Aggiornamento Schumacher.

Oggi pomeriggio voci incontrollate hanno scatenato un vero terremoto mediatico sul web, annunciando la morte di Schumacher, ma immediatamente smentite dall’ospedale di Grenoble e commentate seccamente da Niki Lauda: “E’ una cosa senza alcuna pietà, chi può stampare questo mucchio di spazzatura?”.

Il sette volte campione del mondo di F1 è ancora sottoposto a delicate e lunghe terapie di risveglio dal coma indotto a neanche due ore dal tragico incidente sulla pista sciistica di Meribel. Indiscrezioni riferiscono che i progressi sono molto lenti per prevenire qualsiasi rialzo della pressione intracranica che nei primi giorni aveva preoccupato i medici. Potrebbe esservi un problema a livello del liquido cefalorachidiano: si tratta di un fluido corporeo che si trova nel sistema nervoso e che ha varie funzioni, tra cui quella di ridurre il peso dell’encefalo e di consentirne la perfusione a pressione costante. Si trova nello spazio tra le meningi, permea la corteccia cerebrale, il midollo spinale, i globi oculari, ma occupa anche gli spazi interni al sistema nervoso e nel canale midollare. Se esiste, se ripeto, un tale problema, il risveglio potrebbe durare a lungo.
Nel 1962 Moss rimase gravemente ferito in un incidente a Goodwood, mentre era alla guida di una Lotus. L’incidente lo ridusse in uno stato di coma per 30 giorni e gli paralizzò parzialmente la parte sinistra del corpo per sei mesi. L’anno seguente dopo alcuni test con la Lotus, decise di concludere la propria carriera: durante questa sessione di prove, girò di pochi decimi più lento rispetto alle sue consuetudini ma non si sentì a proprio agio con la vettura. Molti osservatori medici hanno ipotizzato che Moss fosse tornato al volante troppo presto e che altri sei mesi di recupero gli avrebbero consentito di recuperare la forma fisica che lo aveva contraddistinto. Il nostro pensiero va alla moglie Corinna e ai due figli che vivono una fase di grande speranza ma anche di tensione in quanto non è possibile sapere quanto durerà.

Concludiamo con le parole di Jean Todt sempre molto presente a Grenoble: «Sono sicuro che lui farebbe lo stesso per me. Conosco Michael, la sua forza e il suo coraggio. E credo che possano fare la differenza nel momento in cui il destino è così incerto»

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