LE PROPOSTE INDECENTI

Due personaggi influenti (o almeno ritengono di esserlo) della città, propongono due referendum.

Il primo (Bucci) propone un referendum sulla tassa di soggiorno. Referendum di iniziativa cittadina, stando alle sue parole. Il punto è solo uno: ammesso che si possa fare, richiederà l’impegno da parte dell’amministrazione per dar seguito al risultato, qualunque esso sia. Mancando questo impegno il referendum non ha alcun senso, e il risultato non è affatto scontato come Bucci ritiene.

Il secondo è proposto dalla presidente degli albergatori, che propone il referendum chiamando direttamente in causa turisti chiedendo loro se gradiscano pagare la tassa di soggiorno… Tzè, il risultato sarebbe scontato.

Prima, però, la presidente degli albergatori dovrebbe spiegare come intenda far votare i turisti, tutti, nell’arco del periodo turistico e anche come si possa rendere credibile tale referendum.

La presidente fa leva sull’impatto pubblicitario di essere una città “taxfree”, e sui tantissimi congressisti della fiera di Rimini, che, stando alle sue parole, dormono a Bellaria perché non pagano la tassa di soggiorno, il che è tutto da dimostrare numeri alla mano.

Dunque sempre di più si punta a un turismo di basso livello, dove il risparmio di un euro al giorno farebbe arrivare migliaia di turisti in più.

Due referendum di cui uno senza i presupposti sopra citati è totalmente inutile, e si configura più come una mossa da perenne campagna elettorale. L’altro, invece, è ridicolo in modo indecente.

Se per gli albergatori è così importante la promozione di Verdeblu per il loro business, perché non lo finanziano direttamente, invece di chiedere contributi all’Amministrazione?

Del resto, per raggiungere il milione di euro che ogni anno Verdeblu ottiene dal Comune, basterebbe che ognuno dei circa 300 alberghi della città versasse 3.500 € nelle casse della fondazione e il gioco sarebbe fatto.

Oppure i 3.500 euro sarebbero una cifra impossibile? Abbiamo attività che si prendono il merito di essere il motore economico della città, poi si dichiarano tanto povere da non essere in grado di pagarsi la promozione? Al tempo stesso, però, pretendono di decidere le politiche della città.

Siamo davvero messi male se la nostra economia e i suoi principali attori non sono in grado di sostenersi senza chiedere soldi pubblici.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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