LETTERA APERTA AL SENATORE PILLON

Gentilissimo, Illustrissimo, Magnifico, Illuminato Senatore Pillon,

mi permetto di scriverLe queste mie in ringraziamento per quanto sta facendo per noi tutti e per il nostro disastrato Paese, sperando che Vostra Grazia possa illuminarmi ed aiutarmi a capire alcuni aspetti del Suo operato che mi sfuggono.

Lo so, non dovrei nemmeno osare importunarLa, infatti sono una donna (ma creda, non per colpa mia), ho un lavoro e un mio reddito e nel mio piccolo sono riuscita a fare anche un po’ di carriera nella struttura in cui lavoro (ma, mi creda, davvero poca cosa e senza togliere nulla ai colleghi maschi). Sono anche separata! E non ho mai partorito! Pensi, ho anche studiato e ottenuto una Laurea magistrale!

Però sono eterosessuale e sono anche stata battezzata (anche in questi due casi, non per merito mio).

Ho provato a scaricare dal sito del Senato della Repubblica la bozza del Suo disegno di legge, perché sa, non mi fidavo di tutti questi comunisti rivoluzionari e anarchici che mi vogliono insegnare cosa devo pensare… sarà Sua cura farlo.

Scusi, ma non capisco. Lei è un Senatore della Repubblica Italiana, quindi un rappresentante dello Stato e nel suo ddl c’è scritto che la separazione e il divorzio non devono essere di competenza della Magistratura, altro organo dello Stato. Ma come fa a squalificare un altro organo di quello Stato che rappresenta? Non è come squalificare se stesso?

Ah già, dimenticavo; Lei è un mediatore famigliare come i colleghi cui dovrebbe essere demandata la trattazione di questi argomenti. Mi perdoni: saranno gli estrogeni…

Mi piace molto l’idea che il matrimonio si debba mantenere a tutti i costi. Anni e anni di costosissima terapia di coppia nella quale frustrarsi e diventare qualcos’altro per rispettare un contratto.

Non dia retta ai comunisti che gridano alla dipendenza delle donne da mariti violenti: due schiaffi non hanno mai fatto male a nessuno. E poi, se una va rieducata perché non si comporta bene, meglio che lo faccia il marito nell’intimità delle mura domestiche. Così imparano bene anche i figli come si fa.

E poi che bella l’idea dei bambini equamente divisi tra padre e madre 15 giorni ciascuno… Che belli questi cuccioli con i loro trolley colorati che viaggieranno da una casa all’altra e che rallegreranno le nostre strade con i colori delle loro valigie e le loro grida di gioia per queste continue gite! Ma come faremo se i genitori stanno in città diverse? Organizzeremo dei baby charter? Dai!

– Mi faccio seria per un attimo: su una cosa ha ragione. Non si possono vedere femmine (perché non sono donne) che si fanno mantenere alla bella vita dagli ex mariti, così come non si possono vedere padri ridotti sul lastrico pur di fare i padri. –

Lei non può saperlo caro Senatore, perché la Sua personalità e la Sua moralità Le hanno di certo impedito di venire a contatto con certo ciarpame, ma Le garantisco che ci sono dei “padri per caso” a cui verrà un coccolone al solo pensiero di avere i figli a casa per 15 giorni al mese. Ma come faranno questi poveretti ad avere la possibilità di fecondare altre donne e di mettere al mondo altri italianissimi bambini bianchi che ostacoleranno l’immigrazione e garantiranno la prosecuzione della specie?

Ma poi vogliamo parlare della grandiosa idea della scuola speciale per i figli di genitori separati?! Ma quanto genio! La riprogrammazione infantile è una grande idea! Però, dica la verità Senatore, questa l’ha copiata dal famoso psicologo americano, quello che va tanto di moda adesso, quello a cui si sono ispirati anche gli psicologi e gli assistenti sociali di Bibbiano, vero?!

Eh, lo so, vede cosa succede a lasciare in mano le cose ai comunisti?, mandano tutto in vacca…

Grazie ancora per tutto quello che sta facendo per noi. Peccato non essere più giovane e poter godere appieno di questo clima di oscurantismo che state creando… Che fortunate le nuove generazioni!


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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