DA “CHIAMAMI CITTÀ” UNA CRITICA IDEOLOGICA

Chiamami città” testata, è noto, di sinistra, libera ovviamente di criticare posizioni diverse, ha mosso alcune critiche verso l’attuale amministrazione bellariese, per ridicolizzare la campagna elettorale del centro destra. A noi sono parse fuori luogo. La critica, si sa, dev’essere costruttiva. Qui sembra più che altro una pseudo cronachetta, di cui non si capisce il senso se non quello di deridere l’avversario politico.

Questi i passaggi di un recente articolo: «Resta un collateralismo associativo generosamente premiato da Giorgetti e cassaforte dei suoi voti, che si muove sempre ai limiti del debordante sotto la regia dell’assessora Adele Ceccarelli (nessuna parentela con l’altro Ceccarelli). Proprio la Ceccarelli, con la sua onnipresenza, ha oscurato ogni altro assessore ed è diventata esempio di amministratrice aspirante icona green, che un giorno pedala su una cargo bike in veste da giardiniera e un altro giorno la vedi a farsi i selfie mentre pianta fiori con i giardinieri veri. C’è chi la trova improbabile perché, si sa, il troppo stroppia.»

Ora è legittimo criticare gli avversari in qualità di candidati, ma non nella loro veste di assessori durante la campagna elettorale. Se gli assessori non possono avvalersi del loro incarico per fare campagna elettorale, allora di conseguenza non devono essere criticati come tali. Sì chiama etica!

Secondo passo: «In questo quadretto, due notizie sono passate un po’ in sordina: la prima riguarda un bastimento carico di massi ciclopici che, in navigazione dalla Crozia a Bellaria, è stato dirottato in un altro porto (pirati in Adriatico?). Questo a causa di una quindicina di boe luminose che l’impresa vincitrice dell’appalto per il prolungamento del molo bellariese non ha trovato in tempo per far partire i lavori prima delle elezioni. Un infortunio grave che Giorgetti, campione di annunci, ha dovuto ingoiare. Però guardandosi dal metterci la faccia, tanto che in sua vece si è avventurato il progettista in una complessa spiegazione così riassumibile: maledetta burocrazia. Tutto molto esilarante.»

Vorrei capire qual è la responsabilità del sindaco in questo “dirottamento”. Eh sì perchè va bene la critica, ma deve essere argomentata, non una semplice presa in giro. Bontà loro se mi spiegano la “colpa” del sindaco in questa storia.

Per il resto è vero che nel centrodestra sì guardano in cagnesco, ma la parte più rappresentativa: Fdi, FI e Lega, fanno blocco. Mi chiedo un paio di cose. La prima è la candidatura del Pd di Chiaiese poi rivelatasi un fallimento. La seconda è che, sempre il Pd, ha dovuto chiedere quasi in ginocchio a Ugo Baldassarri (stimatissimo candidato) di fare il salvatore della patria. La terza, che è la più strana, come ha fatto il Pd ad allearsi con il M5S dopo anni in cui si sono guardati in cagnesco, con critiche molto forti da una parte e dall’altra, quasi a sfiorare l’odio personale. Letteralmente non sì potevano vedere.

Sarebbe il caso, caro “Chiamami Città”, di togliersi i paraocchi, di guardare prima in casa propria e poi in casa degli altri. Mica per niente, solo per essere obiettivi e non promulgare un pensiero che guarda solo da una parte. Se siete infallibili, come mai sono tante le cose che non vanno bene in casa vostra? E visto che fate gli spiritosi, vi ricordo un’elezione persa in modo maldestro proprio a Bellaria, nel 2009, per una vostra guerra interna. Qual è la scusa in questo caso?

E, tanto per ricordare, non ho mai rilevato da parte vostra critiche feroci nei confronti dell’amministrazione Ceccarelli, eppure di spunti questo giornale ne ha dati tanti e tutti documentati. Come mai in passato siete stati così morbidi con un vostro acerrimo nemico, o addirittura silenziosi?

l’uomo solo al comando va bene nel ciclismo, in politica conta il lavoro collettivo. In questo contesto sì colloca anche quello dei giornali schierati. Certe uscite, i voti, lì fanno perdere.

Comunque, se avete “perle di saggezza” da esternare, sono sempre pronto ad ascoltare.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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