra ipnotico ossessivo di 8:18 minuti. La seconda facciata si apre con un pezzo di grande fascino, la solenne e greve “Your Head in Reeling”, il capolavoro per antonomasia, che definisce lo stile profumatamente acidoso nelle coloriture scarne del suono, nella ricercata dimensione emozionale, tipico degli Ultimate Spinach; una descrizione visionaria degli incubi e delle sofferenze psichiche del leader Bruce-Douglas. La notevole “Baroque #1” che ripropone al suo interno “Section 43” di Country Joe and the Fish; infine “Pamela”, altro pezzo pressoché strumentale supportato da soavi cori, dove si ode l’influenza di Bach ed Handel. Ricordo che oltre a questi brani figurano “Plastic Raincoats/Hung Up Minds”, “Dove in Hawk’s Clothing” “Funny Freak Parade”, che sono di una fattura più usuale, altrimenti l’album sarebbe un capolavoro a pieno titolo.

Ma è d’obbligo collocare gli Ultimate Spinach nei paradisi artificiali dell’ipnotismo a stelle e strisce, come abili e originali testimoni, intenti a spostare l’attenzione dalla California all’East Coast, nel magico momento della psichedelia americana di fine ’60. Oggi questo album suona come una caduta nel “pozzo di Alice”, in un mondo lontano fatto di suoni perduti e melodie stranianti, un vero e proprio paradigma d’epoca psichedelica, prima che Douglas e la Hudson spremessero gli ultimi scampoli di gloria lisergica nel successivo “Behold & See”. Immancabile!

 

Ultimate Spinach-Baroque #1rano 2

valutaz. **** Pierdomenico Scardovi

 

 

 


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