Dismesso, mai protagonista, look anni 70, ma capace di diventare l’uomo del centrodestra.
Enzo Ceccarelli: dopo un’esperienza decennale da Sindaco di Bellaria I. M. fatta di luci ed ombre, si rende protagonista di un colpo di teatro che ha sovvertito, come per magia, le decisioni che sembravano già prese nel centrodestra riminese.
I giochi a Rimini sembravano ormai più che definiti nel Centro-Destra, o meglio nel partito di maggioranza della “non” coalizione, con un candidato pronto e una campagna elettorale già impostata. I partiti, poco uniti nei personalismi ma tutto sommato pronti a stringersi a Corte con le civiche a dar folklore.
Poi la svolta nella notte che porta consiglio lanciata a mezzo social dall’ex civico Paesani che con patriottismo si concede incondizionatamente ai voleri di Morrone da Forlì, lanciando Ceccarelli alla corsa a Palazzo Garampi. Un colpo di Teatro in piena regola, figlio, forse, di un barlume di lucidità del Conte di Montescudo che deve aver compreso che 200 like su Facebook non sono nemmeno un posto in Consiglio Comunale e che avere 5000 amici sui social in vista delle elezioni è un po’ come essere ricchi al Monopoli.
Ma veniamo al Nostro candidato dal look iconico di un cassiere di banca anni 80, un uomo che sembra far trasparire umiltà e semplicità da tutti i pori, ma che in fin dei conti è stato in grado di ribaltare il tavolo della trattativa come nemmeno Michael Douglas avrebbe potuto fare nel film “Un giorno di ordinaria follia”.
Chi è Enzo Ceccarelli? Albergatore, ex Sindaco di Bellaria per un decennio che certo non passerà alla storia, protagonista di leggende che narrano di un uomo con la terza media per alcuni, mentre lui va narrando che a 17 anni fu scoperto come inventore e voluto a tutti i costi dall’Istituto Giordano. Un uomo, anzi, in questo caso un politico, che affronterà la campagna elettorale mentre sta facendo i conti con un processo per falso in atto pubblico, reato commesso nel corso del suo mandato da Sindaco, mandato dai più definito “modesto”, aggettivo che, si sa fin dai tempi antichi, è un modo elegante ed educato per descrivere governicchi di ben poco spessore. Un uomo che anche in questa campagna elettorale è sempre troppo spesso oscurato dall’ombra di Paesani e Paesani, per fisicità, di ombra ne genera parecchia. Un candidato Sindaco che porta il suo leader nazionale in un locale storico e chiacchierato in barba alla sicurezza, visto che il patron del Coconut’s pochi giorni prima della cena con Salvini ha sbandierato ai quattro venti di essere stato vittima di un attentato incendiario che ha letteralmente distrutto un’autovettura della Società. Pensate un po’ voi i rischi comunicativi nel far entrare nel mitico Coconut’s il Leader Maximo Salvini… Per l’amor di Dio, nulla da dire sulla bellezza del locale, ma purtroppo la cronaca molto spesso ha avuto modo di parlare della discoteca all’ombra della ruota.
Un candidato sindaco che se chiudi gli occhi un attimo e li riapri, ti sembra di aver davanti Prodi.
Il decennio Ceccarelli in quel di Bellaria ha visto nel 2017 tre alberghi beneficiari di fondi regionali per la realizzazione di “progetti innovativi per la valorizzazione del settore ricettivo”, con la stranezza che uno di questi – oltretutto quello che ha avuto maggiori benefici, oltre 190 mila euro, dalla determina regionale n. 15256 del 29 Settembre 2017 – è stato l’Hotel Mondial, e indovinate un po’: Ceccarelli albergatore, quale hotel possiede con la Società Lazzarini Arturo & C. snc? Per la realizzazione di “un nuovo resort per la riviera romagnola: innovazione nel servizio, design e qualità strutturale”, il Mondial ha appunto ricevuto sgravi e benefici per quasi 200 mila euro. E sull’utilizzo di tali fondi, onestamente, l’unica riflessione la lascio a Voi lettori invitandoVi a fare una passeggiata in via Livio Andronico al civico 3 in quel di Igea per ammirare il “nuovo resort innovativo”.
Solo altri due hotel bellariesi, quello della famiglia Semprini e quello della famiglia Pompili, hanno avuto il placet della Regione per beneficiare di fondi e sgravi e anche su questo punto le considerazioni le lascio al pensiero, magari malizioso, di chi legge lasciando loro solo il dubbio che potrebbero essere persone non propriamente sconosciute a Ceccarelli.
L’avvocato del diavolo
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