MERCATO ITTICO: LA DELUSIONE E I CONSEGUENTI DANNI

Avrebbe dovuto essere l’affermazione del comparto pesca bellariese: si è rivelato un disastro.

Quando l’impresa ebbe inizio, si fantasticarono meraviglie ancor prima che il mercato fosse finito. La neonata cooperativa OP (Organizzazione Pesca) contava circa 30 entusiasti soci: oggi, sono ridotti a circa la metà.

La partenza fu condita da proclami altisonanti: «Verranno tutti da noi!», oppure, «faremo chiudere gli altri commercianti!» (aggressivi eh?). Girava anche la voce che i futuri clienti, per poter acquistare al mercato ittico, avrebbero dovuto depositare anticipatamente i soldi, oppure rilasciare una fidejussione (perché loro erano più belli… lo avevano deciso in autonomia).

Vi furono anche pressioni sui pescatori che non volevano entrare e preferivano continuare a vendere alla vecchia pescheria del porto. Pressioni di ogni genere: dalle continue telefonate a Polizia Municipale e Guardia Costiera perché tutti i giorni facessero controlli, alla (ingiustificata) affermazione che la vecchia pescheria non era a norma. Cosa che la stessa AUSL non ha mai confermato.

E così: premi sui pescatori, premi politicamente, premi sopra e premi sotto, si è arrivati alla demolizione della vecchia pescheria. Tutti, turisti compresi, si sono lamentati di questo. Ma l’amministrazione, sorda a ogni reclamo, ha tirato dritto per la sua strada. Anche grazie al ‘disinteressato‘ interessamento del Consigliere Alessandro Berardi, espertissimo di pesca (?). Di mestiere fa il poliziotto, e nemmeno si è mai capito (forse oggi sì) cosa facesse sempre al mercato ittico, o quando dirigeva gli sbarchi del pesce.

Sta di fatto che adesso, al posto della vecchia pescheria, c’è un parcheggio per ben 4 macchine: straordinaria evoluzione! Chissà cosa ne potrebbe dire Darwin…

I fascinosi affabulatori pensavano così di aver eliminato la concorrenza: strano, il mercato ittico non avrebbe dovuto essere prevalentemente adibito al commercio all’ingrosso? Avevano forse paura di 4 venditori al dettaglio? Sempre gli stessi loquaci affabulatori raccontavano che il mercato ittico era stato finanziato interamente dall’Unione Europea. Seriose dichiarazioni del direttore Massimo Bellavista e del Consigliere Alessandro Berardi sul Nuovo, noto giornale di cui il sindaco Enzo Ceccarelli è socio. Il sindaco non ha mai smentito il suo Consigliere Berardi, come mai? Sapeva benissimo che stava facendo dichiarazioni false.

Si è poi scoperto, grazie al MoVimento 5 Stelle, che il finanziamento dell’Europa era solo per il 15%. Questo sta a significare che sono stati i cittadini bellariesi a pagare il rimanente 85% del mercato ittico. Sia chiaro, solo del mercato ittico, lasciamo stare le successive previste opere accessorie: strade ecc.

Oggi, che il mercato ittico non può più certificare i prodotti, che fine hanno fatto le famose “cozze di Bellaria”? Cozze che hanno goduto dell’onore di essere presentate al Parlamento Europeo! In cosa commercia ora il mercato ittico? Senza certificazione qual è la sua funzione? A cosa serve il mercato ittico? È diventato una semplice pescheria (quale in pratica è sempre stato). E abbiamo speso circa un milione di euro per una semplice pescheria? Che, tra l’altro, sembra anche poco frequentata dalla clientela, mentre in città le pescherie dei privati continuano tranquillamente a lavorare.

Fate voi la conta dei danni provocati. In primis la demolizione della vecchia pescheria, che rappresentava l’unico residuo aspetto pittoresco della città e che, non ci vuol niente, dovrà magari essere ricostruita. La pesca bellariese non ha ricevuto nessun beneficio dal mercato ittico, anzi, si potrebbe affermare che ha solo provocato problemi, e non pochi.

Si è creata una concorrenza interna alla vendita (pesce portato sui banchi proveniente da altri porti).

Si sono indebitati i soci in un periodo tutt’altro che felice per la pesca (in pratica hanno lavorato in perdita) e le spese di costruzione sono state a carico dei cittadini.

E ora chi ne risponderà? Come si sentono i responsabili? Che fine ha fatto il loro vigoroso contrasto a quelli che ritenevano ‘uccelli del malaugurio‘, che invece erano solo facili profeti?

Avranno l’umiltà di dire pubblicamente: “Chiediamo perdono, abbiamo sbagliato. Avevate ragione voi…


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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