IL TRENO ALL’INCONTRARIO VA..

La settimana prossima, promosso dall’Amministrazione, ci sarà un incontro pubblico con un ospite di riguardo – l’Assessore Regionale ai trasporti Donini – sul futuro della ferrovia.

È strano però. Dieci anni fa, l’attuale Amministrazione aveva inserito nei suoi programmi lo spostamento della ferrovia a monte del paese. In seconda battuta se ne propose l’interramento, trasformandola in una vera e propria metropolitana.

Certo le complesse pratiche burocratiche richiedono tempo, come molto tempo richiederebbe il completamento di un cantiere del genere.

Dieci anni, però, non sono pochi. Dopo dieci anni era lecito aspettarsi l’inaugurazione della metropolitana. È logico che i lavori, essendo il cantiere sotto terra, non avremmo potuto vederli. Dopo ben dieci anni, invece, ci verranno solo a dire quale sarà il futuro della ferrovia.

E quella promessa? Cominciamo a pensare che fosse solo una strategica promessa da campagna elettorale. Ci hanno preso in giro? È corretto illudere così gli elettori, senza mai prendersi cura di rispondere poi alla loro disillusione? È forse per questo che mai nessuno, in seguito, ha più toccato l’argomento? Né gli amministratori, né i cittadini. Sarebbe quasi da reclamare il falso ideologico.

Viste le premesse, hanno delle idee, dei progetti fattibili? Insomma, di cosa vengono a parlare? Noi un’idea l’abbiamo: semplicemente è ripartita la campagna elettorale; sia per la Regione; che per il Comune.

Donini e Ceccarelli per un posto in Regione (si vocifera da tempo che Enzo Ceccarelli sarà in lista per le regionali), le altre eminenze grigie della nostra città si metteranno a ruota per sfruttare l’ingenuità delle persone che ancora credono alle promesse da campagna elettorale.

Già, perché in questi anni, né Ceccarelli, né tanto meno Donini, hanno minimamente accennato alla ferrovia proponendo soluzioni: chissà perché si sono svegliati ora? Se il problema gli fosse stato davvero a cuore, avrebbero dovuto muoversi prima!

I due, pur militando in schieramenti opposti, uniscono le forze per autopromuoversi, tanto negli incontri pubblici si parla e si parla; ma di nero su bianco nemmeno l’ombra. E allora perché dovremmo, non solo ascoltare, ma addirittura credere a quello che diranno? Siamo sommersi di promesse e carichi di illusioni, sarebbe ora che chi fa politica tornasse con i piedi per terra. Se sono in grado di fare qualcosa di utile – non solo per se stessi – bene, altrimenti la smettano di occupare poltrone e vadano a lavorare. Mal che vada potranno sempre chiedere il reddito di cittadinanza; a piedi non resteranno.

In definitiva siamo sempre più convinti che la ferrovia a Bellaria resterà così com’è, anzi, la situazione potrebbe anche peggiorare. Quindi è del tutto inutile sperare nei miracoli, meglio che ci dedichiamo ai veri problemi, che tuttora abbiamo, e che sono rimasti del tutto irrisolti.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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