UN TERRIBILE J’ACCUSE

E i favoritismi per gli albegatori continuano

Buon giorno, sono Loi Giuseppina, ho letto l’articolo dove un albergatore di Bellaria Igea Marina ha avuto delle agevolazioni grazie a un ingegnere e due dipendenti comunali, del nostro Comune naturalmente.

La mia storia è simile, ma in più vi sono coinvolti un commercialista e la Polizia Municipale.
A giugno 2012 la mia ditta prese in affitto un capannone commerciale, per svolgervi l’attività di soccorso stradale e officina meccanica, da contratto la porzione di capannone a noi in locazione doveva essere agibile, commerciale e conforme alle leggi vigenti.

Vista l’attività precedente e che il nostro vicino aveva il deposito giudiziario e rimozione per il Comune, non mi preoccupai nel non ricevere nell’immediato i documenti dovuti come da contratto e non mi parve vero quando mi fu proposto quell’ingegnere per l’apertura.

Iniziammo a sistemare il pollaio, dico pollaio perché era un capannone avicolo dismesso, privo di agibilità, impianto fognario, idrico e inoltre senza certificazione antisismica (pertanto al momento non vi si poteva svolgere nessuna attività) ed era in attesa di condono, ma non solo il capannone frazionato, ma anche l’abitazione dell’albergatore e il piazzale staccato, che il vicino soccorritore usava come deposito a cielo aperto, anche esso commerciale, in più vi era la richiesta per costruire dove c’erano due capannoni diroccati, non recintati, pericolosi e pieni di materiale ferroso e altro, una discarica.
I contratti di queste porzioni di capannone e del piazzale, partirono nel lontano 2003, un marmista, un ebanista, un rivenditore auto: il soccorritore aveva due contratti, uno nel capannone, l’altro per il parcheggio a cielo aperto.

Il nostro contratto partì al 15 giugno 2012, non sapendo che il 23 maggio 2012 il soccorritore aveva avuto la revoca del deposito giudiziale da parte della prefettura, perché era tutto inagibile, capannone e deposito a cielo aperto e pertanto ne erano a conoscenza, sia il commercialista, perché manteneva la contabilità, sia il soccorritore, che l’albergatore e l’ingegnere, perché dava una mano all’avvocato per l’opposizione.
Anche il Comune ne era a conoscenza, perché fecero richiesta di documenti e il soccorritore rivoluzionò il Comune, visto che era convinto di essere in regola.

Purtroppo non era questione di burocrazia, ma perché era privo di impianto fognario e acqua potabile, inoltre il capannone non era conforme al progetto.
Pertanto se ne può dedurre una truffa da parte dell’albergatore, con la collaborazione del commercialista e dell’ingegnere, lo strano fu che noi non ne fummo informati nel 2012, né dal Comune, né dai Vigili che tutti i santi giorni erano dal soccorritore e pertanto non potevano non vedere che la ditta continuava la sistemazione e la pulizia del locale.

Ma visto che non ci veniva data nessuna piantina fognaria e che venni insultata dall’ingegnere per l’insistenza con cui chiedevo i documenti a noi dovuti, facemmo richiesta direttamente al Comune da cui emerse che era inagibile ed era in attesa di condono.
Gennaio 2013, il Comune , la Polizia Municipale e il Sindaco, pur essendo a conoscenza della situazione, non misero i sigilli.
Sporsi denuncia contro l’albergatore e i due collaboratori, poi feci una segnalazione dove chiedevo un controllo sui beni dell’albergatore.

Quando arrivarono i Vigili, feci loro notare il pozzo abusivo, che non vi erano impianti fognari, che non vi era acqua potabile, la caduta di un finestrone e i capannoni diroccati.
A gennaio 2014 fui convocata dai Vigili e venni a sapere che nei miei confronti era in corso un procedimento penale, perché avevo messo dei pannelli coibentati che univano una roulotte a un container per far ombra e sotto ci avevo messo una cucina da campo, con un frigo per acqua fresca e qualche caffè.
Rimasi scioccata, visto che Bellaria è pieno di baraccopoli estive, così mi resi conto che era solo una strategia per impaurirmi, considerato che nella proprietà dell’albergatore era tutto irregolare.
La denuncia non mi impaurì, anzi, mi diede la forza e la voglia di andare più a fondo e scoprii, a gennaio 2014, che l’albergatore aveva colpito ancora, riaffittando il capannone inagibile a un artigiano che faceva la pulizia delle strade per questo Comune.

Piena di rabbia feci un esposto alla forestale perché effettuasse un controllo, all’AUSL perché vi erano degli operai che lavoravano in un capannone inagibile e ai Vigili del Fuoco per la presenza all’interno di una cisterna piena di gasolio e in più, perché il soccorritore aveva avuto il parere favorevole dai Vigili del Fuoco, che tratti in inganno dal contratto commerciale e l’inizio attività, avevano dato il benestare ad un capannone inagibile.
Segnalai la cosa anche al Consorzio Bonifica per il pozzo abusivo, così saltò fuori che si era anche impossessato di terreno del Demanio, asfaltandolo e affittandolo come bene incluso al capannone, infatti senza quei pochi metri, non si sarebbe potuta fare manovra con i mezzi.
I Forestali chiesero spiegazioni in Comune e in un batter d’occhio arrivò la diffida al soccorritore, in cui veniva dichiarato che il capannone era privo di certificazione antisismica, ma anche messo in risalto il mio procedimento penale.

La ditta, non avendo avuto nessuna comunicazione, non ne era al corrente e io lo venni a sapere grazie a un’amica, chiesi pertanto spiegazioni agli stipendiati comunali del perché non ci avessero informato della cosa.
Con tanto ritardo e dopo tanta insistenza, arrivarono anche a noi le comunicazioni della diffida.
Il nuovo inquilino lavorava tranquillamente con mezzi esposti e portoni aperti. Mandai diverse mail, sia all’ufficio tecnico, che all’ufficio commercio e al Sindaco, ma non ebbi alcuna risposta, temporeggiavano sperando di riuscire a sistemare i documenti almeno per il nuovo affittuario e allo scopo depositarono la richiesta di agibilità parziale, ma io, facendo un giro attorno al capannone, vidi che l’impianto elettrico non era a norma (fili bassi coperti con un secchio) e pertanto feci arrivare il controllo dell’AUSL, perché pericolosi, loro comunicarono il tutto al Comune e non fu data l’agibilità parziale (ribadisco che si tratta dello stesso studio e dello stesso ingegnere ).

Comune, Sindaco, Vice Sindaco e Vigili, ne erano a conoscenza, visto che la sottoscritta con la ditta aveva esposto denuncia, come erano a conoscenza delle attività precedenti, avendo dato dei pareri favorevoli per inizio attività.
Io ho un penale per una roulotte con niente fissato a terra e questi bravi stipendiati comunali non notano un capannone inagibile, privo di acqua potabile, impianto fognario, senza certificazione antisismica e non vanno a controllare, dopo una diffida, se dentro ci lavora qualcuno, in più, anche l’abitazione dell’albergatore ne era priva, ma lui ci abitava tranquillamente.
Le attività precedenti facevano lavori a rischio con macchinari, nel caso fosse accaduta una disgrazia, chi avrebbe pagato?

INAIL e assicurazione no sicuramente e il titolare avrebbe subito l’arresto immediato; se ci fosse stato un terremoto, come del resto a maggio 2012, ad agosto e ottobre, chi avrebbe risarcito le vittime?
Io invece ho un procedimento per due pannelli… e pensare che quello era l’unico luogo sicuro.
Il Sindaco ha fatto diverse serate per raccogliere fondi per i terremotati emiliani, ha mandato anche alcuni Vigili in aiuto a questi Comuni, ma è stata solo una farsa, perché come prima cosa doveva far controllare la situazione a Bellaria e non mettersi in pompa magna per esaltare la sua posizione.
Anche lui e il suo Vice ne erano a conoscenza, ma non si sono mossi… E i Vigili: come mai non sapevano che il capannone era inagibile? Forse perché la rimozione del soccorritore era in via Donegallia, abitazione del titolare, e non in via Ravenna, dove i Vigili erano sempre presenti e pertanto anche loro a rischio?

È stato un errore o qualcosa di voluto per proteggersi? Ditemi voi: qual’è la cosa che benda gli occhi degli stipendiati comunali? È prosciutto? È piadina? Come mai i fortunati sono sempre albergatori e i truffati sono gli artigiani? Bellaria non è una metropoli e i capannoni artigianali sono pochissimi, pertanto la cosa si poteva tenere sotto controllo, in più sia il Comune, che i Vigili, il Sindaco e il suo Vice, erano informati di tutto e non hanno mai posto i sigilli al capannone facendo lavorare delle imprese in capannoni inagibili e non a norma… È illegale! Un reato!

Come mai questi personaggi hanno favorito spudoratamente l’albergatore? Perché in tutta Italia vanno posti i sigilli e a Bellaria no? Come mai questi personaggi sono tutelati? Forse perché sono tutti laureati e appartengono al Comune? Perché solo la mia storia va in sentenza? Forse esistono cittadini di Classe A e di Classe B? Ma la legge non è uguale per tutti? Visti i risultati, pare proprio di no! Oppure la mia denuncia e’ stata archiviata perché a monte vi era un’altra denuncia a loro carico? Attendo risposta anche da loro, la carneficina delle ditte e dei cittadini deve finire e giustizia deve essere fatta.

Saluti, Loi Giuseppina


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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