LA SOVRANA DESOLAZIONE REGINA DI BELLARIA

 

albero natale 2Sabato scorso, il Comune ha annunciato sulla stampa l’inaugurazione delle luminarie natalizie, cosa peraltro già avviata circa venti giorni fa, da un gruppo di commercianti, che con questo annuncio intendevano anticipare tale evento con l’offerta di castagne e vino.

Al di là dell’accensione diacronica di qualche misera luminaria, che andava ad aggiungersi a quelle già presenti sul viale del platani, ha brillato, come sempre, una sovrana e incontrastata desolazione che, mai come in questi ultimi tempi, la fa da padrona.

Siamo consapevoli dei tempi difficili, ma iniziamo ad avere qualche dubbio che il livello di desolazione che caratterizza il salotto buono di Bellaria, sia del tutto ascrivibile al fenomeno della crisi che ha investito da tempo l’Italia.

Cosi come è riduttivo e semplicistico, imputare tutto al colosso Iper (che ovviamente esercita una sua influenza), presente dal lontano 1992, ciò che sta avvenendo sull’isola dei platani, è l’avanzare di una graduale estinzione della vitalità del centro e, con esso, del senso stesso della città.

Certo i fattori possono essere tanti, ma occorre anche chiedersi cosa sia stato fatto negli ultimi anni per cercare di arginare il collasso e restituire una vitalità all’isola dei platani e, con essa, riaffermare una dimensione cittadina.

Siamo consapevoli che rivitalizzare i centri commerciali naturali (problema che attanaglia chi più chi meno un po’ tutte le realtà italiane), non è certamente facile, ma siamo anche certi che per provare a farlo, occorrono studi e competenze specifiche pluridisciplinari di livello, che non s’inventano e non s’improvvisano.

Competenze che vanno dal marketing, alla capacità di gestione del processo partecipativo dei commercianti, dalla capacità di elaborare un progetto della comunicazione pubblicitaria, al campo giuridico, attraverso la quale costituire nuove forme operative. Come servirebbero studi specifici nella semiotica, attraverso la quale sviluppare una nuova immagine del prodotto Centro città ed altro ancora, il cui elenco sarebbe qui troppo lungo. Cosi come non ci s’improvvisa e non ci s’inventa nella progettazione urbana dove, francamente, l’operato dell’amministrazione Ceccarelli, proprio riguardo il centro di Bellaria, è stato decisamente triste.

Perché, forse, la prima regola per offrire il prodotto città, risiede proprio nel valore della bellezza dei luoghi, ovvero renderli accoglienti al visitatore facendo percepire questa immagine nella visione urbana degli ambienti, in modo da contribuire a divenire motivo di attrazione.

Viene da chiedersi se il nostro viale dei platani, nel suo complesso, eserciti ancora quell’attrazione che esercitava in passato. Se gli eventi svolti e le attività presenti alimentino ancora la curiosità e la voglia di essere vissuto. Viene infine da chiedersi, se gli interventi compiuti recentemente nel centro, abbiano accresciuto la qualità estetica di tali ambienti, o l’abbiano diminuita rispetto a quando l’isola dei platani venne concepita nel suo progetto originario. Intervento che fece di Bellaria un esempio pioniere a livello italiano, tale da renderci orgogliosi del nostro centro cittadino.

Quali eventi innovativi sono stati introdotti, al di là dei già esistenti mercatini della domenica e delle saltuarie bancarelle enogastronomiche, in concomitanza delle feste di Natale, S. Apollonia e Pasqua anch’esse ormai datate?

Quale interventi migliorativi sono stati compiuti per innalzare la qualità degli ambienti urbani?

Purtroppo i rattoppi alle griglie di scolo, la segnaletica disomogenea e imprecisa, le indecorose strisce di vernice (già scolorite in alcuni tratti), con cui si è imbrattata la pavimentazione autobloccante tra via Ionio, Adriatico e via Torre, non si può certo dire che abbiano migliorato la qualità estetica.

Per non citare l’illuminazione al led, avvenuta con un campionario di differenti lampioni, alcuni a malapena degni di essere installati su una superstrada (vedi via Perugia), o peggio ancora via Torre, dove sono state installate tipologie diverse di lampioni oltretutto di diverso colore. Grigi lato mare e bianchi lato monte, là dove, invece, si sarebbe dovuto lavorare con elementi di arredo urbano (non solo lampioni) di diversa natura. Cosi come quelli di viale Guidi la cui gestione, sempre con differenti modelli di lampioni, è stata alquanto disastrosa e a tratti ridicola, nel susseguirsi imbarazzante delle installazioni, disinstallazioni e ricollocazioni, il tutto senza un preciso progetto di Light Designer, capace di dare una connotazione specifica.

Per non parlare dell’ inqualificabile (saremmo tentati di scrivere osceno, ma lo evitiamo solo per rispetto ai cittadini che vi abitano di fronte) intervento di restyling di piazza Matteotti. Sarà pur vero che su di essa si affacciano istituti di credito (come d’altra parte anche in altre e ben più prestigiose piazze d’Italia), ma quanto a qualità estetica, dopo l’insulso l’intervento a cui hanno poi tentato di porre rimedio, crediamo sia difficile trovare, in Italia, una città la cui piazza principale risulti esteticamente più sgradevole della nostra.

Certo la qualità urbana degli spazi, da sola, non basta per cercare di arrestare il fenomeno di declino del’isola dei platani, ma costituisce il biglietto da visita, la cui carenza contribuisce a definire un immagine negativa del centro e con essa della città.

Alcuni commercianti, o rappresentanti di categoria, ricorderanno, in quanto coinvolti, quando, nel 2011, venne tentato di impostare un progetto coordinato di rivalorizzazione del centro commerciale naturale di Bellaria e di Igea Marina. Un progetto redatto da competenze professionali di alto livello, che avrebbe potuto promuovere un percorso operativo attraverso il quale provare a riemergere, o comunque arginare il declino. Percorso a cui, però, non venne dato volutamente seguito da parte dell’amministrazione.

È sulla base di queste scelte, di percorsi progettuali volutamente interrotti e degli interventi volutamente intrapresi, su cui ci si dovrebbe fermare a riflettere. Scelte che nulla hanno a che vedere con la crisi, ma con l’incapacità, l’incompetenza e, soprattutto, con la totale mancanza del valore della Bellezza di chi li ha asseverati.

Perché se ci possono essere delle possibilità per risalire la china, queste non possono che arrivare da figure professionali qualificate e competenti, non certo da chi si improvvisa.

Non è certo con i vetusti presepi nei tini, o due miserabili ghirlande natalizie con cui si prova penosamente a mascherare il grigio delle serrande dei negozi chiusi, che si riuscirà a risollevare il nostro centro cittadino.

Diciamocelo francamente, attualmente l’isola dei platani non è più un attrazione. Gli addobbi e l’albero di Natale, sono talmente miseri che è meglio sorvolare, preparare cosi una città per Natale è semplicemente ridicolo, evidentemente l’Amministrazione fa solo finta di credere nell’isola dei Platani, dando un piccolo contentino, giusto per far vedere che qualcosa fa, se non facesse niente sarebbe meglio!

Se guardiamo all’indietro c’è il vuoto assoluto…. Nessuno in vista! Siamo Ultimi.

Purtroppo questa è la triste realtà verso cui L’amministrazione ci ha voluto portare.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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