L’ Incoscienza ambientale

 

Alluvione-GenovaIn queste ore siamo terribilmente colpiti (o quanto meno fingiamo di esserlo nel momento in cui vengono trasmesse in tv) dalle drammatiche immagini di Genova che descrivono l’ennesima tragedia dell’ennesima città italiana. Purtroppo sembra di rivedere i medesimi fotogrammi del novembre 2011, quando proprio la città di Genova veniva inondata dalla dirompente forza dei torrenti che mettevano a soqquadro la città provocando allora come oggi morti, devastazione, dolore, danni e sofferenze.

Ancora qualche giorno, poi, come sempre, le scene, i luoghi e soprattutto gli sfortunati di turno, cadono nel dimenticatoio. Oggi è toccato nuovamente a Genova, qualche mese fa alle città dell’Emilia, un anno fa in Umbria e cosi via.

Siamo i primi ad esprimere la nostra solidarietà alle vittime dell’alluvione, ma vorremmo anche prendere spunto da questo ennesimo dramma per richiamare l’attenzione sulla necessità della formazione di una “Coscienza ambientale” che, anche a livello locale, sembra ancora latente.

La forza devastante dei fiumi, gli smottamenti di intere vallate, le onde delle violente mareggiate, che travolgono e cancellano gli ambienti costruiti dall’uomo, dovrebbero far riflettere progettisti e politici, troppo spesso solidali complici della Speculazione Edilizia.

Non occorre andare a Genova o altrove per avere degli esempi in negativo di cosa sarebbe stato opportuno non fare, ovvero di come si sia mancato di rispetto al territorio e all’ambiente, è sufficiente rimanere in provincia e, volendo, neppure uscire di casa e restare semplicemente a Bellaria Igea Marina.

Il rapporto tra uomo e natura è giunto a livelli allarmanti, conseguenza di uno sfruttamento intensivo delle risorse ormai non più sostenibile, cosi come il fenomeno della speculazione edilizia (dove purtroppo anche Bellaria Igea Marina esprime livelli da primato) ha assunto aspetti oppressivi verso la qualità della vita degli individui.

Siamo coscienti (limitando la riflessione a livello locale) che ora non è facile porre rimedio agli errori-orrori del nostro recente passato, però vorremo che sia da parte dei progettisti e tecnici ambientali che operano sul territorio, sia soprattutto dei politici che lo governano, si dimostrasse una reale volontà di attenzione verso il territorio e l’ambiente e non solo un “Interesse”. Questo ovviamente a partire da una riflessione culturale sul concetto dell’Abitare e del Costruire che non c’è mai stata in passato e che purtroppo neppure oggi avviene. (Vedi l’adozione del PSC in fretta e furia senza neppure spiegarlo ai cittadini).

Perché quello che è accaduto a Genova o altrove, non è altro che la recita del Prometeo incatenato di Eschilo, dove la volontà dell’uomo di oltrepassare i limiti delle leggi di natura comporta il generarsi della tragedia.

E se nella nostra realtà, fortunatamente, non siamo stati protagonisti di tragedie simili, non significa che non abbiamo oltrepassato i confini di un corretto rapporto con l’ambiente. Sono troppe le ferite recate al territorio in nome di un interesse speculativo che spesso offende la sensibilità verso la natura, l’armonia con l’ambiente e la bellezza di quelli che dovrebbero essere i luoghi in cui viviamo.

Il grigiore di un vetusto arenile decadente e oppresso dalla cementificazione alberghiera a pochi metri dagli ombrelloni, lo squallore di un’asta fluviale immutata da mezzo secolo, l’indecenza terrificante del tratto costiero della zona colonie, sono solo alcuni degli esempi più eclatanti.

Occorre essere consapevoli della necessità di promuovere “l’Etica dell’estetica” come valore, mediante la quale ripartire per dare seguito alla formazione di una Coscienza ambientale da cui non potrà prescindere il nostro futuro. “Costruire, Abitare, Pensare”, era il titolo di una conferenza che Martin Heidegger, uno dei più grandi filosofi del secolo scorso, tenne nel 1951, in occasione di un ciclo di colloqui tenuti nella città di Darmstadt. Se progettisti ed amministratori che dal 1956 hanno operato a Bellaria Igea Marina ne avessero letto i contenuti, oggi ci saremmo trovati a vivere sicuramente in una città diversa.

Perché le belle parole che sentiamo da tutte le forze politiche durante la campagna elettorale, di promuovere studi finalizzati a migliorare le parti degradate o mancanti di città (zona colonie, asta fluviale, darsena, arenile, mobilità, ecc.), tutti temi del programma elettorale del Sindaco Enzo Ceccarelli del 2009 lasciati cadere senza neppure fare degli studi, “obiettivi mancati”, questi temi cadono poi nel dimenticatoio per essere opportunamente recuperati, in modo demagogico, da tutti i componenti di tutte le liste 30 giorni prima del voto.

Siamo coscienti che non è facile attuare delle migliorie ad un territorio compromesso, ma siamo certi che senza una autentica, competente e aperta Riflessione Culturale sui significati e valori dell’urbanistica, diventa impossibile.

Si dovrebbe smettere di far sognare i cittadini con progetti che poi si abbandonano per passare alla politica di piccolo cabotaggio, alla politica clientelare, o si passa a disegni strategici ambiziosi di lungo periodo, oppure questo paese continuerà a morire.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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