Dal ‘patchwork’ alla strategia! Di Gabriele Morelli

Caro Direttore,

Patchworkse continui ad ospitarmi, provo a rendere costanti i miei interventi sulle questioni importanti riguardanti il nostro comune, nella speranza che dalla città si levino interessi e contributi che possano poi aiutarci anche nel nostro lavoro di Consiglieri Comunali.
In questi giorni ho fatto alcune passeggiate in bicicletta e, siccome, non posso più correre, ho avuto modo di soffermarmi sugli ultimi interventi realizzati da questa Amministrazione. Al momento lascio ancora a te la critica delle operazioni che hanno portato alla realizzazione di quella pescheria e di quel ponte ciclo pedonale, subito declassato a solo pedonale e perciò già di per sé ingiustificabile anche solo come spesa, avendone un altro a poche decine di metri!
Due interventi per la verità, che costituiscono il grosso di quel patrimonio esaltato in campagna elettorale con lo slogan “obiettivo raggiunto”! Eh sì perché il grosso degli interventi strutturali ed infrastrutturali per il rafforzamento dell’armatura economica, produttiva, sociale e culturale di BIM, nei fatti altro non è stato che il completamento degli interventi già progettati e finanziati dalla precedente Giunta di Centrosinistra (Casa Rossa e Piste ciclabili in primis), o dalla Provincia (vedi il trasferimento dello smaltimento delle acque di depurazione). Ma allora, tutto questo can can e fanfare sulle realizzazioni e gli obiettivi raggiunti? Purtroppo ben poche cose e quelle fatte anche molto discutibili. Certo, va sottolineato l’impegno economico messo nella promozione sia culturale che a fini mercantili e turistici, ma anche qui, sui risultati ottenuti rispetto alle risorse impegnate sarebbe opportuno una attenta riflessione, viste le scelte correlate non proprio coerenti sulle categorie di cittadini chiamati a sostenerne l’onere. Ma ciò sarà oggetto di una specifica riflessione.
Comunque, oltre alla promozione ed al completamento di opere della precedente Giunta, al ponte pedonale sull’Uso ed al prospiciente “palazzo del pesce” (che mi auguro possa avere successo Direttore, nonostante le tue cronache non facciano ben sperare), quelle con un minimo di rilievo possono essere identificate nella chiusura dei passaggi a livello di Via Savio e Via Pisino, nel nuovo attraversamento a raso della ferrovia fra questi due passaggi a livello ora chiusi, nella soppressione del secondo binario di scambio ferroviario prospiciente la Stazione di Bellaria, che ha permesso di allargare la sede stradale potendo dotarla di ulteriori parcheggi a disposizione di Viale Panzini. Inoltre, in tutto il tratto interessato sono stati realizzati (in Via savio e Via Perugia) due sottopassi pedonali. Dell’intervento su Viale Pinzon non parlo per decenza e per l’irrilevanza della questione, sul cui senso ritornerò nella parte finale dell’articolo.
Lasciamo pur da parte l’analisi delle tipologie dei sottopassi e l’ulteriore “rottura” provocata tra la città e la zona turistica, con allungamento delle distanze per gli attraversamenti, peraltro, rendendo ancor più difficile quello dei portatori di handicap (nonostante le voci su ascensori che non vedranno mai la luce); lasciamo pur da parte il rischio futuro della scelta di eliminazione del binario nel momento in cui la realizzazione della metropolitana di superficie prenderà decisamente il via e noi ci troveremo a dover sostenere periodicità di fermata più lunghe; lasciamo pur da parte il lungo sottopasso di Via Perugia che affianca il passaggio a livello che non è stato minimamente toccato e chiediamoci, invece, la “ratio”, cioè la ragione di questi interventi? Interventi che costano soldi, non risolvono nulla, ma pongono solo qualche toppa che rischia però di dover essere pagata, subito con la qualità di una cittadina “rappezzata” e domani con il rifacimento generale dell’impianto metropolitano della ferrovia! Inoltre, l’incompletezza degli interventi sia sul piano estetico (dai muri degli ex passaggi a livello), che su quello effettivo dei collegamenti e delle connessioni, specialmente ciclabili, che non sono state minimamente sistemate ed in alcuni casi risultano addirittura pericolose è sotto gli occhi di tutti e basta girare per vedere e verificare.
Ma non sarebbe stato meglio costruire un Piano Strategico con l’obiettivo di trovare le due soluzioni di attraversamento carrabile (Happy Camping e Via Perugia) e per gli altri attraversamenti riprendere la vecchia previsione di sottopassi ciclopedonali? Il tutto in una continuità di intenti e di ricerca di soluzioni di approvvigionamento di finanziamenti con la Regione e le FS? Intanto il nostro Paese poteva lavorare al completamento di un Piano organico e strategico della mobilità a partire dalla previsione del completamento delle rotonde sulla Statale 16, del completamento delle piste ciclabili anche nelle zone centrali urbani e turistiche, oggi completamente assenti e costrette in un groviglio di accessibilità (oggi aumentato), che spero non ci porti problematiche di sicurezza oltre a quelle potenziali, che risultano alquanto evidenti!
Ma per far questo, occorre avere il coraggio di scegliere quale tipo di città turistica vogliamo, se moderna, attenta all’ambiente ed alle persone, che privilegia, perciò, gli spostamenti leggeri e non inquinanti, dà priorità e spazio ai turisti ed ai residenti, ricongiungendo le attività economiche in un grande abbraccio sociale e commerciale capace di esprimere e rappresentare “la nuova città turistico-balneare del futuro”!
Invece, le scelte fatte, non hanno una visione, sono pezzi, per l’appunto, di un “patchwork” senza coraggio e visione, incompleto, contraddittorio ed insulso! Addirittura con una logica “vecchia” di decenni, che va a frenare una innovazione sulla quale occorrerebbe, invece, puntare in maniera convinta per tentare di restare fra i protagonisti del turismo anche nei prossimi decenni! Con questa visione è stato fatto viale Pinzon (sic) e rischiamo di ritrovarci i prossimi piani spiaggia, dei quali cercherò di trattare nel prossimo articolo.
Caro Direttore, potresti dirmi che nel porre le questioni in tal modo ho fatto l’ingenuo, facendo finta di non sapere dei “rumors” e degli intenti che renderebbero impossibili alcune realizzazioni che ritenevo e ritengo fondamentali, come il sottopasso carrabile tra Acquabell e l’Happy Camping e, anche se più complicato tecnicamente, quello sotto via Perugia. Vero, ma sai, qui scrivo un articolo per il tuo giornale e racconto come secondo me dovrebbero essere fatte le cose nell’interesse dei cittadini e del paese, in Consiglio se e quando arriveranno le proposte saprò assumermi le mie responsabilità e fare ciò che mi compete. Credo però, più importante confrontarci e parlare delle cose reali e non di cosa potrebbe avvenire ……..
Infine, ricordo ai tuoi lettori la mia più ampia disponibilità alla discussione ed al confronto, poiché credo seriamente che solo con l’impegno nello sforzarci a trovare le migliori soluzioni, riusciremo a far sempre più bella Bellaria Igea marina,

Tanti cari saluti e a presto.

Gabriele Morelli
NB. Patchwork tradotto indica “lavoro con le pezze”


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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