L’anatema di Papa Francesco sui corrotti

L'udienza generale del Mercoledì di Papa Francesco«I corrotti non sono semplici peccatori per i quali si può invocare il perdono! Il marcio che nutrono dentro di loro li rende irrimediabilmente persi dal punto di vista morale e, per chi crede, della possibilità di salvezza. I corrotti sono al di là del peccato perché con la loro propensione a delinquere, divenuta abitudine, si sono posti in una zona dove la possibilità di redenzione non è contemplata. E questo vale a prescindere dalla “causa” con cui si vuole vestire le ruberie, cioè se sono fatte per il partito o per l’arricchimento personale. In entrambi i casi l’attitudine a delinquere e a peccare è diventata istintiva, non riescono più a liberarsene, anzi non si pongono proprio il problema, e il danno che fanno agli altri è immenso. Per essere classificati come corrotti, per appartenere alla categoria di persone che abbiamo cercato di descrivere brevemente, non è necessario aver preso materialmente bustarelle, mazzette, valigette di denaro, o bonifici su conti aperti in paradisi fiscali. Anche il sapere che si governa, si vive e si vegeta, ricavando benefici in termini di carriera, in un’organizzazione dove vengono canalizzati i frutti della corruzione, e convivere placidamente con essa, rende uguali a coloro che materialmente maneggiano il denaro sporco. Il sapere che da noi le opere pubbliche costano un multiplo di quanto costano all’estero, e non fare nulla facendo finta di niente, ma sapendo fin troppo bene dove va a finire quella differenza, rende i finti ignari colpevoli della stessa depravazione morale».


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