PRO LOCO E ASSOCIAZIONI

C’è sempre qualcosa di discutibile nelle attività di questi soggetti che sono, è bene ricordarlo, associazioni private, non parastatali.

Essendo private rispondono solo ai propri associati, ma chiedono – e ottengono – finanziamenti all’Amministrazione.

Ora, quando una di queste associazioni organizza una festa come, ad esempio, una cena sul porto che è a pagamento, perché il comune finanzia a fondo perduto? Da notare che gli incassi restano alle associazioni, le quali (è consentito dalla legge) possono rilasciare ricevute non fiscali.

Sarebbe molto più logico che il comune anticipasse le spese e poi le associazioni restituissero quanto loro anticipato. Altrimenti potrebbero esserci strani movimenti di denaro. Denaro occulto che non si saprà mai bene dove sia a finito e del quale, probabilmente, solo una parte viene devoluta per opere di beneficenza.

Il controllo contabile effettuato dal comune è solo sulle spese per giustificare il finanziamento, oppure anche sugli incassi? Non esiste una relata di notifica su queste cose che sia pubblica e certificata. Niente di specifico, solo numeri che dicono poco: chi fa il vero controllo? E soprattutto, come viene fatto il controllo sugli incassi? Sul posto e al momento, o a posteriori su un foglio contabile?

Questi finanziamenti certamente servono anche a creare consenso, e quindi a portar voti. Questo, bene o male, è sempre avvenuto con tutte le amministrazioni, non solo con l’attuale.

Domanda, forse stupida: se un’associazione vuole organizzare una cena a pagamento, perché al finanziamento deve pensare il Comune con il denaro di tutti i cittadini? Sarebbe molto più logico che i soci si autofinanziassero. Ma crediamo che in molti casi, a organizzare festicciole (tutte uguali) sia più la voglia di mettersi in mostra che rendere un servizio alla città, oltretutto non richiesto!

Alla fin fine i finanziamenti pubblici alle associazioni non sono affatto obbligatori.

E veniamo alla Pro Loco presidiata da Rocco Berardi: non sono troppi gli incarichi che gli sono stati affidati? Sia ben chiaro che il problema non è nel fatto che Berardi sia stato consigliere nelle precedenti amministrazioni, ma nella concentrazione degli incarichi affidati alle sue mani.

Il caso si crea nella raccolta di dati sensibili nelle mani di una Pro Loco e non negli uffici comunali preposti. Nel caso emergano problemi di fuga di dati sensibili, cosa succederà? Chi dovrà risponderne? Solo la Pro Loco, oppure anche l’Amministrazione per aver incautamente affidato l’incarico a un soggetto non qualificato? Insomma, in caso di problemi, chi ne risponderà in giudizio?

In ultima analisi esistono gli uffici in Comune per queste pratiche, perché allora affidarsi a una Pro Loco? Una scelta che non si spiega con la logica, a meno che dietro a questa scelta non ci sia un risvolto di natura politica per dare maggior peso a un soggetto. Ci auguriamo non sia così, sarebbe una delusione. Al tempo stesso auspichiamo che tale incarico alla Pro Loco sia revocato.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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