WATERFRONT E ARCHITETTURE BALNEARI PER IL FUTURO DELLA RIVIERA
All’InOut di Rimini una tre giorni di riflessione sulle tematiche ambientali, architettoniche ed urbane per riflettere sul futuro delle spiagge italiane. Il più importante evento nazionale inerente gli sviluppi sul futuro del turismo balneare, ha visto tra i relatori anche l’architetto Cristian Gori in rappresentanza di WaterFront Lab, ospite al ciclo di conferenze promosse da Mondobalneare.
Architetto una vetrina lusinghiera, ci racconti.
La conferenza riguardava il futuro del turismo balneare e delle spiagge nel 2100. Tra i relatori erano presenti dei colleghi progettisti e il Geologo Enzo Pranzini, un luminare della materia sugli studi inerenti i fenomeni geologici marini.
Lei partecipava come rappresentante di WaterFrontLab ETS.
Esattamente, una importante associazione che intende promuovere l’attenzione per gli sviluppi dei waterfront in Italia. Particolarmente attenta anche alle località della riviera romagnola.
Ha definito la spiaggia come un margine territoriale.
Quando parliamo di spiaggia, parliamo di un “margine territoriale” capace di far coincidere due concetti antitetici: identità e dissolvimento. L’identità, come campo d’azione di utilizzo dell’arenile, nella capacità di fare impresa privata da parte dei balneari, quindi fonte di valorizzazione da cui ha preso corpo l’intero sistema economico rivierasco. Il dissolvimento, proprio per identificare la spiaggia anche come primo strumento di difesa dal fenomeno dell’erosione costiera. La spiaggia come tutela della linea di costa.
Perché in passato l’ambito dell’arenile non è mai stato oggetto di adeguata attenzione in termini architettonici ed urbanistici alla pari di altri contesti?
I motivi potrebbero essere molteplici, ora è importante a mio avviso aprire il campo della riflessione architettonica ed urbana anche all’ambito dell’arenile. I recenti investimenti di rinnovamento degli stabilimenti e dei waterfront, testimoniano un importante punto di svolta. Un passaggio che vede tramutare la spiaggia e gli adiacenti assi di lungomare, da “margine territoriale” cresciuto in passato in modo “spontaneo” e per addizioni, a peculiare valore urbanistico ed architettonico.
Quali sono, progettualmente parlando. gli aspetti più significativi degli interventi realizzati a Bellaria o su altri tratti della riviera romagnola?
La peculiarità urbanistica dei waterfront di Bellaria, (lungomare Carrà) la si evince nell’intimo connubio tra strada pubblica (lungomare) e area dei servizi balneari. Un connubio che ha creato una fascia di filtro capace di coniugare e far vivere la realtà urbanizzata con la naturalezza del mare.Siamo in presenza non solo di un waterfront rinnovato, ma di una vera e propria specifica Tipologia di Spazio Urbano.
Riguardo il rinnovamento degli stabilimenti?
Sono esempi importanti, mediante i quali si sta affermando il riconoscimento peculiare dell’architettura balneare. Concetto sempre sottostimato o ignorato. Il concepire lo stabilimento in modo organico, con tutte le dovute considerazioni non solo sotto il profilo tecnico e della sicurezza degli ambienti, ma anche meritevoli di attenzione al valore interpretativo e di dialogo al contesto urbano e paesaggistico. Lo stabilimento balneare come espressione di valori concettuali, funzionali, iconografici e comunicativi.
Come potrebbe essere l’arenile e il turismo balneare nel 2100?
Penso sia non solo prematuro ma impossibile pronunciarsi. Trovo però opportuno incominciare a legittimare il valore urbanistico dei waterfront costieri e il riconoscimento di questa specifica tipologia di spazio urbano. Cosi come trovo corretto riconoscere e legittimare il tema delle architetture balneari. Codificare dei concetti non solo ambientali, ma anche dei valori antropologici propri della nostra epoca. Iniziare a promuovere questi concetti lo ritengo un passo significativo, non solo per il carattere intellettuale dei contenuti, quanto come valore etico di attenzione all’ambiente e al paesaggio marino per le generazioni future.
Conclusione:
Una bella vetrina per Bellaria Igea Marina, che in virtù della realizzazione del nuovo lungomare Carrà. ha dato seguito (forse unica in Italia in questo particolare momento storico) ad un’opera pubblica-privata di rinnovamento ed innovazione anche concettuale dei luoghi che caratterizzano l’arenile e lo spazio pubblico dei waterfront.
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