Sarebbero gradite soprattutto agli automobilisti, ma pochissimi le usano. Tanti ciclisti – per non citare quelli che imitano i professionisti – vanno beatamente sulla strada e non sulla pista a loro riservata, rischiando la vita.

Stupidità? Forza dell’abitudine? Scomodità delle ciclabili? Resta il fatto che in caso d’incidente la colpa viene sempre addossata all’automobilista.

L’impressione è che la maggior parte dei ciclisti sembra non seguire nessuna regola, fanno tutto quello che vogliono. Ovviamente non tutti, ma la maggior parte sì.

Le piste che abbiamo in città sono dichiarate “ciclopedonali”. Quel “pedonali” impedisce di multare i ciclisti che non le usano.

Non si potrebbero dichiarare solo “ciclabili”? Tanto i pedoni le userebbero lo stesso. In questo caso i ciclisti sarebbero sanzionabili. Non è la multa in sé che è interessante, ma l’effetto educativo che ne scaturirebbe, oltre alla maggiore sicurezza. Va però sottolineato che in zone frequentate, le “ciclopedonali” vengono praticamente usate solo dai pedoni, che le occupano completamente camminando appaiati anche per quattro, rendendone impossibile l’uso ai ciclisti.

Però sulla vecchia statale (via Ravenna) si rischiano diversi incidenti tutti i giorni per i comportamenti selvaggi dei ciclisti.

Possibile che l’Amministrazione non si renda conto del problema? O forse lo sottovalutano? Capiamo perfettamente che sono impegnati in cose forse più importanti, ma qui stiamo parlando di sicurezza stradale. Anche il nuovo dosso sulla vecchia statale, che anche se troppo brusco, è necessario proprio per rallentare il traffico migliorando sicurezza stradale.

Ci rendiamo conto che è un argomento spinoso e complesso. Ci sono varie tipologie di ciclabili, strade diverse e lacune legislative. Le lacune legislative ci sono perché è troppo difficile adattare la legge a situazioni troppo diverse.

Siamo qui a chiedere se è possibile far qualcosa, il problema esiste, eccome!

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Il Direttore Giuseppe Bartolucci