Rinnovo un caloroso saluto alle autorità presenti, militari e civili, agli assessori, ai consiglieri comunali, ai rappresentati dell’ANPI e a quelli della politica locale: questa nutrita e variegata presenza, testimonia come ancora le istituzioni sappiano cogliere le profondità valoriali di certe giornate e aiutino a ricordare che la Festa della Liberazione è una festa che non dovrebbe dividere o appartenere ad alcuni, ma unire e appartenere all’ITALIA tutta.
Ma soprattutto ringrazio la popolazione, i nostri concittadini e gli ospiti, amici di BIM, che con la loro presenza perpetuano quel sentimento di festa nazionale, gioia e liberazione, che in quell’ormai lontano Aprile 1945 pervase le strade, le città, le vite del nostro Paese per la fine della guerra e la liberazione dall’occupazione Nazi-Fascista.
Infine, per ultimi, ma non per importanza, al contrario per gratitudine con il cuore pieno di Speranza, ringrazio i giovani dell’accademia In Arte (e i loro maestri) e i giovani della Scuola Superiore di Primo grado Panzini di Bellaria, per la partecipazione, la musica, i cori e le letture, ma soprattutto perché la loro partecipazione è il significato profondo di questa festa. Loro sono il frutto del sacrificio e del sangue dei tanti soldati italiani e alleati giunti da tutto il mondo e dei partigiani che hanno sognato di regalare ai propri figli e nipoti un mondo libero, un mondo in pace.
Riannodo il filo del mio ragionamento ripartendo dalla lettura ultima di Italo Calvino “il sentiero dei nidi di ragno”: Pin, bambino ligure che vive l’esperienza della resistenza ci lascia l’esperienza del rumore e del silenzio. entrambi affascinanti e paurosi in un equilibrio meraviglioso, ma fragile come la tela di un ragno…
Ecco, sia così la nostra festa della Liberazione: non sia coperta dal fragore roboante della retorica o della polemica nella ricerca di urlare di più per affermare la posizione di parte o di supremazia, nel cercare una rendita di posizione storica per un interesse attuale di visibilità;
Allo stesso modo la festa della liberazione non cada nel silenzio, un silenzio che spaventa perché innaturale, un silenzio di negazione e morte anziché di vita.
Se riducessimo questa giornata alla mera contrapposizione fra repubblichini e italiani, fra vincitori e vinti, se ci limitassimo a declinarla nella fine della dolorosa e nefasta pagina della guerra civile che dal 1943 a al 1945 ha diviso la nostra Patria e che alle volte pare mai finita… allora faremmo un torto a coloro che hanno che hanno combattuto e vinto quella guerra di liberazione, ai CLN, agli eserciti di liberazione…
Negheremmo e perderemmo il senso più profondo che questa celebrazione porta con sé: la cooperazione internazionale, il mutuo aiuto dei popoli e delle popolazioni. A liberare Bellaria Igea Marina nel settembre del 1944, furono truppe Neozelandesi e Greci, alleati provenienti da regioni così distanti tra loro e lontane de noi.
Ecco allora la profonda attualità di questa giornata, un monito, un esempio per il nostro tempo, in cui spirano sempre più forti i venti di guerra. Oltre all’invasione Russa in Ucraina, che si protrae da 14 mesi e che ha riportato scenari bellici dentro l’Europa che si credeva ormai libera e in pace 80 anni dopo la II Guerra Mondiale e 30 anni dopo i balcani… nel mondo vi sono guerre ad alta intensità in almeno altri 20 paesi: dal Sudan alla Siria, dalla Repubblica CentroAfricana all’Etiopia…
E con sempre maggior timore e tremore dobbiamo guardare agli scenari asiatici, con la Korea del Nord che sperimenta missili e sottomarini nucleari o la Cina che minaccia l’autonomia di TAIWAN.
L’esperienza di un mondo globale, la ricchezza della libertà di movimento, l’arricchimento culturale dello scambio fra i popoli, sono frutto di quella liberazione, della fine della guerra mondiale. Questi valori di libertà, di pace, di condivisone, collaborazione, coabitazione e cooperazione fra i popoli della terra, dobbiamo difenderli e rinnovarli quotidianamente a partire anche da noi;
Bellaria Igea Marina, terra che dell’accoglienza, dell’ospitalità, dell’incontro fra gente diversa, ne ha fatto non solo una professione, ma una vocazione ed una cultura.
Come può, o forse come deve, essere viva una festa che ricorda e celebra un evento di 80 anni fa? Come può appartenere a noi qui ed ora?
Se come sindaco di Bellaria Igea Marina (erede dei primi cittadini Nino Vasini e Odo Fantini), di fronte a questi ragazzi non mi ponessi queste domande, allora oggi avrei perso tempo ad essere qui.
La risposta a queste domande è già scritta: è scritta nelle storie delle nostre famiglie, nel sangue versato dei nostri nonni e bisnonni che hanno dato la vita per quei valori, è scritta nei volti di ciascuno di noi presente in questa piazza, è scritta negli occhi che vedono il domani di questi ragazzi: la risposta siano NOI con le nostre scelte, di tutti, che non vuol dire di nessuno, celati nella massa e nella banalità di pensare ci penserà qualcun altro. Scelte di tutti, che vuol dire di ciascuno, singolo, ma facente parte di una comunità più ampia, più bella, più ricca.
Allora a rappresentare cosa vuol dire cambiare il mondo, difendere i valori del 25 Aprile con le scelte quotidiane di ciascuno di noi, voglio lasciare a voi tutti la testimonianza di una storia che possa farci riflettere, una storia di due nostri concittadini che vissero in prima linea quegli eventi che oggi celebriamo 78 anni dopo: Ernesto Mantani (capo dei comunisti di Bellaria Igea Marina) e Mirko Mussoni (segretario locale del Fascio), e la racconto con la memoria e le parole di un altro nostro illustre e compianto concittadino; Mario Foschi, lo storico della nostra comunità, il quale nel suo libro “TIN BOTA”, nel brano “Le rondini tornano al nido – i giorni della guerra” scrive:
“a contare più delle ideologie sono le persone”
Questo messaggio, questo valore, lo rinnovo e lo estendo a ciascuno di noi ed in particolare ai giovani qui presenti; perché se è vero che la storia la scrivono i vincitori, è vieppiù vero che la verità la costruiscono i giusti. Allora concludo augurando a ciascuno di voi, bambine e bambini, ragazze e ragazzi, di vivere tanti altri 25 aprile e di costruire ogni giorno con le vostre scelte personali un mondo LIBERO, un mondo GIUSTO
Viva il 25 Aprile
Viva la Liberazione
Viva l’Italia
Filippo Giorgetti Sindaco di Bellaria Igea Marina
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