PARADISE: DEMOLIZIONE ILLEGITTIMA MA LECITA

La demolizione del chiosco Paradise

Dove si colloca, in una delibera di Consiglio comunale, la linea che separa un atto illegittimo da uno arbitrario e illecito? Per il chioschista Christian Magnani, concessionario del lotto di spiaggia sul quale sorgeva il Paradise’s Dream in viale Pinzon 19 di fronte a via Properzio – confinante a sud con il Bech Resort in via Pinzon 18 e a nord con il Joe Bananas nel lotto del Polo Est –, la sfortuna ha voluto che quella linea passasse proprio sul suo bar e ne ha decretato l’abbattimento illegittimo “ma senz’altro non frutto di un’attività arbitraria e illecita quale è quella dell’abuso d’ufficio”. 

La distinzione è sottilissima e a Magnani è valsa il ritiro della concessione, rinnovata invece agli altri due bar e anche al bagnino confinante lato mare. Diciamo che entrano in ballo considerazioni sofisticate e precedenti giurisprudenziali che non sono, esattamente, argomenti da azzeccagarbugli manzoniano. Tant’è che il Gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Contarini ha disposto – su richiesta del Pm – l’archiviazione del procedimento penale aperto contro Enzo Ceccarelli e Cristina Zanotti su esposto dello stesso Magnani per abuso d’ufficio. All’epoca – parliamo del Consiglio comunale 12 maggio 2015, Ceccarelli e Zanotti erano, rispettivamente, sindaco e consigliera comunale di maggioranza. 

Magnani aveva contestato la partecipazione di Ceccarelli e Zanotti alla votazione della delibera consiliare n. 30/2015 sul piano di spiaggia (“Indirizzi in merito all’affidamento di aree di arenile comunale e demaniale marittimo in attuazione del piano dell’arenile”). Il Gip riconosce che i due esponenti politici di destra nel votare la delibera, che di fatto decretò la fine del Paradise’s Dream, potevano avere interessi propri in quella decisione essendo coinvolti l’uno nel Beach Resort (bar di proprietà della società dei figli) e l’altra nel Joe Bananas (bar del Polo Est in concessione alla figlia). Ma, dice in sostanza il Gip, “pur convenendo con l’opponente [Magnani] che la nuova programmazione dell’utilizzo dell’arenile del demanio si concretizzò in un suo pregiudizio favorendo le attività riconducibili ai parenti degli indagati” non vi è stato un “dolo specifico” di Ceccarelli e Zanotti per ottenere “una mappatura esatta dell’area per favorire i propri interessi e danneggiare il confinante”. E questo tanto più se si considera che la mappatura venne votata all’unanimità dal Consiglio comunale. 

Magnani oggi ovviamente mastica amaro per l’archiviazione del suo esposto (il provvedimento è dello scorso 25 maggio) ma, in qualche modo, si sente vincitore morale. “Nei fatti il Gip stabilisce che io con quella delibera ho subito un danno e Ceccarelli e Zanotti un vantaggio. La spiegazione semplice: i due bar che erano più prossimi al mio e riconducibili uno al sindaco e l’altro ad una consigliera comunale che due anni dopo sarebbe diventata assessora, dalla stagione 2016 si sono trovati senza la mia concorrenza e hanno visto aumentare i loro affari oltre che il loro valore. La mia attività è stata azzerata con la demolizione e siccome sono residente a Rimini oggi vedo che Ceccarelli potrebbe essere candidato sindaco nella mia città. Diciamo che questa eventualità, alla luce della mia vicenda, mi crea parecchio disagio. E le motivazioni con le quali il Gip ha archiviato il mio esposto andrebbero colte come un monito agli elettori di Rimini”.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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