LA QUESTIONE DEI SALVATAGGI

Ogni anno, a fine stagione, si ripresenta il problema di prolungare il servizio di salvamento. Se da una parte è giusto, dall’altra si deve riconsiderare chi si deve far carico dei costi.

Analizziamo il problema:

  • Le spese del salvamento sono a carico soltanto dei bagnini. Nella settimana che i salvataggi chiedono di prolungare, la maggior parte dei bagnini avrà soltanto una decina di ombrelloni. Il costo del servizio è di circa 400 euro a settimana.
  • Risulta evidente che nella situazione attuale è un lavorare in perdita.
  • Ci vuole una premessa, le spiagge sono libere, l’accesso è per tutti, anche per chi non affitta un ombrellone. Ora queste persone usufruiscono anche del servizio di salvamento pur non contribuendo in alcun modo. Bene, allora se il servizio è pubblico – peraltro doveroso – non si capisce perché lo debbano pagare soltanto i bagnini.
  • Sarebbe logico che lo pagassero anche i chioschisti e gli albergatori! I bagnini sono circa 90, i chioschi circa 50 e gli alberghi circa 300. Ovviamente il costo del salvamento, così diluito, sarebbe irrisorio per ogni soggetto che contribuisce al salvamento.
  • Così facendo si potrebbe anticipare il servizio a inizio stagione e prolungarlo alla fine. Inoltre gli stessi salvataggi potrebbero ridurre le loro pretese nei periodi di bassa stagione.
  • Dirò di più (e qui come al solito mi farò dei nemici), se i salvataggi ritengono che il servizio di salvamento vada assolutamente prolungato di una settimana, essendo un servizio per il bene pubblico, perché, vista l’importanza non lo fanno gratuitamente? O quantomeno riducano il costo della settimana extra a 200 euro.

Il sospetto è che sia solo una questione meramente economica. Se mi sbagliassi, e veramente i salvataggi sono mossi da un sentimento per la sicurezza dei turisti, allora, ripeto, lo facciano gratuitamente o riducano il prezzo della metà.

Gli accordi si fanno prima e non in corso d’opera! I bagnini hanno il diritto, come qualsiasi imprenditore, di conoscere prima le spese a cui andranno incontro. Al di là dell’obbligo del periodo per il salvataggio, l’estensione del periodo dovrebbero essere i bagnini a deciderla. Ad esempio: se in una zona ci sono ancora dei gruppi, magari di anziani, allora in quella zona i bagnini potrebbero assumere privatamente i salvataggi per assicurare il servizio.

Bisogna inoltre capire perché gli altri comuni della riviera hanno concesso il prolungamento del servizio di salvamento. Interessi politici? Voto di scambio visto che siamo in campagna elettorale? Come diceva un vecchio politico riminese: «In campagna elettorale, una sbadilata di asfalto non la si nega a nessuno».


RIPRODUZIONE VIETATA © BELLIGEANEWS.IT

Il Direttore Giuseppe Bartolucci

su "LA QUESTIONE DEI SALVATAGGI"

Lascia un commento

il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.