Musica Senza: Luoghi (2)

 

” E’ ora di immergerci nella sterminata alcova della sete…

 

Pearls Before Swine-These Things Too

mare 1973

Mare 1973

 

 

Vorrei

 

 

Vorrei pensare ricordare una cosa

mai pensata prima d’ora in estate

qualcosa che appartenga

al pensiero dell’inverno.

 

Vedere la neve calzare

col suo bianco cappello

questo agosto così assolato

rabbrividire le carni.

 

Vorrei a tutti costi

sentire un profumo vano

sul mare assurdo

i solchi sopraffare i respiri.

 

Vorrei raccogliere

le onde alla deriva

sfumare ogni imbarco

alle fredde correnti dell’approdo.

 

Vorrei fra gli aspri soffi delle mareggiate

averti vista danzare livida

sulle impronte di fango

pensare che siano state coperte.

 

E le ossee parole

schiaffi dai verdi  frangenti

rimbalzare nei caldi delle campagne

al cielo piovoso per accecarlo.

 

 

Pierdomenico “ranofornace Scardovi 1975

 

 

nota

La poesia “Vorrei” nata sull'”onda” psichedelica di una trasposizione visionaria in parole, vorrebbe andare oltre all’iniziale condensazione emotiva del suo referente (“l’acqua”) e produrre effetti poetici oltre il descrittivo. Effetti “ellittici” dai tratti sospensivi che liberano spezie immaginative incontrollate, questa è psichedelia e ce n’è tanta nella storia della poesia, ancor prima della sua storica formulazione. Il testo è un esempio di metafora a base metonimica, l’idea dell’estate (il caldo) produce il suo diretto contrario, l’inverno (il freddo) un apparente ossimoro percettivo ancor prima che linguistico, ma è il pensiero dell’acqua che si traspone in neve, onde, pioggia; quello olfattivo del mare, vento salmastro, terra, campi arati, fango, ecc. Sono questi pensieri, la loro “prossimità” spaziale, temporale, psicologica, a orientare la fantasia metaforica, l’indifferenza nei confronti del referente mostra l’irriducibile irrealismo della descrizione, ma non della percezione emotiva. La “prossimità” sorregge la somiglianza, quindi le metafore trovano sostegno nelle metonimie, spingendo fino alla vertigine l’ambiguo piacere della confusione. 

Il mio dipinto, “Mare” del 1973, è “immagine” che si scioglie nella “materia pittorica”. Passaggio del colore e della forma verso l’astrazione.

rano 2per tornare dove si era partiti.”

Pierdomenico Scardovi


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