CI HANNO FREGATO ANCORA UNA VOLTA: LA PENSIONE DEI POLITICI È MATURATA.

La regola prevede la maturazione del diritto al vitalizio dopo 4 anni, sei mesi e un giorno di legislatura; ecco perché riescono a rientrarci per pochissimo. Ma proprio per pochissimo… un giorno. La scadenza, infatti, è al 24 settembre, e guarda un po’, si vota il 25.

Vitalizio, croce e delizia del parlamentare. Anche se le regole per percepirlo sono cambiate nella XVII legislatura, con l’introduzione del calcolo contributivo degli assegni, l’argomento è sempre caldo. Specialmente quando ci si avvia verso lo scioglimento delle camere e a nuove elezioni come in questo caso. Ebbene, per quanto riguarda la XVIII legislatura (ovvero l’attuale) il trattamento pensionistico di onorevoli e senatori è salvo. La regola prevede la maturazione del diritto alla quota per tutti e cinque gli anni di legislatura allo scadere dei 4 anni, sei mesi e un giorno dal suo inizio. E guarda un po’, proprio in quella data cade giusto giusto il 24 settembre, un giorno prima delle elezioni. E la Costituzione, all’articolo 61, recita che «finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti».

Questo significa che Camera e Senato saranno ufficialmente al lavoro fino al 24 settembre per esaminare gli eventuali decreti urgenti che promulgherà il governo dedito soltanto agli affari correnti, secondo quanto deciso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, o per varare i decreti legislativi di attuazione delle deleghe, come quelli che mancano per il Pnrr e per le leggi varate dal governo Draghi. E anche se nella sostanza tra agosto e settembre difficilmente vedremo il pienone sia a Palazzo Madama che a Montecitorio, sia per le vacanze che ormai incombono, sia per la campagna elettorale che si preannuncia caldissima (se non altro per le condizioni meteorologiche). Se le prossime elezioni si svolgeranno il 25 settembre, la data di insediamento delle nuove camere è fissata al 15 ottobre, ovvero 20 giorni dopo il voto. Un giorno dopo la data che salva i vitalizi.

Questo si legge sul sito open.online.

Si capisce perfettamente perché la crisi del Governo Draghi è stata scatenata a luglio, e non prima. Hanno fatto i conti e, seppur con un minimo rischio, hanno capito che le elezioni non si potevano fare prima del 25 settembre!

Tutti, Conte, Salvini, Berlusconi, erano perfettamente a conoscenza di questo. Anche i relativi Deputati e Senatori ne erano perfettamente consapevoli, quindi se ne sono stati buoni, aspettando che il meccanismo s’innescasse. Notate bene, nessuno si è stracciato le vesti per salvare il governo Draghi.

Nessuno di questi “Signori” ha voluto spiegare, perché la crisi non è arrivata prima. Sapevano bene che Draghi non avrebbe accettato compromessi, quindi hanno aspettato i tempi giusti, giusti per loro ovviamente.

C’erano i “furbetti del quartierino”. Adesso ci sono i “furbetti della pensioncina” che tanto piccola non è!

Qualcuno s’indignerà, altri parleranno di diritti acquisiti. Statene certi, nessuno dei nuovi “pensionati” si vergognerà! Anzi diranno che hanno servito lo stato. La politica è diventata un mestiere per gente senza scrupoli!


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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