LA “BOLLA” BELLARIESE

Gli ex tempi d’oro del mattone

Vi fu un tempo in cui a B.I.M. un considerevole numero di persone ritenne di essere un imprenditore.

Questo accadeva, sia nel campo del turismo, sia in quello dell’edilizia. La presunzione di questi signori ha portato alle conseguenze attuali. Nel turismo, invece di coltivare la clientela privata, hanno trovato più semplice affidarsi alle agenzie di basso livello. Così facendo, nel corso degli anni il nostro turismo si è impoverito. Praticamente tutti i locali notturni hanno dovuto chiudere, compresi molti ristoranti e pizzerie. Anche i negozi, che sembravano aver imboccato la strada del rinnovamento con una maggiore qualificazione, si sono dovuti fermare.

Nello stesso tempo sono sorti un numero incredibile di condomini e villette. Lo sfruttamento del territorio è stato esasperato. Ogni giorno nascevano imprese di costruzione e agenzie immobiliari. Tutti nella scia dei “grandi imprenditori”, che lasciavano loro le briciole.

I due fenomeni, turismo e edilizia, si sono mischiati. Causa anche un’economia che ancora tirava. L’assurdità del fenomeno, che è poi diventato “bolla”, si basava sul sempre crescente valore degli immobili. Al tempo stesso però, la redditività di immobili, alberghi, ristoranti, negozi ecc. scendeva costantemente, a causa delle scelte, molto opinabili, di abbassare il livello del nostro turismo.

La “bolla”, come tutte le bolle, si autoalimentava. Tutti volevano fare affari, se non direttamente, almeno come prestanome. Così gli immobili passavano di mano velocemente aumentando di valore: ma non la redditività degli stessi. Tutto era possibile grazie al sistema bancario che chiedeva come garanzia altri immobili, e non chiedeva la garanzia di un reddito in grado di restituire il debito come sta avvenendo oggi.

Così gli “imprenditori” facevano affari a debito, convinti come erano che la corsa fosse senza fine. Poi, pian piano, il numero dei compratori scese e aumentò il numero di chi vendeva. La “bolla” era scoppiata. Fu l’unica occasione in cui B.I.M. fu all’avanguardia, anticipando la successiva tendenza mondiale dei famigerati e famosi sub-prime, che mandò in crisi, prima l’America, poi il mondo intero.

Tornando a Bellaria e dintorni, molte responsabilità furono del sistema bancario. I direttori proponevano con facilità estrema mutui ventennali a chiunque, anche a settantenni, arrivando a finanziare il 120% del valore dell’immobile. Direttori che poi, a fine anno, incassavano bonus e benefit per i risultati raggiunti, facendo anche carriera. Risultato: il credito volava e il disastro si avvicinava sempre più.

Tutti questi “imprenditori” sono finiti male: tutti! I crak su tutta la riviera si moltiplicavano. La conseguenza dei fatti appena narrati, è stato lo stuolo di persone che erano al loro seguito, finite ormai allo sbando, pronte ad accontentarsi delle ultime briciole rimaste. Avendo avuto un po’ tutti quanti il loro quarto d’ora di notorietà, non potevano rinunciare a un ruolo, seppur secondario. Qui si è innescato un meccanismo di accodamento ai nuovi “illuminati”, che unito allo sfascio interno della sinistra bellariese, ha portato alla “nuova destra” locale. Creando una pericolosa commistione tra potere politico e potere economico.

Senza una guida politica adeguata, i nuovi “fenomeni”, molto pieni di sé, hanno generato un sistema in cui nessuno ha più il coraggio di lamentarsi, o semplicemente di esprimere le proprie idee. Tutti agganciati, quasi schiavi verrebbe da dire, a favori, coperture, finanziamenti. Anche in questo caso il mondo bancario ha le sue responsabilità.

Quello appena descritto altro non è che il sistema del “clan dei bordonchiesi”, certamente legati al mondo di Comunione e Liberazione: probabilmente l’organizzazione più potente che sia mai esistita in Italia. Una forza tentacolare in grado di influenzare qualsiasi settore, dalla politica all’economia e financo la giustizia degli uomini.

Sono avvenuti veri e propri miracoli. Trasformazioni in un battito di ciglia di garage in appartamenti, moltiplicandosi, come racconta il Vangelo, come i pani e i pesci.

Oggi a Bellaria non si vende un immobile: specialmente quelli di proprietà dei turisti. Non c’è mercato. Persino gli albanesi da anni residenti e con un lavoro stabile se ne stanno andando, come i topi che abbandonano la nave che affonda.


RIPRODUZIONE VIETATA © BELLIGEANEWS.IT

Il Direttore Giuseppe Bartolucci

su "LA “BOLLA” BELLARIESE"

Lascia un commento

il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.