VENDITORI DI SOGNI

Così potremmo definire, nella gran maggioranza, i politici italiani. Non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Non, ben inteso, per le idee politiche, tutte lecite per carità, ma per i sogni che ci vogliono vendere.

Conte è stato male per un’intolleranza alimentare, che gli abbia fatto male la scatoletta di tonno andata a male? Quella scatoletta che Grillo aveva aperto per mostrare figuratamente come scardinare il sistema? Battuta a parte, Conte era, ed è rimasto irrilevante, messo lì da Grillo che non si espone mai in prima persona. A parte i vaffanculo days, non è che abbia fatto qualcosa d’importante.

Anche a Bellaria abbiamo venditori di sogni. C’è chi promette di affidarsi a tecnici di alto livello per una decina di interventi strategici dedicati alla città. Una sola domanda: dove troveranno i fondi per pagarli? Ammesso che tecnici di alto livello siano disponibili. Mi sembra sia lo stesso personaggio che si autodefinì “uno dei migliori politici italiani”, che voleva aprire una scuola di politica e infine fondare un partito nazionale!

Troppi personalismi e protagonismo personale avvolgono questi personaggi, nessun pragmatismo e realpolitik, solo venditori di sogni.

Certo la Meloni sa come si governa. Lei, che è stata ministro insignificante delle politiche giovanili, crede di poter guidare l’Italia, lei, che già prepara la lista dei ministri, già si comporta da ducetta, con dichiarazioni che sembrano quelle di una maestra di scuola materna. Attenta cara Meloni, non si vende la pelle dell’orso prima di averlo catturato. Se anche diventasse premier, chi garantisce che saprebbe governare? Troppa boria, ragiona come se lei fosse la Bibbia. Forse crede che Salvini e Berlusconi si accontenteranno di un ruolo di secondo piano? Che la seguiranno come docili cagnolini?

Peccato per Draghi non essere nato in America, lì sarebbe stato fatto presidente d’ufficio senza passare per le elezioni, in Italia lo mandiamo a casa bastonato.

La rivoluzione grillina, che doveva aprire il parlamento come una scatoletta, quella che ha fatto male a Conte (ndr), è diventata la rivoluzione dell’irresponsabilità, anzi, lo è sempre stata. Non parlo di chi ci ha creduto, né dei politici locali, ma di chi, messosi a capo del Movimento, ha venduto sogni: Grillo, Casaleggio, Di Battista, Taverna ecc.

I pentastellati dovrebbero ricordarsi di Talleyrand che è considerato tra i maggiori esponenti del camaleontismo, visto che servì Luigi XVI, ma anche la rivoluzione francese (il M5S si è alleato prima con la Lega, poi con il Pd), considerato insieme a Metternich il regista del congresso di Vienna. Disse una frase divenuta famosa: Surtout pas trop de zèle, mai troppo zelo. Ecco, i dirigenti grillini appaiono così: zelanti e pedanti.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

1 Commento su "VENDITORI DI SOGNI"

  1. Penso…
    Che l’elettore abbia il diritto di eleggere direttamente il presidente del Consiglio, il quale si deve presentare in lista con il suo programma di governo ed eventuale la squadra dei ministri. Il governo nominato deve avere la certezza di governare per 5 anni senza tanti giochi di potere e ricatti in genere edpressi dai partiti minori.
    La democrazia non deve mostrare il fianco i vari voltagabbana … banderuole di turno o interessi e personalismi di qualche “sorriso fatto di plastica facciale”.

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