Lettera al Direttore: Memoria, vintage e nostalgia! Di Gabriele Morelli

 

Bellaria - Fiume UsoMemoria: capacità di conservare e rievocare mentalmente le esperienze passate, di riconoscerle come tali e di collocarle nello spazio e nel tempo.
Vintage: nel linguaggio comune viene utilizzato per indicare oggetti o vestiti di gusto sorpassato o fuori produzione che nel tempo hanno acquisito un valore derivato dalla loro rarità o irreperibilità.
Nostalgia: Stato d’animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano.

Con la conclusione del lavoro, ho ripreso a frequentare assiduamente Bellaria Igea Marina e noto una strana combinazione di atteggiamenti delle persone, che riflettono sì, il problema generale di un Paese in crisi non solo economica, ma anche di prospettiva di crescita, di voglia di cambiamento e di fame di futuro!

Un paese o una città deve rinnovare continuamente la sua “memoria”, poiché questa è il suo portato, il vero elemento distintivo di una comunità! La sua storia, quella dei suoi uomini e delle sue donne, le loro realizzazioni, le loro battaglie ed, eventualmente, anche le loro sconfitte, sedimentano un “potere invisibile” dentro noi, che ci permette di riconoscerci, di riconoscerne i legami comunitari. Certo, in una società sempre più ampia, ciò è più complicato, ma guai ad arrenderci, poiché non c’è peggior risultato che vivere in luoghi senza “identità”!

Detto questo a premessa, nella nostra cittadina tutti e tre questi elementi sono presenti, non ben amalgamati per la verità ed anzi, pericolosamente pieni di segnali volti ad assegnare una crescente importanza al secondo ed al terzo, tipici di una visione “decadente” della propria comunità che rischia solamente di sfociare in un declinismo senza ritorno! Certo, chi si diletta di storia potrà rilevare che non siamo né i primi e né saremo gli ultimi ad affrontare le difficoltà della crisi rifugiandosi nel passato! Ma così, specialmente per località dove uno dei fattori più importanti per la produzione del PIL è il turismo, ci tagliamo il ramo sul quale siamo seduti!

Nella nostra città non vedo e non sento né nelle istituzioni preposte, come nelle sedi politiche, discussioni e confronti su qualche idea per il futuro della nostra località! Il compito di una Amministrazione Pubblica e di una Classe Politica, è quello di governare al meglio la città, sia dal punto di vista economico, che sociale e relazionale. Gli investimenti ed i servizi che vanno messi in campo debbono cogliere le necessità su entrambi i piani, ma come si fa a fare questo senza collocarlo in una visione di prospettiva? Come si fa a scegliere dove spendere le risorse, peraltro sempre più scarse, senza sapere dove si vuol fare arrivare la Comunità?!

Ho già scritto alcune cose a questo riguardo, Direttore, in precedenti articoli pubblicati sul suo giornale Belligea News, che mi sembra sappia dedicare lo spazio giusto e gli stimoli adeguati con analisi, idee e punti di vista per far avanzare un dibattito che, invece, fatica a prendere corpo e svilupparsi. Io voglio bene a Bellaria Igea Marina, ci sono nato, ci vivo con la famiglia pur in un contesto di globalizzazione che mi ha portato per oltre 20 anni a lavorare a Bologna ed oggi vede mio figlio da circa due anni cercare il suo futuro lontano, prima a Bologna ed ora in Australia. Ma non è questo il problema degli italiani! Gli italiani intelligenti sono patrimonio dell’umanità, come lo sono sempre stati e la nostra storia ne è esplicita testimonianza.

Quindi, non una discussione per tenere il nostro comune chiuso in sé stesso in una realtà autarchica e antistorica, deriva pericolo per l’economia, per le relazioni sociali ed intellettuali ed, in sostanza, per l’intera qualità della vita. Ma una discussione aperta al futuro, alla ricerca delle soluzioni a domande anche coraggiose e difficili, dove la risposta inizialmente non è data, ma va ricercata e costruita utilizzando le competenze e le intelligenze disponibili.

Caro Direttore, spesso, quando faccio questi discorsi vedo affiorare nelle persone che ho intorno sorrisini di circostanza che esprimono incredulità e rassegnazione al tempo stesso, poiché hanno già deciso che è impossibile farlo! Ciò che mi preoccupa in tale comportamento, non è tanto il cittadino comune, ma coloro che portano responsabilità di governo, poiché ciò vuol dire aver già accettato di rassegnarsi a ciò che abbiamo! Un atteggiamento che conduce una Comunità direttamente al declino!

Ed ecco allora che il dibattito in Consiglio Comunale si arrotola su frasi “abbiamo saputo garantire i servizi, nonostante le difficoltà ed i tagli del Governo”! Esamini rapporti, bilanci, progetti, tutti concentrati sulla gestione del presente ed all’interno di ambiti geografici già predefiniti (che ovviamente sono quelli esistenti) e che non sono sufficienti a costruire un futuro diverso per Bellaria Igea Marina ed il nostro territorio confinante.

Questo atteggiamento, purtroppo generalizzato anche al di là della nostra città, lo troviamo come leit motiv dei TG e dei vari talk show sulla politica, dove non si gareggia nella ricerca delle proposte migliori, ma chi trova l’inghippo per dire che quella proposta non sarà facilmente percorribile: la ricerca del limite apriori, per l’appunto il grande alibi della classe politica e dirigente del nostro Paese e segnale evidente di una sua profonda debolezza.

Affrontare queste tematiche partendo dai contesti locali, a mio avviso, potrebbe aiutare a ricostruire una “voglia” di sfide dal basso, sulle cose da fare e che possono, in tempi ed in spazi non metaforici, riportare in auge il gusto del “provarci”, oserei dire del coraggio delle proprie azioni senza alibi a priori.

Se non facciamo così, nessun tentativo di ammodernare e innovare l’Italia avrà successo, né oggi quello di Renzi (che comunque a mio avviso è per il Paese una sorta di ultima spiaggia, dopo sì che viene la troika e per prima cosa toglie la felpa a Salvini e gli mette un bel vestito da lavoro in dosso!

Marcel Proust (1871/1922) diceva già ai suoi tempi: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi!”.

Insomma, se non c’è più il futuro di una volta, cerchiamo quello di domani, magari guardando le cose con “nuovi occhi” come ci insegna Proust e andiamo a cercare le nuove soluzioni! Su questi temi voglio aprire nelle prossime settimane una campagna propositiva e di coinvolgimento delle competenze e delle intelligenze del paese, per costruire assieme a loro ed alla cittadinanza che ne ha voglia, vere e proprie idee progetto per la Bellaria Igea Marina del Futuro! Idee progettuali con le quali incalzare la Giunta Comunale. Ecco che ci sarà la necessità che la cultura, i professionisti, gli operatori ed i cittadini tutti, sappiano misurarsi in positivo con la sfida dell’innovazione aiutandoci nel contempo a individuare come memoria, vintage e nostalgia si potranno coniugare:

1. con l’ineludibile necessità di accorpare le strutture amministrative ed in particolare le loro funzioni burocratiche/gestionali;
2. con l’innovazione, che per essere tale, dovrà dimostrare di essere veramente differente, sia negli aspetti fisici, che in quelli culturali e sociali!
3. Con l’inevitabile cambiamento del modello sociale e culturale, che farà emergere una dicotomia tra passatismo e futurismo, che se non ben governata potrebbe rompere equilibri sociali che invece vanno tenuti saldi e portati a condividere e ad essere protagonisti dell’innovazione.

Allora, se si vuole che il sacrosanto lavoro di eliminazione delle Province abbia successo, occorre che la politica che sta nei territori, cioè i comuni ed i loro governanti, assumano l’iniziativa ed attivino il confronto con le realtà vicine per disegnare e progettare assieme le nuove entità comunali da costruire e rendere operative al più presto. Non possiamo ripetere la “farsa“ che ha prodotto finora le scarsissime realizzazioni di Unioni dei Comuni!

Il macigno del debito pubblico e della bassa produttività, sta tutto nel malfunzionamento della PA! Non nei servizi pubblici, molti dei quali sono stati già “ristrutturati e resi più efficienti” con ottime performance come ad esempio nella sanità e nelle pensioni. Dobbiamo essere inflessibili sui costi di funzionamento che vanno radicalmente abbassati e ciò si può fare velocemente solo se riduciamo i livelli istituzionali, semplifichiamo radicalmente la burocrazia facendo diventare veramente il cittadino “cliente” del servizio e non più un mero “utente” dello stesso.

Solamente la chiusura delle province, per non parlare del Senato del Lavoro e della PA, potrebbero avere sul nostro territorio (come sul resto del Paese) effetti enormi di risparmio di costi, prevalentemente per l’eliminazione di un livello di ripetitività istituzionale che anche nelle piccole cose produceva una mole di burocrazia enorme (la CNA di Forlì-Cesena ha realizzato una indagine dalla quale risulta che nei 30 comuni della provincia vigono 30 Regolamenti Edilizi diversi! Pensate a quanto costa in termini burocratico-amministrativi alle nostre imprese, che per oltre il 95% non superano i dieci addetti, dover avere il proprio personale informato su tutte queste diversità!

Pensiamo infine che la dimensione provinciale (di formazione napoleonica), contiene ancora tutte le articolazioni dello Stato Centrale, ma non tanto gli addetti operativi, bensì anche tutto il personale dirigenziale (INPS, INAIL, UFFICIO ENTRATE, MOTORIZZAZIONE, ecc.).

Per finirla, poiché nelle prossime settimane vorrei presentare una proposta organica di riassetto istituzionale ad area vasta sulla quale iniziare, spero, una proficua discussione fra comuni.

Ecco allora Direttore, che tornando all’inizio ed al titolo, meritoria è tutta l’attività che si realizza attorno alla memoria della comunità, poiché questa ci permette il rinnovo continuo dell’identità e dello stare insieme, come la vera arma culturale della tolleranza e dell’accoglienza verso i nuovi residenti immigrati, futuri protagonisti, assieme a noi, della Bellaria Igea Marina di domani. Meno è quella che ho voluto raccogliere sotto i titoli di vintage e nostalgia (spesso associati), poiché normalmente sono espressione di decadentismo, rifiuto dell’innovazione, ma anche del nuovo residente immigrato e che, purtroppo, ho trovato molto presente nei social network di Bellaria Igea marina e ciò non fa onore alla nostra comunità!

Chi si attarda su questi elementi non sarà purtroppo disponibile ad affrontare la bella sfida di costruire una Bellaria Igea Marina che rinnovi i suoi segni identitari forti del recente passato e ne sappia affermare dei nuovi altrettanto potenti. E questo sia per l’ulteriore crescita della ricchezza economica, come per i valori della sua comunità sociale e culturale.

Gabriele Morelli


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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