LA FOLLA E’ MOBILE

Di Marcello Benghi

La folla è mobile
qual piuma al vento,
muta d’accento e di pensiero..

Non mi sono mai interessato seriamente di politica, perché giudico la stragrande maggioranza delle persone che si occupano di amministrare i beni nostri, come soggetti non ancora andati in analisi…
Quindi è facile proiettare i loro desideri inconsci come appartenenti alla popolazione in generale con le ovvie conseguenze..
Ma più ancora interessanti da studiare ed analizzare sono la popolazione, le masse, le folle che periodicamente si recano alle urne per votare i vari candidati che si alternano nel governo del paese o delle nostre città.
Le caratteristiche delle persone che vanno a votare seguono naturalmente una curva gaussiana; avremo quindi due estremità, da un lato persone con spiccato senso critico, preparazione culturale, tendenza al ragionamento e capacità di discernere fra ciò che il politico promette e quello che riuscirà poi a mantenere.
Dall’altro lato avremo invece persone senza un retroterra culturale sufficiente, debole tendenza al ragionamento e totale credulità verso il politico di turno.
Ma la fetta più importante da seguire è quella che sta al centro della campana gaussiana.
Prenderò spunto da ciò che ha detto qualche giorno fa Gino Strada fondatore assieme alla moglie Teresa Sarti della ONG italiana Emergency: ”da medico non riesco a pensare ad una mutazione genetica che da un anno e mezzo coinvolge milioni di persone. Non bisogna chiedersi come la Lega abbia fatto a prendere tutti quei voti, ma come è successo che in tanti hanno perso la ragione”.
In tanti hanno perso la ragione?
Andiamo allora a scavare un po’ nel passato..
Nel 1999 alle elezioni europee Forza Italia sfiora il 30 per cento dei consensi e vince alle Regionali.
Le conseguenze saranno che Massimo D’Alema dovrà dimettersi dalla carica di Premier, Forza Italia aderisce al Ppe e Silvio Berlusconi diventa uno degli esponenti di punta.
Fu Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1994 e 1995, dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2011.
Romano Prodi nel 2005 fu indicato alla guida della coalizione del centro sinistra alle Primarie del 2005 e poi divenne Presidente del Consiglio dei Ministri dal 17 maggio 2006 fino all’8 maggio del 2008.
Poi mattatore della scena politica italiana fu Matteo Renzi il quale alle elezioni europee del 2014 vide il Partito Democratico conseguire il 40,81% dei voti, il miglior risultato elettorale mai raggiunto dal suo schieramento.
Poi come andò a finire tutti lo sappiamo.
Il 2009 vede la nascita di un nuovo schieramento politico su iniziativa di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio; il movimento 5 stelle si differenzia dagli altri partiti sia sotto il profilo organizzativo, che comunicativo.
Si tratta di una forza politica con una struttura virtuale, priva di un segretario, un presidente o di una assemblea nazionale.
Nei contenuti presenta tratti tipici del populismo declinati in chiave digitale.
Alle politiche del 2018 rastrella il 32,7 per cento del risultato elettorale.
Risultato elettorale però non mantenuto alle europee del 2019 quando prende il 17,5 % dei voti.
Infine abbiamo avuto il boom della Lega alle elezioni europee che diventa il primo partito col 34,34 delle preferenze.
Che conclusioni possiamo trarre da questa disamina?
Quali possono essere le cause che formano l’opinione di un elettore?
Perché cambia volentieri opinione?
Le loro opinioni nascono spontaneamente o sapientemente vengono inculcate nella loro mente?
La nostra collettività quale grado di libertà gode?
I mass media possono influenzare grandemente le scelte politiche degli elettori?
Insomma la popolazione votante ha delle opinioni ragionate o delle opinioni subliminalmente imposte?
Che ruolo hanno i comitati politici, sindacali etc?
Lavorano sempre per il bene della società e per il nostro progresso?
La risposta mi appare molto semplice; non possiamo disinquinare un paese prima di aver disinquinato la nostra mente.
Ogni vera rivoluzione sociale deve prima partire da una rivoluzione della nostra coscienza.
Se così non sarà continueremo a vedere politici nascere, crescere e poi scomparire per sempre.
«La propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d’ordine martellate ininterrottamente finché possano entrare in quelle teste e fissarsi saldamente. Si è lavorato bene quando anche il meno ricettivo della popolazione ha capito ed imparato».
Queste parole le scriveva Adolf Hitler nel suo Mein Kampf.
Non mi sembra che la tattica politica per convincere la popolazione a votare in un certo modo sia molto cambiata.
Ma la colpa è nostra, di noi cittadini non dei politici che ci rappresentano.
Questo perché ci facciamo rappresentare da individui che sono l’esatto specchio della nostra coscienza, dove i desideri della mente, potere e soldi, indomabili e mai sazi sono i nostri padroni.
Come andrà a finire?
Semplice; la nostra mente non cambierà, anzi; quindi nuovi partiti sorgeranno e prenderanno il posto di quelli vecchi per un gioco eterno che mai avrà fine.
Politici nuovi eclisseranno quelli vecchi dandoci l’illusione che finalmente qualche cosa accadrà.
Accadrà solamente che tutto cambierà, apparentemente, per non cambiare assolutamente nulla.

Un Anello per domarli,
un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli
e nel buio incatenarli.

Marcello Benghi


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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